domenica

“La Conca d’Oro”: un simbolo di aggregazione e tradizione.




“La Conca d’Oro” è da sempre sinonimo di aggregazione e storia, un luogo che scandisce la quotidianità di tanti castroliberesi e non solo. Ogni giorno, questo bar iconico accoglie una variegata clientela, confermandosi uno dei punti di riferimento più amati dell’intera città di Cosenza.

Non è solo un bar, ma una vera e propria istituzione: un punto d’incontro che celebra il legame con il territorio e incarna la passione italiana per la colazione, i dolci, il caffè e gli aperitivi.

Da pochi giorni, “La Conca d’Oro” si è presentata al pubblico con un look completamente rinnovato. La recente ristrutturazione ha portato una ventata di freschezza, unendo modernità ed eleganza in un restyling capace di sorprendere anche i clienti più affezionati.

«Siamo fieri di rappresentare un territorio che è ormai parte integrante del nostro bar», ha dichiarato Damiano Morrone, il vero deus ex machina de “La Conca d’Oro”. «Dal 1978, abbiamo perseguito una visione che considera i luoghi di ritrovo, come i bar, dei patrimoni comunitari e identitari da difendere e preservare. Credo che, dal 1978, stiamo riuscendo in questo intento».

Ora, “La Conca d’Oro” è pronta ad accogliere i suoi clienti con tante specialità, in vista delle vigilie più attese dell’anno: Natale, Capodanno ed Epifania.

Davide Beltrano





Referendum sulla fusione: una vittoria del “no” che ridisegna il futuro di Cosenza, Rende e Castrolibero.


Negli ultimi giorni, un classico della musica rock italiana, C’è chi dice no di Vasco Rossi, sembrava essere la colonna sonora perfetta per una battaglia referendaria che ha segnato profondamente il destino di tre città importanti: Cosenza, Rende e Castrolibero. Quella che alcuni avrebbero potuto definire una cantilena distorta è invece diventata il grido di un popolo che ha scelto la democrazia e la partecipazione attiva.

A Cosenza, il “sì” ha prevalso ma senza stravincere, e ciò che emerge con maggiore forza è l’indifferenza della grande maggioranza dei cittadini, una totale disconnessione tra la politica e la popolazione. Questo fenomeno, che avevo già sottolineato nei giorni scorsi, evidenzia soprattutto lo scarso coinvolgimento dei giovani su una questione tanto cruciale per il loro futuro.

A Rende e Castrolibero, invece, il “no” ha trionfato, mostrando una forza propulsiva determinante per le sorti del referendum. Castrolibero, in particolare, si è distinta con un’affluenza che ha superato il 40%, un dato rilevante per un referendum e che conferma la vivacità di una comunità in fermento.

Questi risultati lasciano profonde cicatrici nel Centrodestra, promotore del progetto di fusione. Un progetto tanto ambizioso quanto incapace di fare breccia nel cuore dei cittadini, segnato da un evidente vuoto di comunicazione tra i rappresentanti e la popolazione. Si attendeva una vittoria netta del “sì”, ma il risultato ha messo a nudo una mancanza di connessione e di ascolto.

Dall’altra parte, emerge con forza il valore dei territori e del senso di appartenenza. Questa vittoria dimostra che non è la grandezza di una comunità a garantire il futuro dei suoi cittadini, ma rappresentanti politici dotati di un alto senso del dovere e profondamente legati al proprio territorio. Non è un caso che personalità come Sandro Principe a Rende e Orlandino Greco, a Castrolibero, abbiano avuto un ruolo decisivo nella campagna per il “no”.

La politica cosentina, invece, esce sconfitta, e non è un paradosso affermare che il colpo più duro lo abbia subito proprio la Sinistra. Seguendo a ruota la Regione, ha sostenuto un progetto di fusione che ora appare privo di senso, poiché mancante di basi solide e di un sostegno popolare autentico. Non è solo il peso del “no” a emergere, ma anche la scarsa partecipazione, che dovrebbe indurre a una riflessione profonda e non eludibile.

Ripartire da zero non è solo necessario, è inevitabile. Una fusione così grande richiede fondamenta solide, costruite sull’ascolto e sulla partecipazione dal basso. Non basta immaginare una Cosenza più grande: bisogna prima lavorare per rafforzare l’identità e la consapevolezza dei cosentini stessi.

Questa vicenda ci ricorda che il futuro non si impone, si costruisce. E si costruisce solo attraverso il dialogo, il rispetto e la partecipazione attiva dei cittadini. Castrolibero, Rende e, in parte, la stessa Cosenza, hanno dimostrato che la vera forza sta nel popolo e nella sua capacità di dire “no” quando la posta in gioco… è davvero alta.

Davide Beltrano

sabato

Punti di vista generazionali verso la città unica.


Il TAR ha emanato il suo verdetto: l’iter per arrivare alla città unica è regolare. Avanti con il referendum del 1* dicembre. 

Una stoccata contro chi sperava in una sentenza negativa sulla città unica e un incentivo in più per i fautori della fusione. L’attesa, infatti, è stata lunga e seguita da molti convegni perlopiù dei sostenitori del no: tutto ciò non è bastato e adesso la strada per la città unica, per chi non la vorrebbe, si fa dura e irta di ostacoli. Certo, c’è ancora il Consiglio di Stato a poter aprire la questione, ma è lapalissiano che questa sentenza sia un punto a favore del sì, rigettando tutti i proclami di anti democrazia piovuti addosso dai contrari. 

Ciò che forse risalta di più, in questi giorni, a parte la diatriba in tribunale; a parte sciorinare incontri su incontri in merito alla questione, è la poca partecipazione attiva della popolazione. Soprattutto tra i giovani c’è una totale indifferenza alla questione. È lo specchio dei nostri tempi, sicuramente, ma è anche un punto di domanda che ogni politico nostrano dovrebbe porsi: i cittadini concepiscono le tre città già come un’unica entità, oppure in gran parte di essi c’è proprio un disimpegno totale a questo futuro cambiamento generale?

Quello che ci si chiede è, se da una parte i vantaggi ad una fusione siano davvero comprensibili per tutti o se eventuali svantaggi siano invece il collante ideale per i sostenitori del no, fra voto consapevole e protesta ad un sistema. 

La questione non è assolutamente solo politica ma anche sociale, morale e generazionale. Come si può pensare di andare verso il futuro senza il parere dei giovani? Come si può creare la città che verrà senza l’apporto di tanti ragazzi e ragazze che si affacciano con scetticismo al mondo della politica? E il giro di domande è infinito anche dalla parte opposta: finché si riesce a convincere la popolazione che il metodo attuale è quello giusto? 

