Si sta riscrivendo la storia. La storia socio-politica, quella geografica e anche quella dell'umanità.
La notizia dell'autonomia e della indipendenza della Catalogna ha messo in discussione i valori e i principi sui quali si basano i più importanti diritti dell'uomo.
Questa sicuramente non è la sede adatta per discutere se sia idoneo e/o legittimo il referendum voluto dai catalani, ma senza dubbio non si può tollerare il "silenzio" dell'Europa, la violenza gratuita sulle persone che volevano solo esprimere ed esercitare il loro diritto di voto.
Ormai il lite motiv è sempre lo stesso: farsi la guerra. Un concetto, però, a tutto tondo. Tutto ricade nelle mere azioni contro il popolo e contro una sovranità.
Alla fine di tutto questo, pertanto, non dobbiamo meravigliarci di ciò che sta accadendo.
Il prossimo 22 ottobre gli elettori della Lombardia e del Veneto verranno chiamati a votare per un'autonomia della quale si discute ormai da anni.
Allora vi sarà un remake?
Lombardia e Veneto chiedono l'indipendenza dall'Italia e quindi la secessione?
A questa domanda, per fortuna, possiamo rispondere positivamente, in quanto le due regioni citate vorrebbero solo mutare e diventare "a statuto speciale". Certo, perchè in Italia non vige solo la Costituzione, ma un'altra fonte di diritto chiaramente sono gli Statuti approvati in ogni regione del nostro Paese.
I lombardi e i veneti chiedono solo nella gestione e nelle organizzazioni di fattispecie, determinata autonomia dal Governo centrale.
In sostanza, si chiede d’intavolare una trattativa per ottenere la gestione di quante più materie possibili nel pacchetto di quelle che la Costituzione indica come trasferibili o «concorrenti». Ventisei competenze in tutto. Si chiama regionalismo differenziato. Il menu è potenzialmente ricchissimo, dai giudici di pace alla sicurezza del lavoro, dalla tutela dell’ambiente ai beni culturali.
Sempre più verso un nuovo capitolo della politica italiana.
Giorgia Tagarelli
Nessun commento:
Posta un commento