lunedì 26 giugno 2017

L'Italia è ancora fondata sul lavoro?




È risaputo ormai che, con il crescere della crisi economica, diventa sempre più difficile il sostentamento per i cittadini italiani nella vita di tutti i giorni. Ma chi continua ancora a farne le “spese” sono i giovani che, a dispetto della vecchia generazione, fanno sempre più fatica ad autodeterminarsi. 

È più complesso, per i giovani italiani, trovare stabilità e accedere a quelle sicurezze lavorative e abitative che hanno sostenuto le generazioni precedenti. 

I dati continuano ad essere allarmanti e sembrerebbe che ai “piani alti” della politica italiana non si riesca a trovare giuste soluzioni per contrastare il fenomeno della disoccupazione giovanile e far diminuire i livelli vertiginosi delle statistiche.

Ciò che preoccupa, inoltre, è il divario che diventa sempre più netto tra Nord e Sud. Sebbene in tutta Italia il fenomeno è in continua crescita, risulta, dagli ultimi dati Eurostat, che proprio la Calabria sia la regione italiana ed europea a registrare il maggior tasso di disoccupazione giovanile (58,7%). Si pensi anche alle recenti notizie riguardanti la provincia e la città di Reggio Calabria che registra il livello più alto d'Italia.




Ma allora la domanda nasce spontanea. Le cause sono solo da ricercare e da attribuire alla crisi economica, che ormai sconvolge le famiglie italiane da quasi 10 anni? O le politiche giovanili non sono poi cosi incisive ed elaborate ad hoc per cercare di combattere e contrastare tale fenomeno?

Intanto, si sente parlare sempre più spesso di “fuga dei cervelli”. Tale fantomatica fuga è solo uno degli aspetti che sta rimettendo in discussione tutto il sistema attuale delle politiche del lavoro. Pertanto, a rafforzare il concetto vi è anche il problema legato alla necessità di individuare nuovi strumenti contrattuali, capaci di rispondere con efficacia ai veloci cambiamenti della società e del mercato del lavoro. 

Soluzioni idonee e legali in grado di dare la possibilità ai giovani ragazzi di costruire le basi per il loro futuro, lasciare il nido familiare e mettersi in discussione verso la propria autonomia.


Giorgia Tagarelli

mercoledì 21 giugno 2017

"Fra pochi giorni la pubblicazione del singolo di Daniele Riccio: PORTAMI CON TE".


E' da tempo che Daniele Riccio cercava una strada oltre quella dell'autoproduzione, perché per farsi ascoltare c'è bisogno dei migliori, di quelli che hanno prodotto mezza musica italiana e ora volgono lo sguardo altrove verso nuove promesse musicali. 

Daniele Riccio è un guerriero della musica, neanche ventenne, comunica il suo tormento interiore lasciandosi trascinare dalla musica, sua compagna di giochi e arma per lottare in questo mondo. Ma Daniele aveva bisogno di un grande della musica in Italia per poter estendere a più persone questo disagio, e come in un sogno questo grande è arrivato.

Sarà Dino Vitola a produrre il nuovo singolo di Daniele Riccio: "Portami con te", una sorta di immenso riconoscimento e attestato di stima nei confronti di Riccio, che può portare quest'ultimo nei grandi della musica.

Certo, la strada è lunga e il ragazzo dovrà avere la testa sulle spalle, ma Daniele è un guerriero di strada, uno al quale poco importa se ha davanti mille o due persone, perché ciò che si ha dentro non cambia a secondo del contesto, ma deve essere comunicato in egual modo, e Riccio lo sa bene.

Il suo brano è pop-delicato, potente al modo giusto e con un testo che si affida all'amore inteso come scelta esistenziale. Concetti maturi, da big della musica, concetti che provengono dal suo cantautorato che vista la giovane età, è da prendere seriamente in considerazione.

E allora mancano pochi giorni e poi potrete ascoltare 'Portami con te', sarà l'inizio... di un nuovo fenomeno musicale in Italia: DANIELE RICCIO!

martedì 20 giugno 2017

'Come se non ci fosse un domani': il rock italiano è ancora vivo!


