giovedì 9 ottobre 2014

L'ORGANIZZAZIONE DELLA 'NDRANGHETA

Nel corso degli ultimi anni, ex affiliati della ‘ndrangheta calabrese, hanno gettato un fascio di luce cospicuo sulla struttura di questo sistema mafioso.

L’Unità più alta della ‘ndrangheta calabrese è la cosca ‘ndrina che si fonde, in larghissima misura, su una famiglia di sangue. Più cosche legate tra loro, danno vita al “locale” che costituisce l’unità fondamentale dell’aggregazione mafiosa in un determinato territorio. Per la costituzione del “locale” è necessaria la presenza di 49 affiliati; ogni “locale” è diretto da una terna di ‘ndranghetisti detta “copiata”, rappresentata dal capo bastone, dal contabile e dal capo crimine. La copiata deve essere dichiarata ogni volta che un affiliato si presenta in un locale diverso da quello di appartenenza.

Il contabile oltre alle finanze, si occupa della baciletta, cioè la cassa comune dove affluiscono i proventi dell’attività criminale. Il capo crimine è responsabile di tutte le azione delittuose; sia il contabile che il capo crimine devono sottostare alle disposizioni del capo bastone che, generalmente, possiede una propria famiglia naturale di notevole ampiezza. Spesso per rinsaldare i rapporti con altre famiglie mafiose vengono creati matrimoni che ricompongono le faide e creano aggregazioni più forti. Ogni capo ha il potere di vita o di morte sui suoi uomini ed ha diritto all’obbedienza assoluta. Quella del capo famiglia è una carica che si tramanda generalmente di padre in figlio. Per l’approvazione di nuovi affiliati c’è bisogno della parola del capo bastone: i nuovi affiliati vengono presentati in una riunione del “locale” generalmente a fine mese, di sabato, all’imbrunire. Quando una ‘ndrina raggiunge il numero di 60 affiliati che hanno in comune la stessa copiata, il capo famiglia può costituire una ‘ndrina distaccata che, di solito, possono essere 7.
Le affiliazioni, dette taglio della coda, avvengono nel territorio del “locale”; quando il patto avviene in carcere, le affiliazioni vengono definite semplici. La struttura della ‘ndrangheta sin dall’800 si divideva in società minore e società maggiore.


Nella minore ci sono picciotti semplici e di giornata che hanno il compito di informare gli affiliati delle riunioni. Poi ci sono i camorristi che possono essere di fibbia, formati e sgarri. I camorristi di fibbia possono convocare e presiedere riunioni in cui vengono affiliati nuovi adepti; i camorristi formati possono fare le veci dei capo bastone; i camorristi di sgarri sono quelli che hanno compiuto azioni valide, ma non per forza di sangue . Lo sgarrista può essere anche di sangue quando ha commesso almeno un omicidio. A ciascuna nomina corrisponde un santo o una santa: il picciotto Santa Liberata; il camorrista Santa Nunzia; lo sgarrista Santa Elisabetta.
 Chi non fa parte dell’organizzazione criminale viene definito contrasto, mentre i fiancheggiatori sono quelli di cui ci si può fidare e che potrebbero entrare a far parte dell’organizzazione.

 Per quanto riguarda la società maggiore, partendo dal basso, la prima figura è quella del santista, sono sgarristi che hanno dimostrato un certo valore. Sette affiliati con il grado di sgarrista formano la società maggiore, detta anche santa. Il ruolo successivo è quello del vangelo, dove abbiamo gli ‘ndranghetisti  con mansioni decisionali di grande livello.

Il simbolismo è molto forte nella ‘ndrangheta, è una sorta di codice etico, per esempio, il simbolo dei ramoscelli rappresenta i picciotti. Il codice bisogna memorizzarlo e mai trascriverlo, è una sorta di linguaggio di appartenenza.
I contrasti onorati nella ‘ndrangheta, si dividono inoltre, le colpe in trascuranza e sbagli. Le prime sono infrazioni di lieve entità, punite con la sospensione di un mese dall’associazione; gli sbagli invece, vengono puniti con la morte.

Per entrare a far parte dell’organizzazione ci sono dei riti di iniziazione: bisogna innanzitutto pungersi il dito con un ago facendo cadere  il sangue sul santino di San Michele Arcangelo protettore della ‘ndrangheta, poi, il santino, viene bruciato e il capo bastone attraverso un discorso omologato e conforme alle regole mafiose, per ogni entrata nomina il contrasto onorato come picciotto d’onore.

Il vincolo associativo si estingue solo con la morte.

Davide Beltrano IlFolle


Nessun commento:

Posta un commento