lunedì 26 giugno 2017

L'Italia è ancora fondata sul lavoro?




È risaputo ormai che, con il crescere della crisi economica, diventa sempre più difficile il sostentamento per i cittadini italiani nella vita di tutti i giorni. Ma chi continua ancora a farne le “spese” sono i giovani che, a dispetto della vecchia generazione, fanno sempre più fatica ad autodeterminarsi. 

È più complesso, per i giovani italiani, trovare stabilità e accedere a quelle sicurezze lavorative e abitative che hanno sostenuto le generazioni precedenti. 

I dati continuano ad essere allarmanti e sembrerebbe che ai “piani alti” della politica italiana non si riesca a trovare giuste soluzioni per contrastare il fenomeno della disoccupazione giovanile e far diminuire i livelli vertiginosi delle statistiche.

Ciò che preoccupa, inoltre, è il divario che diventa sempre più netto tra Nord e Sud. Sebbene in tutta Italia il fenomeno è in continua crescita, risulta, dagli ultimi dati Eurostat, che proprio la Calabria sia la regione italiana ed europea a registrare il maggior tasso di disoccupazione giovanile (58,7%). Si pensi anche alle recenti notizie riguardanti la provincia e la città di Reggio Calabria che registra il livello più alto d'Italia.




Ma allora la domanda nasce spontanea. Le cause sono solo da ricercare e da attribuire alla crisi economica, che ormai sconvolge le famiglie italiane da quasi 10 anni? O le politiche giovanili non sono poi cosi incisive ed elaborate ad hoc per cercare di combattere e contrastare tale fenomeno?

Intanto, si sente parlare sempre più spesso di “fuga dei cervelli”. Tale fantomatica fuga è solo uno degli aspetti che sta rimettendo in discussione tutto il sistema attuale delle politiche del lavoro. Pertanto, a rafforzare il concetto vi è anche il problema legato alla necessità di individuare nuovi strumenti contrattuali, capaci di rispondere con efficacia ai veloci cambiamenti della società e del mercato del lavoro. 

Soluzioni idonee e legali in grado di dare la possibilità ai giovani ragazzi di costruire le basi per il loro futuro, lasciare il nido familiare e mettersi in discussione verso la propria autonomia.


Giorgia Tagarelli

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