Avete presente quando vi arriva un manto di guaina dritto in faccia e voi non potete fare altro che cedere al peso dello schianto? Ecco, il nuovo album di Omar Pedrini ridà proprio la stessa sensazione. 'Come se non ci fosse un domani', è un album rock, e già questa dovrebbe essere una notizia! Perché in un mondo dove tutti si piegano ai compromessi, alle scelte elettroniche da pc per risparmiare sui costi, Omar Pedrini crea forse l'album rock italiano più importante degli ultimi anni. Lo fa fottendosi delle mode musicali, delle tendenze odierne, perché Omar ha sempre avuto un solo obiettivo: fare del rock a modo suo! E la sua è un'evoluzione pur rimanendo fedeli a se stessi.

L'album parte con il singolo omonimo di lancio: 'Come se ci fosse un domani'. Un pop rock che sta spopolando in radio. Trascinante e fresco, un tormentone 2017, ma un tormentone di spessore che punta tutto su un testo liberatorio. 'Partiremo su quelle astronavi, io e te, come se non ci fosse un domani', quasi un discorso all'ascoltatore, una sorta di discorso introduttivo per preparare il suo pubblico al grande viaggio musicale.

Una volta c'era il 'Fuoco sulla collina' del grande Ivan Graziani, ora quel fuoco è diventato a volontà! 'Fuoco a volontà' è forse il capolavoro rock dell'album: profonda, potente, un rock pulito dedicato agli ultimi, agli emarginati, a coloro che rimangono sotto il fuoco e da lì escono più forti. Batteria potente, chitarre sognanti, un brano con un sound internazionale, e poi quella frase 'Giovani, cristi del nostro tempo', tutto e niente, demonio e paradiso, benvenuti nel mondo rock di Pedrini.

'Dimmi non ti amo' ci fa ritornare su un filone più ironico, estivo, quasi a prepara il terreno per un nuovo singolo di lancio. Il rapporto d'amore più complicato che ci sia è sempre con l'altro sesso, e allora Pedrini ci gioca su, con provocazioni, poi riflessioni e infine la presa di coscienza della condizione umana di abbandonarsi ai veleni... della vita. Ritornello potente e disco che viaggia su livelli altissimi.

E adesso fermatevi tutti, prendete le cuffie, lasciatevi tutto alle spalle, ascoltare 'Il cielo sopra Milano' è un colpo al cuore, una dichiarazione d'amore nuda e cruda. Siamo all'apice massimo dell'album, una ballata struggente dove si ripercorre tutta l'essenza di questa città, tra amori ritrovati, bellezze che scorrono, suoni leggeri e sogni che non muoiono. Omar ha tolto dalla tasca il grande Jolly! Capolavoro per palati fini.

'Un gioco semplice' ci fa ritornare sulla Terra, ritmo più sostenuto e il racconto di una storia d'amore che deve andare oltre ai sessi, ai limiti, oltre ogni proibizione. Voglio Cecilia, e allora per lei farò di tutto, anche diventare gay. Se non è amore questo, dai, ditemelo voi!

E poi boom, arriva 'Angelo ribelle', si sale nuovamente su cime altissime, un rock potentissimo e un testo dannato, che descrive una donna forte, anticonformista, antipopolare, una donna d'assalto. Una canzone per non lasciarsi trafiggere dal dolore, dalle ferite, un monito per continuare ad andare avanti. E' forse il brano dell'album più adatto per i live, una scarica di adrenalina per far esplodere il pubblico nelle piazze. Ci siamo!

Alla traccia 7 'Desperation Horse', arriva il rock inglese, un'evoluzione di quello dei Beatles, e giocando con la fantasia, sono sicuro che se fossero ancora in attività, il gruppo britannico creerebbe brani del genere, e questo pezzo funziona, se vogliamo anche con atmosfere estive ma sempre, e questo mi piace sottolinearlo, rock! Una parentesi straniera in un album molto patriottico.

