martedì 8 agosto 2017

Binge drinking: la nuova “moda” italiana




“Una goccia di pioggia mi è appena caduta in fronte, proprio come una lacrima che giunge dal cielo. È possibile che le nuvole e i cieli mi piangano addosso? È forse possibile che anche Dio pianga per me? Sono davvero sola a questo mondo sconfinato e grigio? Oh no, sto diventando pazza”.

La protagonista di queste frasi malinconiche e struggenti è Alice, una ragazza che, come la maggior degli adolescenti, affronta i problemi tipici di questa età. 
Scrive un diario, il cui titolo è "Alice e i giorni della droga", che venne pubblicato nel 1971 e riproposto tra i banchi di scuola per sensibilizzare i giovani di oggi a non fare uso e abuso di droghe e alcol. 

Già, perchè le cosiddette “generazioni da sballo” sono in continuo aumento e sono sempre più alte le percentuali dei dati Istat degli adolescenti (ma anche in fase di pubertà, ossia 11-12 anni) che fanno uso in modo smisurato di alcol.

Il fenomeno che al momento è più in voga è il binge drinking, ossia l'assunzione di più bevande alcoliche in un intervallo di tempo più o meno breve. Lo scopo principale di queste "abbuffate alcoliche" è l'ubriacatura immediata, nonché la perdita di controllo. Il punto critico può essere raggiunto dopo molte ore o anche diversi giorni di assunzione. A causa degli effetti a lungo termine, il binge drinking è considerato uno dei più grandi problemi di salute al giorno d'oggi. 



Ciò che risulta ancora più allarmante come dato è l'associazione tra le abbuffate alcoliche e l'uso di droghe, come la MDMA ossia l'ecstasy.

Come si evince già dal termine stesso, il binge drinking ha origine nei paesi anglosassoni e non solo.
L'Italia è sicuramente tra i Paesi in cui i giovani cercano sempre più ogni giorno “vie alternative al superamento del dolore”. Dolore che si può riassumere in scarsa autostima, emarginazione sociale, contrasti familiari, problemi di peso, sessualità ecc

Alice, che ci racconta la sua storia e la sua vita quotidiana, ne è l'esempio. 
Una ragazza brillante, per niente frivola, eppure, in un modo quasi precipitoso, cambia la sua vita. Inizia a frequentare luoghi in cui “vivere il favoloso viaggio della mente” sembrerebbe essere l'unico obiettivo per “stare bene” ed essere popolari. La famiglia prova in tutti i modi a starle vicino, a capire quali problemi affliggono la ragazza di appena 14 anni. Fino a quando un giorno non arriva l'epilogo. Alice muore giovanissima, vittima dell'ennesimo tunnel che oggi giorno “inghiottisce” almeno il 24% di adolescenti.

La domanda allora che ci dobbiamo porre è: come fare per fermare e modificare questi stili di vita? Cosa si cela dietro questi gesti disperati che spingono a “toccare il fondo”?


Giorgia Tagarelli

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