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Sanremo 2025: il Festival della musica e della normalità

 

Il Festival di Sanremo ha confermato una certezza: Brunori Sas è ormai un fenomeno riconosciuto da tutti. Ha ribadito anche che una classifica finale davvero meritocratica non esisterà mai, perché ognuno ha i propri gusti e i propri preferiti. E soprattutto ha dimostrato, ancora una volta, che ogni novità viene accolta con timore e critiche infinite, come è successo al vincitore Olly, travolto da tanto amore ma anche da attacchi spesso ben lontani dalla musica.

Il Festival di Carlo Conti è stato esattamente come previsto: equilibrato, senza colpi di scena, senza momenti comici memorabili, senza satira politica, anzi, senza satira in generale. Ma forse proprio questo era ciò che il pubblico desiderava: musica e basta. Un evento che si è trasformato in una sorta di comfort zone, nella quale Carlo Conti ha costruito – e costruirà – altri successi. Perché, al di là dei gusti personali, Sanremo 2025 è stato un trionfo in termini di ascolti e consenso.


È stato il Festival di tutta Italia, come suggerisce il brano di Gabry Ponte, con un cast capace di avvicinare i giovani e brani non sempre di altissima qualità, tra tormentoni e canzoni nate più per le classifiche post-Sanremo che per la gara in sé.


Insomma, un Sanremo dal ritmo serrato, che ha puntato tutto sulla musica, evitando polemiche, incomprensioni e critiche superflue. Carlo Conti ha gestito il Festival con un gioco semplice e tattico, quasi un 4-4-2 calcistico, senza fuoriclasse ma con ordine e strategia. E ha vinto, senza se e senza ma.


Alla fine, però, conta solo il risultato? O forse no? Come sempre, ai posteri l’ardua sentenza.


Davide Beltrano – IlFolle

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