Nel corso
degli ultimi anni, ex affiliati della ‘ndrangheta calabrese, hanno gettato un
fascio di luce cospicuo sulla struttura di questo sistema mafioso.
L’Unità
più alta della ‘ndrangheta calabrese è la cosca ‘ndrina che si fonde, in larghissima misura,
su una famiglia di sangue. Più cosche legate tra loro, danno vita al “locale” che costituisce l’unità fondamentale
dell’aggregazione mafiosa in un determinato territorio. Per la costituzione del “locale” è necessaria la presenza di 49
affiliati; ogni “locale” è diretto da una terna di
‘ndranghetisti detta “copiata”,
rappresentata dal capo bastone, dal contabile e dal capo crimine. La copiata
deve essere dichiarata ogni volta che un affiliato si presenta in un locale
diverso da quello di appartenenza.
Il
contabile oltre alle finanze, si occupa della baciletta,
cioè la cassa comune dove affluiscono i proventi dell’attività criminale. Il
capo crimine è responsabile di tutte le azione delittuose; sia il contabile che
il capo crimine devono sottostare alle disposizioni del capo bastone che, generalmente, possiede una
propria famiglia naturale di notevole ampiezza. Spesso per rinsaldare i
rapporti con altre famiglie mafiose vengono creati matrimoni che ricompongono
le faide e creano aggregazioni più forti. Ogni capo ha il potere di vita o di
morte sui suoi uomini ed ha diritto all’obbedienza assoluta. Quella del capo
famiglia è una carica che si tramanda generalmente di padre in figlio. Per
l’approvazione di nuovi affiliati c’è bisogno della parola del capo bastone: i nuovi affiliati
vengono presentati in una riunione del “locale” generalmente a fine mese, di sabato,
all’imbrunire. Quando una ‘ndrina raggiunge il numero di 60 affiliati
che hanno in comune la stessa copiata,
il capo famiglia può costituire una ‘ndrina
distaccata che, di
solito, possono essere 7.
Le
affiliazioni, dette taglio della
coda, avvengono nel territorio del “locale”;
quando il patto avviene in carcere, le affiliazioni vengono definite semplici. La struttura della
‘ndrangheta sin dall’800 si divideva in società
minore e società maggiore.
Nella
minore ci sono picciotti semplici e di giornata che hanno il compito di
informare gli affiliati delle riunioni. Poi ci sono i camorristi che possono
essere di fibbia, formati e
sgarri. I camorristi di fibbia possono convocare e presiedere
riunioni in cui vengono affiliati nuovi adepti; i camorristi formati possono fare le veci dei capo bastone; i camorristi di sgarri sono quelli che hanno compiuto azioni
valide, ma non per forza di sangue . Lo sgarrista può essere anche di sangue quando ha
commesso almeno un omicidio. A ciascuna nomina corrisponde un santo o una
santa: il picciotto Santa Liberata; il camorrista Santa Nunzia; lo sgarrista
Santa Elisabetta.
Chi
non fa parte dell’organizzazione criminale viene definito contrasto, mentre i fiancheggiatori sono quelli di cui ci si può fidare e
che potrebbero entrare a far parte dell’organizzazione.
Per
quanto riguarda la società maggiore, partendo dal basso, la prima figura è
quella del santista, sono sgarristi che hanno dimostrato un certo valore.
Sette affiliati con il grado di sgarrista formano la società maggiore, detta anche santa. Il ruolo
successivo è quello del vangelo,
dove abbiamo gli ‘ndranghetisti con mansioni decisionali di grande
livello.
Il simbolismo
è molto forte nella ‘ndrangheta, è una sorta di codice etico, per esempio, il
simbolo dei ramoscelli rappresenta i picciotti. Il codice bisogna memorizzarlo
e mai trascriverlo, è una sorta di linguaggio di appartenenza.
I
contrasti onorati nella
‘ndrangheta, si dividono inoltre, le colpe in trascuranza
e sbagli. Le prime sono infrazioni di lieve entità, punite con la
sospensione di un mese dall’associazione; gli sbagli invece, vengono puniti con la morte.
Per
entrare a far parte dell’organizzazione ci sono dei riti di iniziazione:
bisogna innanzitutto pungersi il dito con un ago facendo cadere il sangue
sul santino di San Michele Arcangelo protettore della ‘ndrangheta, poi, il
santino, viene bruciato e il capo
bastone attraverso un
discorso omologato e conforme alle regole mafiose, per ogni entrata nomina il contrasto onorato come picciotto
d’onore.
Il
vincolo associativo si estingue solo con la morte.
Davide
Beltrano IlFolle
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