'Ancora lei' parte invece in stile Battisti, poi finisce la prima strofa e la batteria picchia forte. C'è tanta energia in questo album, ogni pezzo racconta una storia diversa trainata dal rock potente ma anche da testi che ci danno la forza per reagire, sì, un album per reagire da una ferita amorosa, dalle botte della vita, un album per fare resistenza! Per questo 'Ancora lei' non è un semplice brano che racconta un rapporto d'amore finito male, ma bensì l'inizio di un viaggio nuovo!

'Freak Antoni' è l'omaggio ad uno dei più geniali musicisti della nostra era; Freak era il genio demenziale dentro una canzone, lo sberleffo, l'ironia e la provocazione. Ma qui Omar non esalta tanto l'artista, quello sarebbe stato facile, qui Pedrini ci racconta invece quel rapporto d'amicizia che lo ha portato a conoscere il Freak al di fuori della musica, quel Freak che adesso manca da morire fra le luci di questa città, fra il tempo che passa, perché i momenti che attraversano la nostra pelle rimangono indelebili... nell'infinito.

'Sorridimi' chiude un disco da pelle d'oca, dove Omar Pedrini non fa sconti a nessuno: atmosfere prettamente rock e testi che sembrano avere tutti un denominatore comune: reagire e vivere! E allora 'Sorridimi e salveremo il mondo', ecco la speranza, la reazione oltre il tempo, le difficoltà, oltre tutto esistono le nostre storie, gioie, delusioni, e l'unico modo per viverla questa esistenza è non farsi mai abbattere.

'Come se non ci fosse un domani' è un album completo, fatto tutto al naturale senza ingressi elettronici da disturbo. Un album dove scorre del sangue, dove c'è il sudore di una vera e propria creazione artistica. Non ci sono bluff o scelte furbe, Omar Pedrini ha sfoderato uno degli album più belli della sua carriera e lo ha fatto evolvendosi ma rimanendo sempre fedele a se stesso. 
Il rock italiano è ancora vivo!!!

lunedì 19 giugno 2017

Le leggi, in Italia, sono uguali anche per gli stranieri?




Come è noto a tutti, in questi giorni si sta discutendo sulla vicenda legata al riconoscimento della cittadinanza italiana ai bambini stranieri nati sul territorio nazionale.
Già nel 2015, la questione era stata portata alla luce subito dopo l'approvazione, da parte della Camera dei Deputati, delle modifiche alla legge n°91/1992 e altre disposizioni in materia di cittadinanza.

Ma analizziamo meglio ciò che sta accadendo da quando, a distanza di due anni, le modifiche alla legge sono "approdate" in Senato.
Partiamo proprio da una semplice spiegazione su cosa è e cosa comporta lo Ius Soli.

Dal latino «diritto del suolo», si intende con esso l'acquisizione della cittadinanza in una data Nazione come conseguenza del fatto che si è nati sul territorio indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori.

Contrariamente allo Ius Sanguinis – diritto del sangue – che indica invece la trasmissione alla prole della cittadinanza del genitore.
Quest'ultimo è proprio quello adottato dal nostro Paese, a differenza di ciò che accade, ad esempio, negli Stati Uniti, dove viene applicato lo Ius Soli puro, ossia il riconoscimento in modo automatico e senza condizioni.

                        


Per rendere quindi più semplice tale applicazione e modifica della suddetta legge, la Camera ha previsto l'introduzione dello Ius Soli temperato.

Ma con la specifica “temperato” a cosa si potrebbe andare incontro? Beh, la questione è piuttosto semplice: possono fare richiesta e avviare le procedure per il riconoscimento, solo chi è nato da genitori stranieri in Italia e che abbia uno dei due genitori che sia in possesso del permesso di soggiorno, risiedendo nel Paese legalmente e in via continuativa da almeno 5 anni.

Come si può capire, quindi, le articolate differenziazioni sullo Ius Soli hanno fatto sì che quest'ultimo non solo fosse oggetto di scontro fra i vari partiti all'interno del Governo Italiano, ma anche e soprattutto l'ennesima “bagarre” tra Stato e Chiesa.

