lunedì 2 luglio 2018

Fabrizio Moro e Davide Beltrano IlFolle: due mondi a confronto.




La diversità è ciò che più caratterizza questo mondo che abitiamo. Ognuno è unico e solo. Tutti portiamo con noi un particolare che ci dipinge come elemento irripetibile e non clonabile. La diversità però, in alcuni casi, può essere accomunata da analogie inspiegabilmente sorprendenti. Ed è proprio nella diversità che si possono celare affinità e tratti comuni. 

Davide Beltrano IlFolle e Fabrizio Moro sono opposti ma non contrari. Non si respingono ma si attraggono come una calamita che richiama a se quei mille spilli sparsi sul tavolo che non sai come raccogliere. Hanno una loro storia singolare, entrambi navigano nel mare dei dubbi che attanagliano la loro mente dopo aver proposto un lavoro importante. Hanno una innata propensione alla scrittura che dà vita a capolavori differenti. Le parole di Fabrizio si trasformano in canzoni mentre quelle di Davide si trasformano in libri. E’ proprio la penna ad essere il loro comune strumento. Una penna che sembra non terminare mai il suo inchiostro nero e marcante che imprimendosi sui fogli bianchi racconta una storia. 

A volte le parole vengono sminuite, si dà importanza ad un gesto quasi come se portasse con se una verità inequivocabile ed assoluta. Le parole, spesso, vengon giudicale male ed in maniera approssimata. Un “ti amo” scritto sul muro davanti casa sembra aver meno valore di un bacio dato davanti ad un portone. Tutti si affidano ai gesti più eclatanti per stupire. Le parole invece sono silenziose e delicate e quando ti rispecchi in quest’ultime te ne prendi cura quasi come se fossero il bambino più bello del mondo che con il tocco leggero della manina ti accarezza il viso. Sono sempre parole pensate, vere, vive. I loro scritti sanno come raggiungere il cuore della gente anche il più duro, superando ogni ostacolo grazie a quella potenza travolgente e stravolgente che aggredisce la mente di ognuno di noi. Affidano i loro pensieri alla carta che non si cancella mai neanche quando viene chiusa in un cassetto e ripresa dopo giorni, mesi o anni. Le emozioni  rimangono immutate nonostante il trascorrere del tempo. 

Queste analogie le possiamo cogliere ancor di più in un brano pubblicato da Moro nel 2013 contenuto nell’album “L’inizio”. “Comunicando” è pezzo di grande impatto emotivo. Un crescendo di prese di posizione. Ogni frase è dritta, decisa:

<<Comunque sono fiero di quello che sono,
vado avanti con la dignità di un piccolo uomo.
Non mi hanno regalato mai niente, niente.>>

Già nell’incipit troviamo un presente che asserisce l’essenza del proprio io. I due con dignità e senza sconti, regali, favoritismi ed agevolazioni si rimboccano le maniche ogni giorno perché la comunicazione è il sale della loro vita. 

Le loro parole non sono mai banali, ripetitive, già sentite o lette. Sono prive di ogni retorica ma nella loro semplicità e nella loro, a volte, scarna struttura sintattica diventano uno specchio riflesso delle nostre anime. Sono libere da riquadri stabiliti e da orpelli, non ricorrono a metafore e si spiegano da sole. 

Moro e Beltrano si sono incontrati diverse volte ed i loro incontri hanno portato alla nascita di un libro: “Fabrizio Moro: uno di noi”. La biografia del cantautore romano scritta dal Folle ricalca i momenti più salienti della carriera di Fabrizio attraverso un viaggio simbolico nei suoi album. Il libro ha avuto forse più del successo sperato infatti Davide spinto dall’amore per la musica del Moro e interessato a questo percorso professionale tortuoso che sembra somigliare al suo ha deciso di scrivere un secondo libro, una biografia aggiornata ed arricchita da aneddoti e curiosità. 

Il loro recente incontro risale all’aprile 2018 dopo il lungo instore promozionale dell’ultimo album di Fabrizio, “Parole rumori e anni”, presso il CC Metropolis di Rende. Nonostante la stanchezza, Fabrizio si è intrattenuto col nostro Folle con il quale ha discusso alcuni dettagli di questo tanto atteso libro che verrà pubblicato tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019. Fabrizio è a suo agio, fuma una sigaretta e sembra esser rapito dalle parole di Davide che gli illustra questo progetto. Hanno gli occhi scuri, simili che si cercano e non si perdono mai. Son seduti attorno a questo tavolo come due vecchi amici. Non sono più lo scrittore ed il cantautore.  Sono solo due amici tanto diversi quanto simili uniti da un sodalizio affettivo e professionale che probabilmente non finirà mai. 

Ci cibano grazie alle loro emozioni che inevitabilmente diventano nostre e ci si cuciono addosso come un vestito su misura.  Chi li ama non si sazia mai anzi è sempre più affamato e voglioso di novità.

Anna Ciardullo


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