mercoledì 6 marzo 2024

"Tifare Cosenza e i ragioni di un obbligo identitario".

 


Ora più che mai sostenere i colori rossoblu è una sorta di obbligo identitario per tutto quello che è successo.

Al di là di ogni facile campanilismo, da queste pagine voglio essere molto chiaro e obiettivo.

Il campo ha detto che il Catanzaro, come squadra, è nella sua totalità superiore rispetto al Cosenza.

Lo è per come gestisce la partita ogni volta; per come gesfisce il vantaggio e per una maturità a livello di organico sorprendente.

Detto questo, l'episodio arbitrale della rete annullata a Calò, desta qualche dubbio su come sarebbe potuta finire la gara. Ma di errori arbitrali ne è pieno il mondo è per questo non bisogna fossilizzarsi su di essi per giustificare una sconfitta alquanto giusta.

GLI SPALTI

E invece sugli spalti come è andata? È andata come non doveva andare, perché se invece di 800 tifosi se ne presentano 1400, è davvero un altro conto; pensate se a Catanzaro fossero andati in 1400, certamente avrebbe avuto tutto un altro sapore.

Poi, altro elemento: si parla molto del tifo organizzato del Cosenza che non è stato all'altezza ma anche qui ci sono tantissime cose da chiarire.

L'inizio del match ha visto un'atmosfera incredibile tanto che anche i cronisti di Sky e di Dazn hanno sottolineato il clima stupendo che c'era, con i cori della Nord che magicamente invadevano l'audio nei primi minuti della telecronaca.

Poi cosa succede? Entrano i tifosi del Catanzaro, ma la Nord regge l'urto del loro naturale entusiasmo.

Dopo pochi minuti segna però il Catanzaro e come spesso accade, la forza di un tifo cede sempre il passo al risultato che la partita si trascina. L'entusiasmo dei giallorossi ha fatto centro, trascinato da una partita positiva, e credo sia più che naturale: pensate, infatti, a cosa sarebbe successo a parte invertite.

Ciò non toglie il grande impatto dei tifosi del Catanzaro che, lo dico obiettivamente e sinceramente, sono stati fra i più incisivi fra tutte le tifoserie ospiti arrivate quest'anno al San Vito.

Lo hanno detto dei tifosi del Cosenza a Bari e in tante altre trasferte, tessendo tutti le lodi del nostro popolo, non vedo perché non bisogna dirlo degli altri.

POST PARTITA

Una falla assurda quella dell'organizzazione che già aveva visto qualche avvertimento prima del match, con la fuga di notizie dei biglietti non autorizzati ai tifosi del Catanzaro. Già lì si doveva pensare ad un piano di contrasto per evitare il peggio.

Poi se fra tifoserie c'è stato lancio di fumogeni quello è un altro aspetto che però, nei limiti, rimane sempre nel contrasto tra tifoserie per di più, così vicine al San Vito nei loro settori.

Ciò che invece si dovrà approfondire ancora, è ciò che è successo dopo ma io sintetizzerei cosi: alcuni tifosi cosentini, senza razionalità, tirano sassi e fumogeni contro i pullman dei tifosi del Catanzaro. È successo a tutte le tifoserie ospiti, tante volte, anche a quelli di Cosenza nell'ultimo derby col Catanzaro in serie C. Vetri spaccati e grande paura. Robe sempre da condannare ma mai nessun tifoso è sceso dal pullman; mai a nessuno gli è stato permesso di scendere dal mezzo e farsi vendetta. Pensate se ogni volta succedesse così.

Ecco perché una parte dei tifosi del Catanzaro non può essere giustificata per aver portato il caos in una zona così vicina ad un centro commerciale, con famiglie al seguito. In questo sto cercando di essere più che mai obiettivo, tifando Cosenza ma rimanendo lucido, da una parte e dall'altra.

Poi il resto è sano sfottò, perché ora la Calabria è giallorossa ma il calcio è bello perché un anno ti sembra di toccare il cielo con un dito e l'altro sei già all'inferno; attenzione però, io non auguro il peggio al Catanzaro, anzi, perché da chi tifa Cosenza vorrei sempre una mentalità più matura, cioè, ci sta magari che un tifoso possa gioire per una sconfitta di un'avversaria così "sentita" ma sarebbe più opportuno pensare ai risultati della propria squadra senza sperare nel fallimento degli altri.

Il Catanzaro merita dove sta in classifica, ampiamente, come la nostra bestia nera, Iemmelo, merita gli elogi che arrivano dagli addetti ai lavori. Non si fanno 11 gol per caso in serie B.

Ma più è grande la sconfitta più aumenta l'amore verso i colori rossoblu.

Non saremmo mai stati in A; non saremmo in vantaggio negli scontri diretti; ma proprio per questo l'amore verso questa maglia è ancora più grande e folle.

Ho tessuto le lodi del tifo del Catanzaro e della squadra ma non ho visto purtroppo nessuno elogiare quella cornice stupenda del San Vito: le coreografie; l'affluenza di pubblico; l'organizzazione; le tante famiglie; i tanti bambini.

Al Sud, non tutti sono tifosi fanatici, molti simpatizzano anche per le squadre del Nord, io stesso tengo tanto anche ai colori nerazzurri, non c'è niente di male in fondo, ma partite come quella contro il Catanzaro oppure come quella contro la Sampdoria, entrambe andate male, fanno capire la forza di questa città che è racchiusa nei tanti tifosi della provincia e dei tanti paesi dell'hinterland innamorati di questi colori.

Bisogna far crescere questa mentalità che purtroppo a Cosenza viene fuori poche volte ma quando lo fa, ha una potenza e un impatto come pochi.

Buon campionato a tutti.
Per sempre dalla parte rossoblu.

"Ti seguo sempre anche se perdi sempre".

Davide Beltrano

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