lunedì 19 giugno 2017

Le leggi, in Italia, sono uguali anche per gli stranieri?




Come è noto a tutti, in questi giorni si sta discutendo sulla vicenda legata al riconoscimento della cittadinanza italiana ai bambini stranieri nati sul territorio nazionale.
Già nel 2015, la questione era stata portata alla luce subito dopo l'approvazione, da parte della Camera dei Deputati, delle modifiche alla legge n°91/1992 e altre disposizioni in materia di cittadinanza.

Ma analizziamo meglio ciò che sta accadendo da quando, a distanza di due anni, le modifiche alla legge sono "approdate" in Senato.
Partiamo proprio da una semplice spiegazione su cosa è e cosa comporta lo Ius Soli.

Dal latino «diritto del suolo», si intende con esso l'acquisizione della cittadinanza in una data Nazione come conseguenza del fatto che si è nati sul territorio indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori.

Contrariamente allo Ius Sanguinis – diritto del sangue – che indica invece la trasmissione alla prole della cittadinanza del genitore.
Quest'ultimo è proprio quello adottato dal nostro Paese, a differenza di ciò che accade, ad esempio, negli Stati Uniti, dove viene applicato lo Ius Soli puro, ossia il riconoscimento in modo automatico e senza condizioni.

                        


Per rendere quindi più semplice tale applicazione e modifica della suddetta legge, la Camera ha previsto l'introduzione dello Ius Soli temperato.

Ma con la specifica “temperato” a cosa si potrebbe andare incontro? Beh, la questione è piuttosto semplice: possono fare richiesta e avviare le procedure per il riconoscimento, solo chi è nato da genitori stranieri in Italia e che abbia uno dei due genitori che sia in possesso del permesso di soggiorno, risiedendo nel Paese legalmente e in via continuativa da almeno 5 anni.

Come si può capire, quindi, le articolate differenziazioni sullo Ius Soli hanno fatto sì che quest'ultimo non solo fosse oggetto di scontro fra i vari partiti all'interno del Governo Italiano, ma anche e soprattutto l'ennesima “bagarre” tra Stato e Chiesa.

Dunque, dopo questa breve analisi, tocca proprio a te, gentile lettore!
Cosa ne pensi della legge che trae le sue origini dall'Antica Grecia e Antica Roma (addirittura fu resa applicabile dall'Imperatore Caracalla)?


Giorgia Tagarelli

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