Dunque, dopo questa breve analisi, tocca proprio a te, gentile lettore!
Cosa ne pensi della legge che trae le sue origini dall'Antica Grecia e Antica Roma (addirittura fu resa applicabile dall'Imperatore Caracalla)?


Giorgia Tagarelli

martedì 13 giugno 2017

Hai paura se dico 'Disabilità'?



Disabilità: una semplice parola che nel linguaggio comune può indicare una varietà di significati.
Per quel che mi riguarda, la disabilità è qualcosa che può solo arricchire la comunità e la società nella quale siamo inseriti.
Lo dice la parola stessa: disabili come “diversamente abili”. Hanno abilità specifiche e proprie che le persone normodotate spesso possono non avere o prendere in considerazione.

Pensate ad un cieco che non potendo vedere, deve acuire il suo “sesto senso”, ossia potenziare ad esempio l'udito per riconoscere voci, suoni e quant'altro.
Oltre a riflettere sul valore profondo che il disabile ha e dà alla comunità stessa, un altro contesto molto importante da tenere in considerazione è la famiglia.
Come affronta la disabilità il nucleo familiare d'origine?

Molti sono gli studi e le ricerche condotte per capire i punti di forza, i punti critici e soprattutto il modo che ha la famiglia di reagire alla notizia di una disabilità (che sia mentale, motoria ecc.)
Si possono presentare degli squilibri nelle figure di riferimento, angosce, paure, pregiudizi, preoccupazioni per l'integrazione sociale.

Come è possibile supportare la famiglia allora?



Avete mai sentito parlare di resilienza? Questa “strana” parola rimanda semplicemente alla «capacità di superare momenti di stress e di riprendersi dalle difficoltà».
Il supporto sociale è molto importante per la famiglia proprio perchè dà la possibilità di mettere in atto la risorsa della resilienza. 

Molte sono le associazioni, talvolta fondate anche dalle stesse famiglie con parenti disabili, che danno il loro contributo e cercano con la giusta e adeguata progettualità di rendere migliore la vita di chi vive una problematica e di chi li assiste e li guida nella loro esistenza.

Le famiglie cosi sono orientate al mantenimento di una condizione di benessere per i loro cari, così come nella gestione e nell'organizzazione delle varie attività sociali, ludico-ricreative e anche sportive.
Si sa, d'altra parte, che sono molte le iniziative che vanno a migliorare le condizioni fisiche e psicologiche di un disabile. Possiamo fare riferimento alla pet therapy, alla ippoterapia, alla musicoterapia e così via.

Tutte queste attività aiutano la famiglia nella gestione dello stress e delle difficoltà, ma soprattutto a saper realmente aiutare il familiare che ha la disabilità.
Allo stesso tempo, quest'ultimo può sentirsi parte integrante di una società che, accantonati i pregiudizi, lo inserisce nella quotidianità, abbattendo ogni tipo di barriera.

Dunque, ricordate: la disabilità non è una cosa da buttare o da allontanare ma una risorsa per la comunità!


lunedì 12 giugno 2017

Il concerto di Vasco trasmesso anche a Cosenza!!



E anche Cosenza ha il suo Cinema che trasmetterà la diretta del concerto di Modena. Era infatti sembrata alquanto esagerata la scelta dei Cinema di Cosenza di non trasmettere il grande evento; ognuno ha avuto le sue ragioni, altri hanno preferito attendere per dare la lieta notizia.

Fino ad ieri il Cinema più vicino alla provincia di Cosenza era il The Space di Lamezia, forse troppo lontano per accontentare i tanti fans vasconvolti cosentini che con tanta amarezza avevano già dovuto dire addio alle emozioni live per colpa di una vendita spaventosa che ha lasciato tante persone a bocca asciutta 

Ma ora ecco la notizia del giorno: il Cinema Garden di Rende trasmetterà il concerto di Vasco in diretta, sì, adesso anche Cosenza ha il suo Cinema. Sarà perciò un evento anche per la nostra città dove, tra l'altro, partirà il viaggio del libro dedicato all'evento 'Modena Park. Cosenza e Vasco più vicini, ancora una volta, un binomio fantastico!!

sabato 10 giugno 2017

'Devi ricoverarti e vuoi assistenza nella notte? Bene, 10 euro la sedia!'


