Oggi ho intervistato Max La Salvia, chitarrista della rock band
catanzarese “I senza tempo”.
Ho rivolto a lui le solite e banali domande di routine che
sono però essenziali per conoscersi.
Ciò che mi colpisce delle sue risposte è
la chiarezza immediata del suo parlare. Max è deciso, sicuro e non si serve di
giri di parole contorti per spiegarsi. Il leader del gruppo si ciba
quotidianamente dell’amore per la musica così come gli altri componenti della
band con cui condivide questo progetto musicale.
Due elementi fondamentali si evincono dal suo racconto:
diversità e fusione. Questo binomio sembra impossibile eppure la combinazione
di questi due fattori crea un equilibrio perfetto tangibile nei loro brani.
“Nasce così l’idea che la mia vita deve continuare solamente
a viaggiare senza una meta precisa rischiando ogni giorno di sbagliare” è una
delle frasi più caratterizzanti del loro primo singolo “Viaggio mentale”.
Probabilmente è proprio la voglia di andare sempre avanti e
di spingersi oltre a renderli così determinati e desiderosi di lasciare un
segno nel panorama musicale.
Max si è raccontato ed io ho scritto.
Chi siete?
<<Siamo cinque ragazzi di Catanzaro, città della
Calabria. Dispersi però in paesi limitrofi come San Pietro Apostolo, Soverato e
Marcellinara. Siamo infatti tutti distaccati dal centro. >>
Chi sono i componenti
di questa band?
<<La band è composta da me (chitarra elettrica/voce),
Manuel Santise (voce/chitarra acustica/armonica), Davide Pace (basso), Matteo
Perri (batteria/percussioni), Gregorio Froio (piano/ tastiere).>>
Quando nasce questo
gruppo?
<<Questo gruppo nasce nel 2014 come eredità di un
gruppo precedente dove tre di noi suonavano già. Spinti dall'amore per la
musica abbiamo deciso di costituire questa band. Nel 2016 si è aggiunto il
nostro batterista attuale, Matteo Perri e il tastierista Gregorio Froio.
Insieme abbiamo deciso di occuparci anche della parte musicale dedicata alla
creazione di inediti.>>
“I Senza tempo”,
perché?
<<Avevamo bisogno di un nome che potesse identificarci
e non a caso abbiamo scelto “I Senza tempo”. Ognuno di noi ha vari impegni tra
università, famiglia e lavoro perciò è proprio la mancanza di tempo ad essere la
vera costante del gruppo. Questo fa parte del nostro essere. Andiamo sempre di
corsa e siamo disorganizzati al massimo. Alla serata di Decollatura, al contest
di San Bernardo, io sono addirittura arrivato in ritardo sul palco. E’ un nome
scelto per gioco ma che rispecchia la nostra realtà.>>
Dove create i vostri
progetti musicali?
<<Il nostro habitat si trova tra il mare e la collina.
Ci ritroviamo in questa sala studio di cui paghiamo un affitto e abbiamo
registrato qui anche il nostro secondo inedito che uscirà a breve e si
intitolerà “L’errore”.>>
Che genere suonate?
<<Il nostro genere cade molto su un rock tra gli anni
’70 e gli anni ’90 però non abbiamo un suono ben preciso dipende molto dallo
stato d’animo richiesto dalla canzone, a volte infatti il suono può tramutarsi anche
in pop rock.>>
A chi vi ispirate
particolarmente?
<<Io non ho un idolo musicale. Ho avuto la fortuna di
fare una lunga gavetta durante questi miei quarant'anni. Quindi ho vissuto
molto l’epoca degli anni ’80 dove la tecnologia era poca e dunque sono partito
dalla musica folkloristica arrivando fino ai nostri giorni. Gli altri, tranne
il tastierista, sono nati negli anni ’90 più o meno, e si sono affacciati
subito ad esigenze musicali più rock. Il batterista è appassionato anche di
metal. Alla fine, la musica che facciamo è quella che abbiamo dentro. Possiamo
avere stili differenti ma fondiamo tutto ciò che caratterizza ognuno di noi.>>
Qual è il messaggio che
questa band si impegna a trasmettere?
<<Vorremmo che si aprissero degli orizzonti che in
questi ultimi anni si sono chiusi serratamente. Le case discografiche, la TV
guardano molto al business commerciale del singolo artista o della canzone
mettendo da parte quelle sensazioni, quelle emozioni che possono esser
trasmesse da chi suona, come noi, per passione. Si sta perdendo l’amore per la
musica a causa del business. Vorremmo cercare di riaprire un po’ le menti
soprattutto al Sud dove siamo ancorati a quelle tradizioni musicali che vedono
al centro un mondo folkloristico sempre così attuale e presente. Noi però vogliamo
fare rock.>>
Cosa sono per voi i
Live?
<<Il nostro DNA riusciamo a trasmetterlo molto dai Live.
L’energia non ci manca mai ma la paura di non riuscire a fare abbastanza non ci
abbandona nemmeno. In fondo, sul palco, hai 4 minuti a disposizione per
comunicare e ci tieni dunque ad essere impeccabile nell'esecuzione.>>
Che rapporto avete con
le cover?
<<Con le cover ci giochiamo. Ci divertiamo ad eseguirle
ma cerchiamo sempre di mettere il nostro mondo all'interno di ogni brano che
suoniamo. Ci piace sperimentare suonando brani di Rino Gaetano, Vasco Rossi,
Fabrizio Moro ed Ermal Meta spinti anche dalla passione di Davide IlFolle
Beltrano per questi artisti. Noi non eseguiamo semplicemente delle cover ma le
stravolgiamo.>>
Finisce così questo botta e risposta con Max La Salvia che in
poche e semplici parole ci fa comprendere l’essenza di questo gruppo. Impazienti
di ascoltare il loro secondo singolo che si chiamerà “L’errore” ed uscirà tra
pochi giorni, auguriamo a questi ragazzi una carriera sempre in salita. Il
talento e la voglia di comunicare non mancano. La loro unione di anime diverse
sarà il punto di forza di questo loro percorso attraverso la musica.
Anna Ciardullo.
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