Ognuno ha in tasca la verità ma molti preferiscono dirla ad occhi chiusi senza constatare il tangibile pressappochismo di tanti segmenti delle tre città . Il referendum toglierà definitivamente il velo agli ultimi utopisti, con quel dilemma enorme che forse, non è tanto la città unica che potrà cambiare le carte in tavola, ma un coinvolgimento reale della popolazione a questioni, le quali, anche se di straordinaria importanza, vengono viste come l’ennesimo scambio di opinioni, visioni e progetti, di una casta politica sempre più lontana dal sentire comune. Ai posteri, anzi, al referendum l’ardua sentenza. 

giovedì

Italia del Meridione: «Attenzione massima alla prossima Manovra di Bilancio».

Con la futura Manovra di Bilancio, l'economia del nostro Paese è attesa a un nuovo giro di boa. Una nazione, l'Italia, sempre più in bilico tra passate manovre gloriose e attuali problematiche che sfociano nella triste realtà in cui versa la nostra economia.

«La prossima manovra di Bilancio sarà fondamentale per il nostro Sud», spiega la Segretaria Provinciale di Italia del Meridione, Annalisa Alfano. «C'è in gioco il destino della nostra Terra che non ha più voglia di aspettare il suo treno per il futuro».

E infatti, è arrivato il momento in cui si definisce il quadro complessivo dei conti pubblici per i successivi tre anni in preparazione alla legge di bilancio da presentare in ottobre.

Anche quest'anno il governo lo farà, ma sarà vincolato dalle nuove regole europee sui conti pubblici.

«È tempo che l'Europa faccia un passo indietro e capisca le ragioni del nostro Paese e soprattutto del Meridione d'Italia», afferma Orlandino Greco, leader di Italia del Meridione. «Molti dei nostri amministratori non sanno neanche minimamente cosa si sta prospettando con la nuova Manovra di Bilancio. Dobbiamo unirci per far sentire forti le ragioni del Sud».

Nel dettaglio, il Governo italiano deve inviare a Bruxelles, entro e non oltre il 20 settembre, il proprio piano di finanza pubblica, che dovrà coprire un orizzonte temporale di sette anni, in base alle nuove regole europee sui conti pubblici.

Il piano dovrà indicare come l'Italia intende ridurre il rapporto tra debito pubblico e PIL e il rapporto tra deficit pubblico e PIL. Il piano, una volta approvato, non potrà essere rivisto, se non in casi particolari e con le dovute motivazioni.

Nella Manovra di Bilancio che sta preparando il governo, inoltre, ci sarà molto spazio per quelle misure varate nel 2023, le quali erano al sostegno di chi assumeva e di chi creava lavoro, oltre che dedicate all'occupazione femminile.

《Che non si facciano passi indietro in tal senso》continua Orlandino Greco 《Non esiste manovra economica senza una parità di diritti e di opportunità per tutti i generi》.

Ma un altro quesito importante riguarda la legge di bilancio sul 2025. Il punto di partenza è il DEF dell'aprile scorso in cui il governo indicava l'obiettivo di un deficit del 4,3% del PIL nel 2024. Come detto, per rispettare le regole europee, il deficit nel 2025 dovrebbe scendere di mezzo punto percentuale circa, ovvero al 3,8% del PIL.

Quello che accadrà, molto probabilmente, è che il governo introdurrà già prima della fine del 2024 misure per soddisfare le richieste di tagli alle tasse e aumenti di spesa per il 2024-25. Questo andrà a intaccare molto il nostro debito pubblico già compromesso e potrebbe portare forti scossoni all'economia nazionale - le preoccupazioni di Italia del Meridione -.

Al pari di queste considerazioni, va da sé che le sfide del governo presieduto da Giorgia Meloni sono molteplici e, viste le precarie soluzioni, ci sarà bisogno di una visione politica lungimirante e degna dei più grandi del passato.

Staremo a vedere cosa succederà, ma il tempo stringe e il portafoglio, soprattutto quello degli italiani, piange.

Davide Beltrano


lunedì

La tribute band "Giocala" protagonista dell'ultimo ritratto di G.Ferrara.


È stata un'occasione unica per legare la musica all'arte dei dipinti partendo da un punto di vista comune: le canzoni di Vasco.

La Vasco Tribute Band "Giocala", ha incontrato l'estro artistico della poliedrica ritrattista Gelsomina Ferrara.

Un incontro tracciato nel destino: da una parte la band "Giocala" che da anni emoziona per i suoi concerti molto fedeli a quelli del Blasco e pieni di grande intensità ritmica. Dall'altra, colei che emoziona con i suoi ritratti senza tempo, sempre lo specchio della realtà che viviamo e degli interpreti della stessa, tra gioia e sofferenza; tra profondità e intimità visiva.

E i "Giocala" si ritengono davvero fortunati ad essere immortalati in un ritratto che sarà eterno e testimone della loro bravura. Ma non solo. Il ritratto di Gelsomina Ferrara sarà presente nell'ultimo 'libro dei fans- dedicato a Vasco, dal titolo LUCI ROCK A SAN SIRO: un riconoscimento incredibile e che darà alla band moltissima visibilità. 

La tribute band, nasce nel 2018 dall'iniziativa di Massimo Mancini e Gerardo Giarrusso, musicisti con molta esperienza alle spalle e componenti di precedenti band. In questo caso, tutto inizia quando Angelo Nicoletti, attuale frontman, decide in quel periodo di prendersi una pausa, dopo aver fatto parte di un altro gruppo tributo a Vasco Rossi, dove per anni si era esibito in moltissimi live. Lo stesso Angelo viene ingaggiato da Massimo e Gerardo e, gradualmente, inserito come voce protagonista del'attuale band.

Nel 2023 entra a far parte del tributo Simone Palmieri, chitarrista polistrumentista. 

Simone è un chitarrista con influenze rock, le quali, si adattano perfettamente al genere, la sua esperienza messa a disposizione della band ha dato una marcia in più e nuovi stimoli, come l'ultimo arrivato, Ermanno Pannone, al basso, persona affidabile e precisa di spiccata simpatia, con molte esperienze in vari gruppi locali, tra cui anche trascorsi con Gerardo e Massimo.

I "Giocala" riscuotono grande successo, esibendosi costantemente su locali e piazze della provincia, arrivando in poco tempo a farsi conoscere in tutta la regione campana e anche oltre.

Oggi la band vanta tantissimi live all'attivo e si esibisce almeno una volta a settimana. Un modo per celebrare Vasco a loro modo e con uno spiccato talento che li porta ad essere uno dei gruppi più importanti del mondo musicale dedicato al Blasco nazionale.





venerdì

L'infuocata Legge di Bilancio e i lontani standard europei.


<<Che sarà della mia vita chi lo sa>> cantavano con aria malinconica i Ricchi e Poveri in una delle canzoni più popolari della musica italiana scritta da Franco Migliacci.

E, ogni volta che si prospetta davanti agli orizzonti italiani la Manovra di Bilancio, il destino del nostro Paese è sempre più in bilico fra passate manovre gloriose e attuali problematiche che sfociano nella triste realtà nella quale impervia la nostra economia. 

E, infatti, l'attività politica della nazione si ridesta finalmente dalle coccole estive sotto l'ombrellone ed entra nel suo centro funzionale più vitale fra sfide da vincere e numerosi enigmi da risolvere. 

