mercoledì 23 agosto 2017

Mafia e terrorismo: quale legame fra loro?





Si sa ormai: il terrorismo è la piaga dilagante di questo secolo. Non è una novità, vi sono sempre stati attacchi terroristici, ma ciò che è cambiato dal 2001 ai nostri giorni sono le modalità e la tipologia di terrorismo.

Etimologicamente parlando, tale parola deriva dal francese “terrorisme” e storicamente il suo significato è da collegare all'insieme di azioni criminali violente premeditate a danno di collettività o di istituzioni, col fine di suscitare clamore e di provare a sovvertire l'ordine costituito. Certo, perchè il terrorismo dei nostri giorni, quello islamico, mira alla conquista dell'Occidente e a ribaltare completamente ogni forma di potere e non solo. 

È una guerra politica, sociale, religiosa, che contribuisce anche allo sviluppo di un'altra forma di terrorismo: quello psicologico. Ormai si vive con la convinzione che anche solo “uscire di casa” può risultare pericoloso, camminare per strada e guardare sornioni i camion per le strade. 

E si, perchè il nuovo metodo sperimentato dagli jihadisti è quello di “spazzar via” più persone possibili quasi come se fossimo tanti birilli e i seguaci di questo Islam stessero giocando una partita di bowling.

Non si vuole essere cinici con questa visione poco “delicata” dei terribili scenari che stiamo vivendo. È solo la nuda e cruda realtà di un mondo che si sta distruggendo, che si fa la guerra, dove spargere e seminare odio e sangue sembra essere il nuovo leitmotiv.

In tutto questo, l'Italia, cosi come altri Paesi Europei, sono nuovamente e costantemente in allerta, a fronte delle ultime vicende spagnole. Il dibattito dell'opinione pubblica qua si divide. C'è chi pensa che l'Italia non può essere seriamente in pericolo, in quanto il nostro Paese funge da “cuscinetto” per le cellule terroristiche, noi siamo il loro ponte sull'Europa. 


Oppure, come sostiene “The Guardian” britannico, le mafie tutte contribuiscono a controllare il nostro territorio da eventuali minacce esterne/interne, quasi come se volessero continuare ad avere loro il “primato” e il potere sul territorio italiano. Mentre politicamente, a favore ci sarebbero le due nuove disposizioni normative, una delle quali è in fase di modifica e approvazione. Stiamo parlando della legge sullo “Ius Soli” e quella delle intercettazioni telefoniche e non. 

Partendo dalla prima, si sa che questo potrebbe favorire una sorta di distensione sociale e politica nei confronti di tutte quelle persone che sbarcano sul territorio italiano. Mentre, la legge sulle intercettazioni potrebbe farci “fare sonni tranquilli” in quanto, a differenza del Regno Unito, possono essere usate come prove nei processi e possono essere ottenute sulla base di attività sospette e non di prove solide. 

Insomma, il terrorismo non si ferma solo alla mera forma di violenza fisica e orrore per le stragi avvenute. Ha una grande e importante matrice tattica, sociale, psicologica ma soprattutto politica.

Per dirla alla Bauman, «come un circolo vizioso, la minaccia terroristica si trasforma in ispirazione per un nuovo terrorismo, disseminando sulla propria strada quantità sempre maggiori di terrore e masse sempre più vaste di gente terrorizzata».

Non dobbiamo farci indebolire da ciò che potrebbe accadere. Vivere attentamente si, vivere con la paura no!

Giorgia Tagarelli

Nessun commento:

Posta un commento