Esistono abusi di potere e abusi di esigenze. Sì, coniamo un nuovo termine che spiega alla perfezione cosa succede alla clinica Sacro Cuore di Cosenza.

Personale preparato, luoghi puliti, gentilezza, professionalità ma... un ma grande quanto una casa.

Succede che tante volte una mamma, una sorella, debba per una serie di motivi assistere il proprio caro durante la notte. Questo non è un divertimento né una scelta fatta tanto per farla, ma un'esigenza concreta e da non sottovalutare. Ecco perché hanno pensato bene, nella clinica, di far pagare 10 euro a notte la sedia per chi vuole assistere il proprio caro. Un insulto alle buone maniere, alla cordialità e al buon vivere quotidiano.

Tra l'altro, alcune di queste sedie sono pure difettose e di un peso esagerato che, per una signora di altezza media, non è un problema di poco conto.

Una scelta quella di far pagare la sedia per la notte che veramente lascia interdetti, infatti, nella clinica, va tutto bene, sembra essere veramente in una struttura di livello ma poi la bassezza più becera: 'Devi assistere tua figlia durante la notte?? Bene, 10 euro e stai tranquilla. E se tua figlia si sente male e deve prolungare il suo ricovero, bene, altri 10 euro e stai serena!"


Benvenuti nella regione delle buone maniere, benvenuti nella speculazione del bisogno, e se per caso volete portarvi la sedia da casa, dimenticatelo pure, non passa nulla oltre la porta della clinica, almeno, però, lasciateci passare un sacco a pelo, oppure bisogna anche pagare il suolo clinico?!?

lunedì 5 giugno 2017

Mario Caligiuri: 'Le evidenti connessioni fra immigrazione e terrorismo'.


Mario Caligiuri affronta il problema del terrorismo e lo fa partendo proprio dall'immigrazione. Uno dei temi più caldi è proprio quello di capire se c'è un'interconnessione fra terrorismo e immigrazione, oppure se questo sia solo una sorta di stratagemma per distogliere l'attenzione da altro. 

Per Mario Caligiuri il problema ha una risposta certa, e quella risposta è categorica: "Sì, esiste una connessione stretta fra immigrazione e terrorismo". Il Docente Caligiuri però precisa che è nel medio e lungo periodo che i rapporti fra terrorismo e immigrazione sono non evidenti ma evidentissimi. 

E' bastato questo video su fb di pochi secondi, per scatenare la discussione, anche perché questo del terrorismo è un tema purtroppo al momento senza soluzione;  mentre tanti altri docenti non si sono espressi sulla questione, evitando interviste e quant'altro, Mario Caligiuri ci ha messo la faccia dicendo la sua. Un'opinione precisa e chiara, che dall'impressione che avrà presto un seguito.

E forse è anche questo un nuovo modo di comunicare per i giovani: piccoli video per capire meglio, partire da un dettaglio per arrivare al contesto generale, e Caligiuri è sempre stato attento a queste nuove tendenze del web e soprattutto delle nuove generazioni.

Quindi si parte da questo dato incontrovertibile: l'immigrazione nel medio e lungo periodo è strettamente collegata al terrorismo, non ci sono dubbi, e naturalmente non si cerca di fare di tutto l'erba un fascio, ma le dinamiche della stretta connessione vanno rintracciate sul lungo periodo, sta proprio lì il tallone d'Achille della lotta all'antiterrorismo e chissà, il Professore Mario Caligiuri continuerà questo discorso approfondendo la tematica trattata dal suo profilo personale. Staremo a vedere.

L'uomo è capace di proteggere l'ecosistema?




Oggi parliamo del sociale sotto un'altra prospettiva. Scopriamo insieme le caratteristiche che ha tale parola quando si interfaccia con l'ambiente. D'altra parte, è sociale tutto ciò che ci appartiene.