È arrivato il momento in cui si definisce il quadro complessivo dei conti pubblici per i successivi tre anni in preparazione alla legge di bilancio da presentare in ottobre. Anche quest’anno il governo lo farà, ma sarà vincolato dalle nuove regole europee sui conti pubblici: è la dura legge della comunità europea che impone a tutti i suoi Stati membri di raggiungere gli standard previsti per una sostenibilità economica e proiettata verso il futuro.

Nel dettaglio, il Governo italiano deve inviare a Bruxelles, entro e non oltre il 20 settembre, il proprio piano di finanza pubblica, che dovrà coprire un orizzonte temporale di sette anni, in base alle nuove regole europee sui conti pubblici. 

Il piano dovrà indicare come l'Italia intende ridurre il rapporto tra debito pubblico e Pil e il rapporto tra deficit pubblico e Pil. Il piano, una volta approvato, non potrà essere rivisto, se non in casi particolari e con le dovute motivazioni. 

Nella Manovra di Bilancio che sta preparando il governo, inoltre, ci sarà molto spazio per quelle misure varate nel 2023, le quali, erano al sostegno di chi assumeva e di chi creava lavoro, oltre che dedicate all'occupazione femminile.

Ma un altro quesito importante riguarda la legge di bilancio sul 2025. Il punto di partenza è il DEF dell’aprile scorso in cui il governo indicava l’obiettivo di un deficit del 4,3% del Pil nel 2024. Come detto, per rispettare le regole europee, il deficit nel 2025 dovrebbe scendere di mezzo punto percentuale circa, ossia al 3,8% del Pil. 

La ragione politica però spinge a comprendere bene in che modo si raggiungeranno questi risultati e, soprattutto, se rispetteranno i tempi stabiliti.

In quest'ottica, le preoccupazioni di Mario Draghi sono stati tangibili. Il Professore, nei giorni scorsi, ha presentato ai 27 Stati membri il suo report che, a quanto pare, sarà pubblicato integralmente settimana prossima. Nelle 400 pagine predica fretta per i cambiamenti imminenti da fare, puntando molto sulla competitività in Europa. Proprio per questo, la Commissione Europea ha chiesto all’ex Premier di studiare come l’Ue possa diventare più competitiva di fronte al mondo che cambia, come possa arrestare il suo declino economico e ridurre la sua dipendenza dalle altre grandi potenze come Stati Uniti e Cina. E, in questo, il versante italiano è fondamentale per costruire un'Europa più forte e meno frammentata nella sua costituzione sociale e politica. Quasi a dire: "Se l'Europa pretende tanto dai suoi Stati membri anche quest'ultimi pretendono aiuti concreti dall'Europa.

L’Ue deve cambiare passo, questo è chiaro. Investire e capire su quali industrie europee si vuole puntare e fare in modo che possano diventare leader mondiali nei loro settori. Poi c'è l'attenzione massima riposta sull’innovazione, soprattutto nelle alte tecnologie, dove l'Europa risulta essere ormai in grave ritardo - da tempo - rispetto a nazioni come Cina e Stati Uniti. Per migliorare in questa direzione, il tutto deve essere supportato da un maggiore aumento degli investimenti pubblici europei nei settori considerati strategici.

Ritornando in casa nostra, quello che accadrà, molto probabilmente, è che il governo introdurrà già prima di fine 2024 misure per soddisfare le richieste di tagli di tasse e aumenti di spesa per il 2024-25. 

Questo andrà ad intaccare molto il nostro debito pubblico già compromesso e potrebbe portare potenti scossoni all'economia nazionale.

Insomma, niente di nuovo verrebbe da dire: soliti corsi e ricorsi storici quando si tratta di manovre economiche in salsa italiana.

Al pari di queste considerazioni, però, le sfide del Governo presieduto da Giorgia Meloni sono molteplici e, viste le precarie soluzioni, ci sarà bisogno di una visione politica lungimirante e degna dei più grandi del passato. 

Staremo a vedere cosa succederà, ma il tempo stringe e il portafoglio, soprattutto quello degli italiani, piange.

Davide Beltrano

giovedì

Francesco Civitelli: "NO ALL'AUTONOMIA DIFFERENZIATA".

 

Il Direttivo del Partito politico "Costruiamo il Futuro", rappresentato da Francesco Civitelli, Patrizia Troiane ed Antonella Ferrigno, si è riunito per discutere sul problema di interesse nazionale, cioè l’Autonomia differenziata. 

Si è argomentato sulla ripartizione degli introiti al Governo, tramite votazioni e con parere favorevole della maggioranza dei parlamentari del Sud, i quali non hanno posto alcun veto alla realizzazione di tanto scempio, in base al quale i finanziamenti saranno quasi totalmente a beneficio delle Regioni del Nord Italia. 

Ciò sarà un brutto colpo per il sud, in quanto il Nord non accetterà di buon grado che il meridione possa essere alla pari o un passo avanti rispetto al nord. Anche se è notoriamente risaputo che molti posti ed incarichi istituzionali presso vari Enti del nord, sono ricoperti da persone provenienti dal meridione, che nel corso degli anni si sono trasferiti lì per motivi di lavoro.

A questo punto come Direttivo, abbiamo deciso di far sentire anche la nostra opinione al riguardo, proponendo di boicottare la produzione di vario genere proveniente dalle regioni del Nord, per evitare che queste diventino sempre più grandi e potenti economicamente.

Le catene alimentari di certo dovranno essere forniti anche di questa merce, ma ciò che ci proponiamo è di acquistare i nostri prodotti locali, frutto di chi lavora le nostre terre, i nostri allevamenti, le nostre piccole industrie.

E suggeriamo che l’ Italia non solo debba uscire dall’Europa con la quale siamo già fortemente indebitati, ma che il Sud possa uscire dall’Italia stessa.

Poiché siamo un popolo abituato a risorgere dalle proprie ceneri, a risalire la china nei momenti di difficoltà e criticità, con il trascorrere dei giusti tempi il sud riuscirà ad affrontare qualsiasi situazione per la quale oggi, invece, siamo ritenuti, a torto, incapaci ed inadeguati. Il sud è forza lavoro, ha menti fortemente produttive, capaci di adattarsi a qualsiasi circostanza ed affrontare tutte le difficoltà che si frappongono lungo il proprio cammino.

Si spera che il problema venga affrontato in modo “democratico”, con una raccolta firme o un referendum a livello nazionale, che possano stimolare le Istituzioni a ripartire i fondi in modo equo fra nord e sud. Altrimenti noi di Costruiamo il Futuro, ci faremo portavoce fra l’opinione pubblica, della nostra iniziativa di uscire dalI’ Italia, un’Italia spaccata in due, ognuna delle quali con i propri stili di vita, con le proprie forze poste in essere in ogni settore di crescita del Paese.




La nuova generazione incontra la politica.

