giovedì

Inter: "Tre enigmi da risolvere per arrivare alla perfezione".

 


Siamo già davanti un bivio interessante. I prossimi impegni, infatti, metteranno già a dura prova il gruppo di Simone Inzaghi che ha già dato un segnale forte al campionato con una vittoria schiacciante su una diretta concorrente come l'Atalanta.

E le prossime partite diranno di più su dove può arrivare questo gruppo con quello snodo pericoloso fra esordio in Champions contro il City - fuori casa - e il Derby che si preannuncia infuocato.

L'Inter ha però la sicurezza di chi, dopo una mezza frenata, ha già chiaro l'obiettivo e il metodo per arrivarci: il gioco totale, senza dar respiri all'avversario e facendo delle fasce laterali i suoi punti di forza.

Ma a brillare non sono solo i titolari: Frattesi e Ziliesky, infatti, sono pronti a prendersi l'Inter in mano, Inzaghi permettendo. Il suo, a conti fatti, è sempre un approccio molto moderato con gli ultimi arrivati, anche se Frattesi ormai è diventato un veterano che stenta a trovare la via della continuità parlando di presenze in campo. A bloccarlo è un dato puramente tecnico: il Mister lo vede come sostituto naturale di Barella e non di Mkhitaryan che ha, invece, una predisposizione ad esser affiancato a Zieliński, il quale, ormai è pronto per il suo esordio in campionato.

Ma la stagione è lunga e questa Champions porterà ad un cambio di titolari più sostenuto e certamente meno matematico.

La sosta per le nazionali porterà indietro giocatori più stanchi e un recupero più lungo per tutti. La rosa non è corta e, soprattutto in mezzo e nel reparto difensivo, la girandola degli interpreti è ben oleata.

Fra gli aspetti negativi, invece, da tenere in considerazione, si affacciano tre quesiti:

1-a destra Darmian è da considerare ancora un fluidificante di spessore per big match? E dumfries è davvero in questo momento superiore al buon Matteo?

2-Per far rifiatare Chalanoglu, Asslani è ancora la scelta più indicata oppure meglio adattare Mkhitaryan in regia?

Infine, 3-il reparto offensivo è all'altezza per una stagione così lunga se si fa eccezione del tris Lautaro-Thuram-Taremi?

Il futuro dell'Inter gira intorno a questi tre quesiti e forse un'altra incognita che valuteremo nel tempo come il centrale difensivo.

Davide Beltrano



martedì

Cos'è Sanremo 20-24?


È Irama che porta la canzone più bella del Festival ma che non vincerà sicuramente.

È la Mannoia che provoca le coscienze dei maschilisti e la Bertè che si racconta in un brano forte e divertente.

Sono Emma e Annalisa che si divertono senza pressioni di classifiche con brani che spopoleranno in radio e che puntano alla forza dei loro incisi.

È Alessandra Amoroso che si cuce addosso un brano "furbetto", creato ad hoc per la vittoria.

Sono i Negramaro che, insieme ad Irama, hanno la canzone più bella del Festival, ma sbagliano i volumi fra voce e strumenti e in molti non si accorgono appieno della bellezza del loro brano.

Sono i The Kolors che ci prendono gusto con i ritmi che trascinano in radio. Il Volo che provano a giocarsela sulla melodia ma che non sfondano proprio stavolta; Diodato che porta un brano lontano dalla sua qualità cantautorale.

Nek e Renga che cantano forse la canzone peggiore della loro carriera; sono i Ricchi e Poveri quasi imbarazzanti. È Angelina Mango che fa Madame in un pezzo che funziona, però, di Madame, gusto personale in quanto la adoro, ce n'è solo una.

È Gazzelle che fa il Gazzelle, e menomale; Mahmood che riprova il colpa da 90 ma stavolta ci va lontano; è Sangiovanni che boh... Geolier perché!? Alfa che almeno indossa un bel paio di Jordan. 

È un Festival così così, senza grandissimi acuti ma con tanti tormentoni radiofonici. Perché la musica ormai va in tre minuti. Non ascolta più nessuno, esclusi i "fan" veri, un album intero.

Più canzoni per entrare in sigle su Tik Tok piuttosto che brani con testi importanti.

Salviamo la musica da questo futuro imbarazzante.

Viva il Festival, comunque vada... e ovunque vada!!

IlFolle