Si sente parlare spesso di sviluppo sostenibile, più in generale di sostenibilità, ma ci siamo mai chiesti cosa realmente significa questa parola?
In ambito ambientale, economico e sociale, la sostenibilità è la caratteristica di un processo che può essere mantenuto ad un certo livello indefinitamente. 
Nello specifico, come affermato poc'anzi, oggi analizziamo la sostenibilità ambientale. 

Ogni 5 giugno dell'anno, il Mondo focalizza la sua attenzione verso questa tematica, usando di volta in volta slogan diversi.
Il World Environment Day è una giornata di festa e i sostenitori dell’ambiente hanno la possibilità di organizzare eventi e ritrovi per sensibilizzare il “grande pubblico” sui temi caldi del nostro ecosistema. 

Guardando alla storia, la Giornata Mondiale dell'Ambiente è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1972 e l'edizione 2017 avrà come slogan “Connecting People to Nature”.
Come dice la frase stessa, connettere le persone alla natura non è del tutto semplice, specialmente se pensiamo che è proprio l'uomo la prima causa di distruzione del mondo che ci circonda. Si parla di inquinamento, cambiamenti climatici, plastica negli oceani: all'origine di tutto ci siamo noi. 

Assistiamo a questo “sfacelo” quotidianamente, a ricordarlo in questi giorni è anche la polemica costruita attorno agli Accordi di Parigi sul clima (sulla diminuzione delle emissioni, sullo sviluppo delle energie rinnovabili ecc.).
Erik Solheim, leader delle Nazioni Unite, ha espresso cosi il suo pensiero: “Questo tema ci ricorda del tesoro che ci circonda e ci incoraggia a proteggerlo ed apprezzarlo”.

                       


Tutto questo rimanda proprio alla parola sostenibilità. L'uomo, non solo in potenza ma soprattutto in atto, è veramente capace di proteggere e mantenere in vita l'ecosistema? 

Le Nazioni Unite ci ricordando che “l'umanità sta vivendo in una maniera non sostenibile, consumando le limitate risorse naturali della Terra più rapidamente di quanto essa sia in grado di rigenerare. Di conseguenza uno sforzo sociale collettivo per adattare il consumo umano di tali risorse entro un livello di sviluppo sostenibile, è una questione di capitale importanza per il presente ed il futuro dell'umanità”.

Dunque, ecco quale può essere l'invito per celebrare degnamente questa giornata mondiale – per sensibilizzare quella “nicchia” di società che ancora non ha compreso gli effetti che produce un ambiente malsano e in degrado.
Trascorrere questo giorno all'insegna della natura, passeggiando per i parchi, dove vi è il verde, andare alla scoperta di nuove spiagge dove l'acqua è sempre più cristallina, respirare aria pura in mezzo ai boschi e così via.

E per chi lo vorrà e non riesce a trattanersi dal condividere e postare sui social, potrà pubblicare le foto dei posti “green“ più belli con l'hashtag #WithNature.
Non mi rimane che augurarvi una buona passeggiata con l'ambiente!


Giorgia Tagarelli

domenica 4 giugno 2017

"Andrea Ra canta Vasco! Il suo nuovo singolo sarà una ballata molto rock!"


Ci sono artisti del pop che si spacciano per rock, e poi veri artisti del genere che rimangono umili e coerenti per sempre con il proprio stile musicale e di vita. E' il caso di Andrea Ra, attuale bassista di Fabrizio Moro e fonte d'ispirazione per lo stesso. 

Andrea Ra è un cantautore rock che già molti conoscono per i suoi brani provocatori e pieni di ironia. Molti lo paragonano ad Ivan Graziani, perché quando al rock leghi la follia non può essere altrimenti il paragone. Ma Andrea Ra è Andrea Ra, perché ormai ha uno stile personale, rock, ma veramente rock senza cadute di basso livello come spesso accade ai grandi.

