lunedì 27 giugno 2022

Intervista a Pasquale Villella: “I giovani hanno bisogno di esempi migliori”.


Ci sono giovani che entrano nel mondo della politica con passione e grande semplicità. Giovani che non cedono il passo alla rassegnazione ma volgono lo sguardo ad una speranza più concreta.

È il caso di Pasquale Villella, già coordinatore di Castrolibero de l’Italia del Meridione ed ora membro della direzione provinciale. Giovane capace di unire impegno politico e amore smisurato verso la propria Terra. 

Ciao Pasquale. Iniziamo da qui. 

Da dove nasce la tua passione per la politica? 

La passione è propria della sfera umana. Ricordo, quando avevo poco più di 12 anni, assistevo ai comizi di mio padre, da sempre dirigente politico e innamorato della politica. Ricordo la sua passione, l’attaccamento ai valori che guidavano il suo agire e i sentimenti di speranza ed entusiasmo che suscitavano le sue parole negli occhi dei suoi sostenitori. È in quella fase della mia vita che ho sentito in me un richiamo verso la politica: una passione, una vocazione naturale per il bene comune, dando vita al sogno di vivere in una società più giusta, più equa. 


Credi che oggi fra i giovani ci sia più disillusione o una speranza davvero più concreta verso il futuro? 

Essere giovani e non avere speranza è una contraddizione in termini. Quindi credo tu abbia ragione quando parli di disillusione, d’altronde certificata dai dati sull’astensione. Ma, attenzione, si tratta di disillusione nei confronti della classe politica e non della politica. La politica continua ad essere vista come uno straordinario strumento che può generare opportunità ma c’è bisogno di invertire la percezione del termine “potere” nella sua accezione positiva: potere di cambiare le cose, in meglio. In sintesi, i giovani hanno bisogno di esempi migliori da seguire, di maggiori punti di riferimento.


Perché hai scelto l’Italia del Meridione? 

Perché è un movimento civico che colma quel deficit di rappresentanza lasciato dai partiti tradizionali, sempre più autoreferenziali e incentrati alle lotte tra correnti, con il solo intento di occupare spazi di potere, fine a se stesso, e svilire la funzione dei luoghi del confronto, nei quali si è ben accetti soltanto se proni al capetto di turno (con le dovute eccezioni, ovviamente). Militanza, territorialità e competenza: questo è il nostro motto.


Quali sono state le tappe fondamentali del tuo percorso all’interno del Movimento? 

In primis, la possibilità del confronto aperto con la pluralità delle parti sociali e culture politiche differenti dalla mia, abbattendo i pregiudizi ideologici e affrontando unitariamente le tematiche e le problematiche legate all’irrisolta questione meridionale. Perché se vi è un’ideologia all’interno del movimento, è proprio questa: il meridionalismo. Ho avuto il piacere di approfondire la conoscenza di un visionario della politica, come lo è Orlandino Greco, di rispolverare insieme a lui storie di territori e uomini che hanno dato un grande contributo alla causa del Mezzogiorno: penso a Pasquale Saraceno, Alcide De Gasperi, Antonio Gramsci, Giustino Fortunato, Giuseppe Mazzini. Infine, non per ordine di importanza, ho avuto il piacere di conoscere tanti bravi dirigenti e amministratori in giro per la Calabria e per il Sud.


Da sempre la tematica della disoccupazione occupa purtroppo un problema principale in Calabria. Come può la politica, dopo vari fallimenti in tal senso, ritornare ad essere credibile? 

Credo che ritornare ad essere credibili significhi recuperare attrattività verso gli investitori. Chi investe in Calabria deve poter contare su una rete infrastrutturale consona allo sforzo imprenditoriale. E per far ciò occorrono nuove grandi stagioni di investimenti programmati, come lo fu la prima Cassa del Mezzogiorno, ristabilendo una perequazione infrastrutture tra le due estremità dello Stivale e superando il perverso meccanismo della Spesa Storica. Risorse che a loro volta dovranno essere gestite da classi dirigenti e politiche all’altezza del compito: mal governo e assistenzialismo sono nemici dello sviluppo economico e sociale.


Se dovessi dare un consiglio ad un giovane che vuole intraprendere la carriera politica, magari partendo da un’elezione comunale, che cosa gli diresti prima di tutto? 

La predisposizione allo studio e all’ascolto ritengo siano prerequisiti indispensabili per essere buoni amministratori.


Il tuo operato è strettamente legato alla città di Castrolibero. Come pensi sia cambiata nel corso degli ultimi anni? 

È vero negli ultimi anni, insieme ad un gruppo di amici, abbiamo messo in piedi diverse iniziative culturali e sociali per il territorio. Un territorio che certamente necessita di maggiore presenza dei corpi intermedi per ravvivare un dibattito spesso speculare al sopraggiungere delle elezioni. Castrolibero è realtà residenziale ma che, nonostante i tanti problemi finanziari legati gli Enti Locali, si è sempre contraddistinta per la qualità dei servizi e della vita. Immagino una Castrolibero ancor più protagonista nei processi di sviluppo, attraverso l’insediamento di un numero sempre maggiore di attori privati nel tessuto economico e produttivo. D’altronde, l’iniziativa privata penso rappresenti il futuro lavorativo per le nuove generazioni e la politica deve essere foriera anche di questi processi.


Quali saranno le prossime azioni politiche de l’Italia del Meridione? 

Continuare l’opera di ricucitura con i territori, perseguendo un'idea di giustizia sociale attraverso il tentativo di abbattimento dei divari tra Nord e Sud. La nostra non è un’astratta e vuota rivendicazione localistica bensì una ragionata consapevolezza sul tema che la ripresa del Paese passi dalla valorizzazione delle vocazioni territoriali tutte. 


Quattro domande veloci e divertenti per concludere. 

Mare o montagna? Mare

Cinema o teatro? Cinema

Primavera o estate? Estate

Rock o pop? Rock

Grazie per la disponibilità.

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