martedì 13 giugno 2017

Hai paura se dico 'Disabilità'?



Disabilità: una semplice parola che nel linguaggio comune può indicare una varietà di significati.
Per quel che mi riguarda, la disabilità è qualcosa che può solo arricchire la comunità e la società nella quale siamo inseriti.
Lo dice la parola stessa: disabili come “diversamente abili”. Hanno abilità specifiche e proprie che le persone normodotate spesso possono non avere o prendere in considerazione.

Pensate ad un cieco che non potendo vedere, deve acuire il suo “sesto senso”, ossia potenziare ad esempio l'udito per riconoscere voci, suoni e quant'altro.
Oltre a riflettere sul valore profondo che il disabile ha e dà alla comunità stessa, un altro contesto molto importante da tenere in considerazione è la famiglia.
Come affronta la disabilità il nucleo familiare d'origine?

Molti sono gli studi e le ricerche condotte per capire i punti di forza, i punti critici e soprattutto il modo che ha la famiglia di reagire alla notizia di una disabilità (che sia mentale, motoria ecc.)
Si possono presentare degli squilibri nelle figure di riferimento, angosce, paure, pregiudizi, preoccupazioni per l'integrazione sociale.

Come è possibile supportare la famiglia allora?



Avete mai sentito parlare di resilienza? Questa “strana” parola rimanda semplicemente alla «capacità di superare momenti di stress e di riprendersi dalle difficoltà».
Il supporto sociale è molto importante per la famiglia proprio perchè dà la possibilità di mettere in atto la risorsa della resilienza. 

Molte sono le associazioni, talvolta fondate anche dalle stesse famiglie con parenti disabili, che danno il loro contributo e cercano con la giusta e adeguata progettualità di rendere migliore la vita di chi vive una problematica e di chi li assiste e li guida nella loro esistenza.

Le famiglie cosi sono orientate al mantenimento di una condizione di benessere per i loro cari, così come nella gestione e nell'organizzazione delle varie attività sociali, ludico-ricreative e anche sportive.
Si sa, d'altra parte, che sono molte le iniziative che vanno a migliorare le condizioni fisiche e psicologiche di un disabile. Possiamo fare riferimento alla pet therapy, alla ippoterapia, alla musicoterapia e così via.

Tutte queste attività aiutano la famiglia nella gestione dello stress e delle difficoltà, ma soprattutto a saper realmente aiutare il familiare che ha la disabilità.
Allo stesso tempo, quest'ultimo può sentirsi parte integrante di una società che, accantonati i pregiudizi, lo inserisce nella quotidianità, abbattendo ogni tipo di barriera.

Dunque, ricordate: la disabilità non è una cosa da buttare o da allontanare ma una risorsa per la comunità!


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