 

Un convegno, avvenuto a Corigliano Calabro, per presentare il programma di Italia del Meridione, in vista delle europee, collegato alla discussione politica per la candidatura al Comune di Corigliano-Rossano, di Alberto Salatino - 18 anni - , iscritto a Italia del Meridione, il più giovane candidato nella lista di Pasqualina Straface.

<<Quella di Alberto Salatino è una candidatura che può essere da esempio per le nuove generazioni sempre più lontane dalla passione per la politica>>, ha esordito così Santo Gagliardi, candidato della Lega alle elezioni europee. 


<<Cercare di coinvolgere più giovani nel mondo della politica è per noi un obiettivo primario perché senza giovani non può esserci futuro e senza futuro non esiste né l'Italia né l'Europa, la quale, deve tornare ad avere più attenzione verso i giovani che non riescono a trovare una strada in questo deserto di speranze>>.

Molto sentito è stato l'intervento di Alberto Salatino, il quale, ci ha tenuto a ringraziare la candidata a Sindaco, Pasqualina Straface, per la fiducia ripostagli in questa campagna elettorale. Tanti riferimenti anche ad Italia del Meridione, vera fucina di aspiranti politici che ora sono presenti, in modo ancora più accentuato, nei vari Comuni calabresi per le elezioni dei nuovi rappresentanti. 

<<Questo è un percorso fatto di competenza ma anche di idee innovative che corrono sopra l'entusiasmo di ragazzi validi come Salatino. Ora è il tempo di innovare per tracciare nuove strade>> spiega sul finale Santo Gagliardi.

martedì

Santo Gagliardi: "Fondamentale in Calabria la protezione delle biodiversità".

 


Un obiettivo importante per Italia del Meridione, quello della biodiversità animale e vegetale, argomento molto discusso dal candidato alle elezioni europee, Santo Gagliardi. 

"La eccezionale biodiversità animale e vegetale del Nostro Paese rappresenta un'eccellenza da dover salvaguardare" spiega Gagliardi, continuando. 

"Le variazioni altitudinali (da 0 a 4810 mt del monte Bianco), l'estensione nord-sud che proietta l'Italia nel mezzo del Mediterraneo, la complessità geologica ed orografica, le caratteristiche climatiche e storiche, rendono l'ltalia uno scrigno prezioso di biodiversità, unico in Europa per la varietà degli ambienti, la bellezza dei paesaggi e la ricchezza di specie".

E prosegue andando al cuore del discorso puntando sul patrimonio calabrese. 

"Un patrimonio ben rappresentato dal sistema delle aree protette, a cui è affidato non solo il compito di garantire e promuovere la conservazione della biodiversità ma anche la valorizzazione di paesi, borghi, masserie, rifugi, ognuno dei quali custode tenace di un altrettanto prezioso patrimonio culturale. 

Un sistema ampio e articolato che rappresenta il 20% dell'intero territorio nazionale e che per la maggior parte interessa quelle aree marginali da cui i nostri emigranti partirono alla ricerca di una migliore condizione di vita.

Ripartiamo da qui, da queste e molte altre proposte fattibili e che rappresentino la base di un nuovo impegno civico e concreto, anche in Europa".

E nella sua analisi non manca un riferimento al populismo dilagante nella politica.

"Arginiamo il populismo, la propaganda novecentesca, l'inconcludenza e diamo vita tutti insieme finalmente, agli Stati Uniti d'Europa per un approccio maggiormente federale alle sfide economiche e politiche del presente e del futuro".

mercoledì

"Cosenza Comics and Games": il programma dell'evento.

È il "Cosenza Comics and Games": la fiera del fumetto e del gioco che dal 2015 coinvolge tantissimi appassionati che accorrono nella città di Rende per vivere una giornata all'insegna della passione per i fumetti.


Un'edizione molto attesa, quella di quest'anno, dopo il grande successo della passata stagione, con ospiti di prim'ordine e un programma dell'evento che si sviluppa in due giornate iconiche. La location è stata confermata quello dello scorso anno: l'area del parco acquatico sito a Santa Chiara, presso Rende. Un luogo perfetto per spazi dedicati agli espositori e per un'area outdoor predisposta per concerti ed eventi live.

Ad impreziosire la fiera, quest'anno, sono personaggi di spicco che ruotano intorno al mondo dei fumetti. Parliamo per esempio di Jacopo Calatroni, doppiatore, oltre che di Spider-Man nell’ultimo videogioco targato Marvel, anche di numerosi personaggi del mondo degli anime. Saranno ospiti anche il gruppo di creators InnTale che, insieme alla streamer Kurolily, terranno una conferenza dedicata al mondo dei giochi di ruolo.

E immancabili saranno i concerti, come ogni anno, ritrovo numeroso di tantissimi affezionati del mondo comics.

Nella giornata di sabato 25 maggio, intorno alle 20:30, è prevista l'esibizione dei Joanna, una band punk rock che presenterà uno spettacolo musicale dedicato alle principali canzoni dei classici Disney – da Il Re Leone a La Sirenetta – reinterpretate in chiave rock.

Domenica pomeriggio è previsto anche un live musicale con i musicisti Edoardo Brugnoli e Gax Win, che celebreranno il mondo dei cartoni animati giapponesi e in particolare l’immaginario di Akira Toriyama, il compianto autore di Dragon Ball e Dr. Slump, scomparso lo scorso marzo.

La giornata più attesa sarà quella del 26 maggio con uno spettacolare concerto ad opera dei The Spleen Orchestra, un gruppo di musicisti che renderanno omaggio al cinema di Tim Burton, cantando e ballando le canzoni più iconiche dei suoi film.

L’evento sarà patrocinato dal Comune di Rende e da Rai Calabria con media partner della manifestazione, Rai Radio Kids.

Anche quest'anno, il Cosenza Comics and Games, avrà una sua anteprima al Museo del Presente. Ci saranno sei mostre scelte dagli organizzatori che apriranno la rassegna.

L’inaugurazione è prevista venerdì 10 maggio alle ore 17:30 al Museo, dove verrà svelato il programma del festival. Il museo ospiterà anche due mostre: “Fumetto Film Fest”, una mostra realizzata in collaborazione con la Fondazione Franco Fossati e che racconta lo stretto rapporto che c’è tra fumetto, cinema e televisione; e "Gatti animati Made in Japan”, esposizione dedicata ai gatti protagonisti degli anime e dei manga più micieschi della storia: da Doraemon, il gatto spaziale di Giuliano, il gatto grasso di Kiss Me Licia fino a Luna di Sailor Moon.

domenica

Castrolibero e i Bagni del Palazzotto.

 


La rivalorizzazione del borgo di Castrolibero attraverso i bagni del palazzotto: un progetto di riqualificazione del borgo attraverso una serie di interventi che comprendono la creazione di un info point dedicato allo slow food, botteghe d'arte, uno spazio per lo smart working, chiamato Cafè conciliary room, e poi strutture per attività ricreative e sociali, una scuola di cucina locale, un cinema, un teatro, un museo e un quartiere interamente dedicato allo sport.