E adesso Andrea ha deciso di omaggiare uno dei suoi idoli: Vasco! E' pronto infatti il suo ultimo singolo, che sarà una cover del Blasco in chiave ancora più rock con un arrangiamento molto originale. E tutto questo desta molta curiosità sul web: sono già più di 6000 visualizzazioni per il primo articolo sul sito di Dino Vitola, dedicato proprio a questo nuovo progetto di Andrea.

Il giorno è il 15 Giugno, alle ore 22, sarà quello il momento preciso in cui tutta l'Italia potrà finalmente godersi questa cover molto particolare, e diciamo che sarà un nuovo inizio, un pretesto per partire verso il nuovo album che chissà, magari vedremo già ad autunno. 

Intanto siamo pronti per sostenerlo, intanto è partito l'evento su fb curato da Davide Beltrano IlFolle: ci sono già tante adesioni, questa volta Vasco avrà un omaggio all'altezza. Non ci credete?? Bé, basta collegarsi il 15 giugno, alle ore 22, sul profilo personale di Andrea Ra. Noi... ci saremo.

giovedì 1 giugno 2017

Il “mondo” dei Social: croce o delizia?





Se ci fermiamo per un istante e guardiamo tutto ciò che è intorno a noi e al nostro “mondo”, scopriremmo che l'essere umano, in quanto tale, non fa altro che comunicare. Un gesto, un movimento del corpo, una parola, sono solo esempi dei tantissimi modi che ha un individuo per socializzare con il suo prossimo, senza tener conto dello strumento più usato come mezzo di comunicazione: il social media.

Sì, starete pensando, ormai tutto passa attraverso il web, anche la diffusione di notizie ed informazioni. Purtroppo però, ormai, il tenersi sempre aggiornato, ritrovare amici e parenti persi nel tempo ecc, sembra non bastare più. Ciò che di negativo si «portano dietro» i social è l'uso improprio degli stessi.

D'altra parte si sa, se ci fermiamo ad osservare una famiglia o un gruppo di amici che sorseggiano un caffè al bar, la prima cosa che risalta subito all'occhio è la non comunicazione tra gli stessi e l'uso “accanito” in contemporanea dello smartphone.




Molte sono le persone che, attraverso l'uso di internet e delle chat, arrivano dritte al cuore di quegli individui considerati più fragili. Non è una novità, d'altronde, quando si parla del cosiddetto fenomeno del Cyberbullismo (di recente abbiamo anche assistito all'approvazione di un nuovo disegno di legge su misura per contrastare tali fenomeni).

Ma quanto male si può fare mediante l'uso degli strumenti di rete?
Di recente, abbiamo appreso la nuova tendenza che circola proprio attraverso l'uso delle chat e dei social, ossia il Blue Whale. I giovani vengono letteralmente adescati attraverso profili falsi e, una volta accettata la sfida, devono compiere diversi atti e superare 50 prove. Dai comportamenti autolesionisti a vere e proprie istigazioni al suicidio.


Giovani fragili, depressi, apatici, che non socializzano (o se lo fanno si abbandonano nei social network) si indirizzano via via verso la strada che porta all'atto estremo. 

Un nuovo studio inglese ha cercato di stabilire un legame tra cyberbullismo e comportamenti a rischio suicidario, individuando, nei soggetti coinvolti nel fenomeno, la tendenza ad entrare in contatto con contenuti web riguardanti autolesionismo o suicidio. 


Dunque, ecco quali sono i due lati della socializzazione: se da un lato la rete favorisce le relazioni «sane», dall'altro non fa altro che “intrappolare” i ragazzi che, nel cercare una via di fuga dal mondo reale, si rifugiano in quello sbagliato e fatale per gli stessi.

Perciò ora mi rivolgo a voi genitori e tutori dei vostri figli. Non date niente per scontato, osservate ogni singolo gesto, ascoltate i loro pensieri, accogliete le loro richieste. Fate attenzione, non lasciateli soli e non permettete ad “altri” di entrare in contatto con loro in maniera nociva e letale. Affrontate quotidianamente, attorno ad un tavolo, i loro “piccoli grandi problemi”. E soprattutto, spegnete i cellulari e comunicate come gli «antichi» sapevano fare!


Giorgia Tagarelli