martedì

"Oltre l'autismo": la storia di Alberto




Oggi vi parlo di Alberto. Sì, questa settimana la rubrica “Social in Pills” si arricchirà di un breve racconto sulla storia del piccolo Alberto, un bimbo di cinque anni al quale è stato diagnosticato la sindrome dello spettro autistico.

In Italia stanno aumentando in modo esponenziale i casi diagnosticati di autismo. 
La letteratura scientifica e le ricerche mediche hanno individuato che l'origine di tale disturbo può non essere solo genetico. Vi sono diversi tipi di autismo e soprattutto diversi modi di manifestarsi.

Per quanto riguarda Alberto, si può dire che è un bimbo con spiccati doti di osservazione. Ha un perfetto “contatto oculare” con la sua terapista, è attento ad ogni cosa che lei gli propone. È un bimbo dolce con degli occhioni che esprimono la voglia di vivere, cosi come fanno tutti i suoi coetanei normotipici.

Da poco più di un anno gli è stato diagnosticato questo disturbo del neurosviluppo e Alberto ha difficoltà nella comunicazione verbale. Emette solo dei suoni ma cerca in tutti i modi di farsi capire, usa i segni per indicare tutto ciò che vuole fare durante la sua terapia giornaliera. È un mangione e questo lo si può capire da una semplice cosa: durante uno degli insegnamenti strutturati, tipici della metodologia ABA, sceglie sempre per quale degli oggetti proposti vuole lavorare. Bene, Alberto sceglie sempre tutto ciò che è edibile. Va dal wafer al cioccolato, alle patatine, alle caramelle e alle brioche. Tra i suoi giochi preferiti vi è senza ombra di dubbio la creazione di animaletti con il Didò, ma ciò che lo fa divertire più di tutto è giocare con gli incastri e con i puzzle. Esprime, con l'aiuto della sua terapista, tutta la sua creatività e la sua abilità acquisita nel mettere le tessere e le costruzioni al posto giusto.




Ma ciò che voglio far emergere è la sua particolare sensibilità e il suo speciale rapporto con ognuna delle terapiste. È un coccolone, cerca sempre gli abbracci e ama farsi fare il solletico!

Ma perchè raccontarvi di Alberto e del suo disturbo?
Per farvi capire che sicuramente dietro all'autismo c'è molto più di quello che pensiamo. Ci fermiamo solo alle apparenze, invece di soffermarci ad osservare ciò che loro possono dare a noi. Sì, hanno bisogno di continue terapie e di qualcuno che favorisca loro quella poca autonomia che potrebbero sviluppare. Ma dietro quel loro comportamento stereotipato e continuo bisogno di attenzioni, vi sono bimbi e ragazzi che ci comunicano a modo loro tutto il proprio mondo. 

L'autismo non è un semplice “disturbo”, ma è guardare alla vita e alla realtà con gli occhi di un bimbo con tale deficit. È capire e mettersi nei loro panni in un continuo scambio comunicativo.
E per citare Pier Paolo Pasolini, “la diversità di ognuno di noi non è un'arma per discriminare, etichettare, ma una ricchezza”.


Giorgia Tagarelli


Per questa testimonianza, ringrazio di vero cuore Sara, un tecnico del comportamento ABA.
Per il rispetto alla privacy sono stati osservati i canoni sulla riservatezza. 
Pertanto sono stati usati, sia per il bimbo sia per la terapista, nomi assolutamente inventati.


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