Elemento chiave, però, considerato fiore all’occhiello del progetto, sono i "Bagni del Palazzotto", ovvero una spa realizzata nell'ex casa Ruffolo, oggi immobile pubblico, che viene interessato da un intervento di "rebuilding" per restituirgli l’antica grandezza, trasformandolo nel primo centro benessere in un edificio storico di tutto l'hinterland cosentino.

Il Palazzotto era un tempo l'antico accampamento dei francesi incaricati di proteggere Consentia dalle incursioni saracene. Questo sito, conosciuto anche come borgo delle Tinozze, riflette le peculiarità del territorio castroliberese, caratterizzato dalla presenza di grandi masse calcaree nel sottosuolo e da acque pure e cristalline. 

Qui è stata eretta nel 1888 una fontana nel punto in cui da sempre sgorgava un rigagnolo di acqua, conosciuta come "Truglio".

Il Sindaco di Castrolibero ha riferito di essersi ispirati al modello di Bormio e al successo dei bagni vecchi e nuovi della cittadina in Valtellina. Approccio che trasforma Castrolibero in un borgo storico accogliente, incentrato su un turismo lento votato al benessere e al relax.

Connubio che potrà realizzarsi grazie alla presenza di bagni turchi e piscine calde, armonizzati splendidamente con l'offerta enogastronomica, sull’esempio di Siviglia, con nuove strutture trasformate in luoghi di interesse culinario, come vinerie e prosciutterie.

E se, da una parte, il sindaco ha confermato che i lavori sono quasi completati, dall'altra si è soffermato sul problema della scarsa ricettività alberghiera in tutta la provincia di Cosenza, sottolineando come il Comune da lui guidato stia affrontando attivamente anche questa sfida. Parallelamente ai progetti pubblici, infatti, anche i privati sono stati sollecitati e coinvolti e stanno presentando proposte per aumentare la capacità ricettiva, supportati da incentivi e benefici offerti da diversi bandi, come il nuovo POR Calabria e altri finanziamenti regionali.

In conclusione, il sindaco, ha offerto uno sguardo dettagliato e una visione chiara del progetto "Castrufrancu e i Bagni del Palazzotto", rimarcando la sua capacità di riqualifica e rigenerazione urbana, e quindi sociale e culturale, per Castrolibero. Un unicum e un modello da esportare, che garantisce un'opportunità di sviluppo senza pari.

Ha infine evidenziato il consenso ricevuto a livello regionale e nazionale per l'iniziativa, ribadendo la determinazione del Comune nel portarla avanti, indipendentemente da eventuali cambiamenti nel contesto politico.

lunedì

In servizio su Castrolibero un nuovo autobus ad alimentazione 100% elettrica.

Nella mattinata odierna, fa sapere l'azienda Amaco Tpl Cosenza, sono stati immessi in servizio i due nuovi autobus ad alimentazione 100% elettrica destinati al servizio urbano della comunità cosentina.

Uno di questi due nuovi autobus - siamo felici di annunciarvi come Amministrazione di Castrolibero - è in servizio sul nostro Comune.

Ciccio Serra




sabato

"Un defibrillatore per il Comune di Castrolibero".

In data odierna, l’Associazione Risorgimento G.O. I. Palazzo Giustiniani, ha inteso conferire alla Città di Castrolibero un defibrillatore, collocato in prossimità dell’anfiteatro V. Tieri, alla presenza del Sindaco Orlandino Greco, l’assessore Nicoletta Perrotti e il Presidente del Consiglio Comunale, Angelo Gangi.


Il piccolo ma nobile gesto, é da ritenersi come un atto d’amore verso la collettività tutta.

"L’uomo è una canna pensante".
Pascal









giovedì

Castrolibero: nasce il progetto sulla "digitalizzazione dei beni culturali e librari antichi e membranacei".


È stato presentato, presso la sede del Comune di Castrolibero, il progetto sulla "digitalizzazione dei beni culturali e librari antichi e membranacei", che ospiterà anche il Museo Digitale della Calabria: "CALABRIA EXCELSA".

Il Polo, fanno sapere dall'Amministrazione, sarà gestito dal Centro di Alta Competenza Connessioni e avrà un ruolo importante nella didattica, sia all'interno della propria sede che nelle scuole. Nel corso della conferenza è stato sottolineato che, il progetto di digitalizzazione, è finanziato dal Ministero dell'Istruzione e il Comune di Castrolibero risulta essere partner istituzionale ed attuatore.

L'obiettivo è quello di offrire agli studenti calabresi l'opportunità di arricchire il proprio bagaglio formativo aprendosi verso le frontiere del futuro, fatte di competenza, conoscenza e modernità applicate alla valorizzazione e divulgazione della storia, dell'arte e della cultura più specificatamente calabrese.

A introdurre la conferenza è stato Fabio Gallo - fondatore di ItaliaExcelsa -.

<<Il progetto si digitalizzazione è frutto di sinergia coordinata tra Comune di Castrolibero e Fondazione Culturale "Paolo di Tarso"; il Polo sposa il futuro e, oltre a svolgere il proprio ruolo nel mondo del patrimonio culturale, sarà anche prima sede fisica del museo digitale della Calabria: CALABRIAEXCELSA recentemente presentato presso la Camera dei Deputati. L'Amministrazione di Castrolibero è stata molto attenta a determinate dinamiche dando così la possibilità, a tante persone, di usufruire di servizi all'avanguardia e regalando anche una sede a costo zero>>.

Ha espresso poi il suo entusiasmo per il progetto, Raffaella Ricchio - Assessore alla pubblica istruzione, ai servizi demografici, al contenzioso e alle Pari opportunità -.

<<La nascita del Polo sarà proprio vicino alla sede del Comune. Un progetto che prevede la realizzazione di alcuni laboratori digitali dedicati agli studenti ma anche al personale docente>>.

Andando avanti con questo slancio emotivo.

<<La mia responsabilità è tanta, perché so di avere un ruolo molto importante e delicato nei rapporti tra il Ministero e le scuole. Con il solito entusiasmo che mi contraddistingue, inizio questa nuova sfida in nome di un progresso che, finalmente, possa porgere la mano al futuro ma tenendo forti le radici del nostro passato>>.

Si unisce alla soddisfazione di Raffaella Ricchio, il Presidente del Consiglio Comunale di Castrolibero, Angelo Gangi.

<<Da Castrolibero nasce un'opportunità per tanti studenti: una sfida di modernità che porta il nostro territorio ad essere punto di riferimento per le nuove tecniche di digitalizzazione. Formare le nuove generazioni è fondamentale per avere più professionalità e competenza>>.

E c'è spazio anche per una stoccata verso la "città unica".

<<Siamo, in questo senso, l'Amministrazione dei sì, escluso però quello alla città unica, non per partito preso ma perché crediamo che ogni decisione debba essere presa attraverso la volontà dei cittadini: questo è un passaggio imprescindibile per ogni paese democratico>>.

Presente alla conferenza anche Mariano Zinno - dirigente del Comune di Castrolibero -.

<<L'ufficio comunale si è messo subito a disposizione fornendo un locale per questo innovativo progetto. Un progetto che, voglio ricordare, non è fondamentale solo per Castrolibero ma per tutta la regione Calabria>>.

In chiusura l'intervento del Sindaco di Castrolibero, Orlandino Greco, da sempre attento a determinate dinamiche.

<<L'Amministrazione da subito ha voluto investire su questo progetto perché bisogna prevenire gli eventi che verranno e la digitalizzazione è il futuro del nostro mondo. Un museo multimediale è un'apertura alle nuove tecnologie, rendendo, in questo modo, un territorio all'avanguardia. Dedicare a tutto questo, una sede nel Centro Storico, è significativo in quanto stiamo lavorando per far diventare il nostro borgo a vocazione turistica e altamente legato alla modernità>>.

martedì

"Noi, agenti di polizia penitenziaria, trattati senza rispetto".

Succede che nei giorni della Fiera di San Giuseppe, per tutelare l'ordine cittadino, si arrivi a diverbi accesi anche tra forze dell'ordine.

<<Nella giornata di domenica è scoppiata una situazione molto spiacevole, che ha reso protagonista, in negativo, la polizia municipale di Cosenza>>.

Ce lo racconta Roberto Falvo - agente di polizia penitenziaria -.

<<Come sempre, noi agenti della polizia penitenziaria, ci rechiamo nei pressi del carcere di Cosenza per adempiere alle nostri funzioni. Nella giornata di domenica, invece, ci siamo visti bloccati dalla polizia provinciale che ha negato l'accesso ai nostri parcheggi adiacenti alla struttura>>.

E continua.

<<La strada in questi giorni di fiera è stata chiusa per tutti ma naturalmente non per noi che abbiamo l'accesso per poter così svolgere il nostro lavoro>>.

E prosegue con un pizzico di amaro in bocca per ciò che è avvenuto dopo.

<<Domenica ci siamo visti umiliati da alcuni colleghi della polizia municipale che non ci hanno fatto assolutamente entrare nell'area, in quanto, secondo loro, potevano entrare solo chi lavorava. Ma in quell'area noi abbiamo gli alloggi, decidiamo i turni da fare e anche se fosse solo per il parcheggio, quello è un nostro diritto, in quanto c'è proprio il parcheggio custodito dedicato alla polizia penitenziaria. Un diverbio che ci ha spiazzato perché la polizia provinciale, nella figura dei suoi funzionari presenti domenica, ha attuato un vero e proprio abuso di potere oltrepassando i nostri diritti>>.

E conclude.

<<Questa spiacevole situazione ha creato poi numerosi disservizi all'interno del carcere con ritardi nell'ordine quotidiano delle varie funzioni all'interno dell'istituto.

Queste situazioni, in una città che vuole creare eventi ed essere all'altezza delle grandi metropoli, non dovrebbero mai accadere e invece, purtroppo, siamo qui a raccontare una pagina triste e che può diventare un pericoloso precedente>>.

Cronaca di un giorno qualunque che è diventato un battibecco tra due forze di sicurezza, le quali, dovrebbero garantire serenità e ordine nei loro specifici ambiti.

La testimonianza di Falvo è da intendere come voce comune di tutta la polizia penitenziaria di Cosenza.

mercoledì

"Tifare Cosenza e i ragioni di un obbligo identitario".

 


Ora più che mai sostenere i colori rossoblu è una sorta di obbligo identitario per tutto quello che è successo.

Al di là di ogni facile campanilismo, da queste pagine voglio essere molto chiaro e obiettivo.

Il campo ha detto che il Catanzaro, come squadra, è nella sua totalità superiore rispetto al Cosenza.

Lo è per come gestisce la partita ogni volta; per come gesfisce il vantaggio e per una maturità a livello di organico sorprendente.

Detto questo, l'episodio arbitrale della rete annullata a Calò, desta qualche dubbio su come sarebbe potuta finire la gara. Ma di errori arbitrali ne è pieno il mondo è per questo non bisogna fossilizzarsi su di essi per giustificare una sconfitta alquanto giusta.

GLI SPALTI

E invece sugli spalti come è andata? È andata come non doveva andare, perché se invece di 800 tifosi se ne presentano 1400, è davvero un altro conto; pensate se a Catanzaro fossero andati in 1400, certamente avrebbe avuto tutto un altro sapore.

Poi, altro elemento: si parla molto del tifo organizzato del Cosenza che non è stato all'altezza ma anche qui ci sono tantissime cose da chiarire.

L'inizio del match ha visto un'atmosfera incredibile tanto che anche i cronisti di Sky e di Dazn hanno sottolineato il clima stupendo che c'era, con i cori della Nord che magicamente invadevano l'audio nei primi minuti della telecronaca.

Poi cosa succede? Entrano i tifosi del Catanzaro, ma la Nord regge l'urto del loro naturale entusiasmo.

Dopo pochi minuti segna però il Catanzaro e come spesso accade, la forza di un tifo cede sempre il passo al risultato che la partita si trascina. L'entusiasmo dei giallorossi ha fatto centro, trascinato da una partita positiva, e credo sia più che naturale: pensate, infatti, a cosa sarebbe successo a parte invertite.

Ciò non toglie il grande impatto dei tifosi del Catanzaro che, lo dico obiettivamente e sinceramente, sono stati fra i più incisivi fra tutte le tifoserie ospiti arrivate quest'anno al San Vito.

Lo hanno detto dei tifosi del Cosenza a Bari e in tante altre trasferte, tessendo tutti le lodi del nostro popolo, non vedo perché non bisogna dirlo degli altri.

POST PARTITA

Una falla assurda quella dell'organizzazione che già aveva visto qualche avvertimento prima del match, con la fuga di notizie dei biglietti non autorizzati ai tifosi del Catanzaro. Già lì si doveva pensare ad un piano di contrasto per evitare il peggio.

Poi se fra tifoserie c'è stato lancio di fumogeni quello è un altro aspetto che però, nei limiti, rimane sempre nel contrasto tra tifoserie per di più, così vicine al San Vito nei loro settori.

Ciò che invece si dovrà approfondire ancora, è ciò che è successo dopo ma io sintetizzerei cosi: alcuni tifosi cosentini, senza razionalità, tirano sassi e fumogeni contro i pullman dei tifosi del Catanzaro. È successo a tutte le tifoserie ospiti, tante volte, anche a quelli di Cosenza nell'ultimo derby col Catanzaro in serie C. Vetri spaccati e grande paura. Robe sempre da condannare ma mai nessun tifoso è sceso dal pullman; mai a nessuno gli è stato permesso di scendere dal mezzo e farsi vendetta. Pensate se ogni volta succedesse così.

Ecco perché una parte dei tifosi del Catanzaro non può essere giustificata per aver portato il caos in una zona così vicina ad un centro commerciale, con famiglie al seguito. In questo sto cercando di essere più che mai obiettivo, tifando Cosenza ma rimanendo lucido, da una parte e dall'altra.

Poi il resto è sano sfottò, perché ora la Calabria è giallorossa ma il calcio è bello perché un anno ti sembra di toccare il cielo con un dito e l'altro sei già all'inferno; attenzione però, io non auguro il peggio al Catanzaro, anzi, perché da chi tifa Cosenza vorrei sempre una mentalità più matura, cioè, ci sta magari che un tifoso possa gioire per una sconfitta di un'avversaria così "sentita" ma sarebbe più opportuno pensare ai risultati della propria squadra senza sperare nel fallimento degli altri.

Il Catanzaro merita dove sta in classifica, ampiamente, come la nostra bestia nera, Iemmelo, merita gli elogi che arrivano dagli addetti ai lavori. Non si fanno 11 gol per caso in serie B.

Ma più è grande la sconfitta più aumenta l'amore verso i colori rossoblu.

Non saremmo mai stati in A; non saremmo in vantaggio negli scontri diretti; ma proprio per questo l'amore verso questa maglia è ancora più grande e folle.

Ho tessuto le lodi del tifo del Catanzaro e della squadra ma non ho visto purtroppo nessuno elogiare quella cornice stupenda del San Vito: le coreografie; l'affluenza di pubblico; l'organizzazione; le tante famiglie; i tanti bambini.

Al Sud, non tutti sono tifosi fanatici, molti simpatizzano anche per le squadre del Nord, io stesso tengo tanto anche ai colori nerazzurri, non c'è niente di male in fondo, ma partite come quella contro il Catanzaro oppure come quella contro la Sampdoria, entrambe andate male, fanno capire la forza di questa città che è racchiusa nei tanti tifosi della provincia e dei tanti paesi dell'hinterland innamorati di questi colori.

Bisogna far crescere questa mentalità che purtroppo a Cosenza viene fuori poche volte ma quando lo fa, ha una potenza e un impatto come pochi.

Buon campionato a tutti.
Per sempre dalla parte rossoblu.

"Ti seguo sempre anche se perdi sempre".

Davide Beltrano

"Orlandino Greco: fenomenologia di un vincente".


La storia politica di Orlandino Greco è viva di episodi, battaglie, sconfitte e vittorie. Come qualsiasi politico che si rispetti ci sono luci ed ombre che avvolgono il percorso.

E, appunto, Orlandino Greco non fa eccezioni, provocato verbalmente nelle ultime ore, per una scelta - il patto con la Lega - che viene vista con grande riluttanza da alcuni media.

Una scelta che, però, distoglie lo sguardo dalla sua vera essenza politica che intinge le mani in una certa e spassosa genialità.

Solo una mente navigata e pronta ai cambiamenti, come quella di Orlandino Greco, poteva arrivare ad un accordo politico che sembra, al di là del paradosso, una naturale dinamica politica.

Due movimenti che diventano partiti autonomi e che, con il passare del tempo, diventano nazionalisti progredendo la loro identità verso un'unione d'intenti che tenga a cuore, e con maggiore enfasi, le zone geografiche di propria competenza.

Due partiti, Lega e Italia del Meridione, che partono lontani ma che racchiudono in esse le stesse e identiche ragioni.

Un legame più che naturale che forse sancisce il definitivo abbattimento di ogni divisione politica, perché non solo Italia del Meridione scende a patti con la Lega ma anche quest'ultima fa lo stesso, esaudendo quel bisogno primario di trovare terreno fertile al Sud, dove, soprattutto in Calabria, non fa scandalo che Forza Italia sia il primo partito, e dove, per l'appunto, la Lega, già da tempo riesce ad avere un seguito importante con un'ascesa costante.

Orlandino Greco ha così cavalcato l'onda di questo cambiamento portando avanti un patto politico che ha avuto già il suo primo atto durante le provinciali, a dicembre, e che ora vede un partito del Sud arrivare ad un accordo storico e che perché no, utile per tenere a bada scelte di poco conto per il Meridione.

Se Lega vuole agire sempre di più al Sud, allora che agisca con qualcuno al suo fianco che faccia le ragioni del Sud. E in un'epoca dove non esistono più schieramenti politici e dove ognuno ha trascorsi da una parte e dall'altra, rappresentare le ragioni della propria Terra è quanto di più necessario possa esserci.

E per Orlandino parlano i risultati, basti vedere Castrolibero come sia cresciuta in 20 anni passando da comune limitrofo a territorio fondamentale per tutta l'area urbana di Cosenza, non cadendo in baratri finanziari come Rende o la stessa Cosenza; facendo crescere la propria popolazione con nuove infrastrutture, palazzi, servizi e zone verdi per bambini.

Riuscendo sempre ad accontentare la maggior parte dei cittadini che, anche nell'ultima campagna elettorale, hanno strapremiato la compagine politica di Orlandino. E, anche in questa battaglia amministrativa, l'opposizione nei suoi confronti è stata forte ma, a conti fatti, nulla ha potuto per fermare la riconferma del Greco.

Naturalmente ci sono anche tanti elementi che fanno da contraltare all'operato di Orlandino Greco, tante volte lo abbiamo segnalato, come la poca attenzione su alcune aree del territorio, ma sempre in un dibattito aperto e che lo vede presente ad ogni attacco, senza mai risparmiarsi ed essendoci per una risposta nel bene e nel male.

È forse l'unico politico che è stato condannato da alcuni media prima di una sentenza; dichiarato sconfitto prima di una sconfitta; morto politicamente prima della sua fine; vincitore senza opposizioni; e nonostante tutto rimane ancora sulla cresta dell'onda essendo libero e così scevro da ogni condizione puntata dall'alto, scegliendo in autonomia - insieme al suo partito naturalmente -  il suo percorso.

Se ne possono dire tante su Orlandino, e tante volte lo abbiamo fatto anche noi, ma non che sia schiavo di partiti o poteri calati dall'alto: questa scelta autonoma a favore della Lega dimostra la sua capacità di saper leggere i tempi che arriveranno e la sua competenza politica che vede, in Castrolibero, la sua massima espressione.

venerdì

"La città di Mendicino avrà a disposizione un'altra offerta politica che vedrà il Prof. Raffaele Vena come candidato a Sindaco".

 

Docente in un importante Liceo della città, ricopre la carica di consigliere comunale da 23 anni ed ha ricoperto incarichi governo nella cittadina delle Serre.

Già Vice Sindaco e assessore è considerato un amministratore fattivo e competente e a lui è legato l'avvio di importanti opere pubbliche quali il centro di raccolta, il parco fluviale e il piano di gestione forestale.

Nelle scorse due consiliature è stato fra i banchi della minoranza, distinguendosi per la pertinenza e la compostezza dell'azione politica improntata ad un confronto duro ma sempre costruttivo e rispettoso dei ruoli consiliari.

"È con un forte senso di responsabilità - continua la nota - che accolgo e faccio propri il sentimento di riscatto e la voglia di cambiamento che viene dalla comunità mendicinese e raccolgo, con serenità e fiducia, le sfide che ci aspettano con la consapevolezza che l'energia da mettere in campo per risanare il tessuto della nostra cittadina, sofferente come mai prima, non sarà di poco conto.

Lavorerò fin da subito alla creazione ad un contesto di squadra che esalti le professionalità, i saperi, la creatività, la competenza e il talento che è in grado di offrire la nostra comunità.

L'invito e l'augurio è quello di una riflessione nel segno della rimozione dei contrasti e delle difficoltà al confronto che caratterizzano l'attuale discussione politica a favore del superamento dei personalismi ideologici della ricerca di una maturità politica che spinga oltre il recinto dell'appartenenza.

Si tratta - continua la nota - di instaurare un clima distensivo e di collaborazione nellinteresse del paese e dei suoi abitanti. Mendicino è di tutti noi e, unendo le migliori forze, possiamo dare un contributo utile alla crescita dell'intera comunità.

La buona politica deve uscire dal chiuso per aprirsi al territorio, deve guardare al futuro della città, deve misurarsi con i problemi dei cittadini, ridando centralità al paese, alla persona, con i suoi diritti e i suoi bisogni.

Chi ambisce alla carica di sindaco deve farsi garante e portatore di giustizia sociale che miri a realizzare quanto è necessario per i nostri giovani, per le tante famiglie che vivono in condizione di disagio sociale ed economico, per i fragilie gli anziani, suscitando legittime speranze fra i propri amministrati.

Il programma che andremo a realizzare e che sarà frutto di uno sforzo collettivo e di condivisione metterà al centro la persona umana e il territorio che dovrà ritornare a standard di decoro urbano dignitosi e la cui promozione avverrà attraverso l'esaltazione delle eccellenze di cui è ricca la nostra città, dalla storia, ai mestieri, all'arte, alle tradizioni, allenogastronomia e all'associazionismo.

La nostra proposta avrà un un punto cardine nella cultura intesa come valorizzazione della nostra identità e della nostra storia e terremo alta l'attenzione verso il mondo della scuola istaurando una costante collaborazione con gli istituti cittadini, proprio perché le nuove generazioni rappresentano il propulsore, l'anima e e l'essenza più vitale del paese ltalia e la cui cura rappresenta il vero investimento per prevenire forme di devianza e violenza che stanno minando la tenuta della nostra società sempre più fluida, individualista e distratta.

Nei prossimi giorni, apriremo una serie di tavoli di trattativa nella convinzione di rappresentare un punto di riferimento politico qualificato e dotato delle competenze necessarie a vincere le complesse sfide del futuro e capace di assicurare una guida non solo politica ma soprattutto culturale in grado di interpretare le dinamiche contemporanee che le città del nuovo millennio dovranno fronteggiare".

giovedì

Inter: "Tre enigmi da risolvere per arrivare alla perfezione".

 


Siamo già davanti un bivio interessante. I prossimi impegni, infatti, metteranno già a dura prova il gruppo di Simone Inzaghi che ha già dato un segnale forte al campionato con una vittoria schiacciante su una diretta concorrente come l'Atalanta.

E le prossime partite diranno di più su dove può arrivare questo gruppo con quello snodo pericoloso fra esordio in Champions contro il City - fuori casa - e il Derby che si preannuncia infuocato.

L'Inter ha però la sicurezza di chi, dopo una mezza frenata, ha già chiaro l'obiettivo e il metodo per arrivarci: il gioco totale, senza dar respiri all'avversario e facendo delle fasce laterali i suoi punti di forza.

Ma a brillare non sono solo i titolari: Frattesi e Ziliesky, infatti, sono pronti a prendersi l'Inter in mano, Inzaghi permettendo. Il suo, a conti fatti, è sempre un approccio molto moderato con gli ultimi arrivati, anche se Frattesi ormai è diventato un veterano che stenta a trovare la via della continuità parlando di presenze in campo. A bloccarlo è un dato puramente tecnico: il Mister lo vede come sostituto naturale di Barella e non di Mkhitaryan che ha, invece, una predisposizione ad esser affiancato a Zieliński, il quale, ormai è pronto per il suo esordio in campionato.

Ma la stagione è lunga e questa Champions porterà ad un cambio di titolari più sostenuto e certamente meno matematico.

La sosta per le nazionali porterà indietro giocatori più stanchi e un recupero più lungo per tutti. La rosa non è corta e, soprattutto in mezzo e nel reparto difensivo, la girandola degli interpreti è ben oleata.

Fra gli aspetti negativi, invece, da tenere in considerazione, si affacciano tre quesiti:

1-a destra Darmian è da considerare ancora un fluidificante di spessore per big match? E dumfries è davvero in questo momento superiore al buon Matteo?

2-Per far rifiatare Chalanoglu, Asslani è ancora la scelta più indicata oppure meglio adattare Mkhitaryan in regia?

Infine, 3-il reparto offensivo è all'altezza per una stagione così lunga se si fa eccezione del tris Lautaro-Thuram-Taremi?

Il futuro dell'Inter gira intorno a questi tre quesiti e forse un'altra incognita che valuteremo nel tempo come il centrale difensivo.

Davide Beltrano



martedì

Cos'è Sanremo 20-24?


È Irama che porta la canzone più bella del Festival ma che non vincerà sicuramente.

È la Mannoia che provoca le coscienze dei maschilisti e la Bertè che si racconta in un brano forte e divertente.

Sono Emma e Annalisa che si divertono senza pressioni di classifiche con brani che spopoleranno in radio e che puntano alla forza dei loro incisi.

È Alessandra Amoroso che si cuce addosso un brano "furbetto", creato ad hoc per la vittoria.

Sono i Negramaro che, insieme ad Irama, hanno la canzone più bella del Festival, ma sbagliano i volumi fra voce e strumenti e in molti non si accorgono appieno della bellezza del loro brano.

Sono i The Kolors che ci prendono gusto con i ritmi che trascinano in radio. Il Volo che provano a giocarsela sulla melodia ma che non sfondano proprio stavolta; Diodato che porta un brano lontano dalla sua qualità cantautorale.

Nek e Renga che cantano forse la canzone peggiore della loro carriera; sono i Ricchi e Poveri quasi imbarazzanti. È Angelina Mango che fa Madame in un pezzo che funziona, però, di Madame, gusto personale in quanto la adoro, ce n'è solo una.

È Gazzelle che fa il Gazzelle, e menomale; Mahmood che riprova il colpa da 90 ma stavolta ci va lontano; è Sangiovanni che boh... Geolier perché!? Alfa che almeno indossa un bel paio di Jordan. 

È un Festival così così, senza grandissimi acuti ma con tanti tormentoni radiofonici. Perché la musica ormai va in tre minuti. Non ascolta più nessuno, esclusi i "fan" veri, un album intero.

Più canzoni per entrare in sigle su Tik Tok piuttosto che brani con testi importanti.

Salviamo la musica da questo futuro imbarazzante.

Viva il Festival, comunque vada... e ovunque vada!!

IlFolle