giovedì 19 luglio 2018

"LETTERA A MIO PADRE" E "VIETATO MORIRE": DUE CANZONI, UN'UNICA EMOZIONE






#METARUBRICA di Kami    N°3

"LETTERA A MIO PADRE" E "VIETATO MORIRE": DUE CANZONI, UN'UNICA EMOZIONE

"Lettera a mio padre" e "Vietato morire' potrebbero essere definite come due "canzoni simbolo" di Ermal Meta in quanto contengono una matrice fortemente autobiografica, infatti trattano del suo rapporto difficile con il padre e mirano a lanciare un messaggio forte a chiunque sia vittima di violenza, domestica e non.
"Lettera a mio padre" è un singolo del 2016 ed è contenuto nel primo album da solista di Ermal, "Umano". "Vietato morire" è, invece, un singolo del 2017 ed è contenuto nell'omonimo album.
Ma andiamo con ordine!
Partiamo dal testo di "Lettera a mio padre":

"Di bestie come te
ce ne sono in giro e non è facile
scoprirle e sai perché
sono fabbricanti di maschere

Ti sputano nel mondo
solo per avere un pasto facile
Io sono ancora qui
ho la pelle dura pure più di te
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Non è mai semplice
accettare di riconoscerti
tra le mie rughe che
assomigliano sempre di più alle tue
E questo sangue che
sa un po' di mostro e anche un po' di me
mi fa pensare che vorrei dirti grazie
perché non ci sei

Poche rughe
di espressione
più nient'altro di te
sopravvive in me
un cognome da portare
solo questo sarai
e mai più mi vedrai Di mostri come te
n'è pieno il mondo e non è facile
scoprirli e sai perché
hanno mani bianche e voce docile
ma se li guardi bene
dentro i loro occhi non vedi niente
il cuore affittano ad una notte nera
priva di ogni luce

Poche rughe
di espressione
più nient'altro di te
sopravvive in me
un cognome da portare
solo questo sarai
ne mai più mi vedrai Ogni male è un bene quando serve
ho imparato anche a incassare bene
sono stato fuori tutto il tempo
fuori da me stesso e dentro il mondo
non c'è più paura
e non c'è niente
quello che era gigante oggi non si vede
sulla schiena trovi cicatrici
è lì che ci attacchi le ali...

Poche linee sulla pelle
più nient'altro di te
sopravvive in me
un cognome da portare
solo questo sarai
ne mai più mi vedrai Ogni male è un bene quando serve
ho imparato anche a incassare bene
sono stato fuori tutto il tempo
fuori da me stesso e dentro il mondo
non c'è più paura
non c'è niente
quello che era gigante oggi non si vede
sulla schiena trovi cicatrici
è lì che ci attacchi le ali

Ogni male è un bene quando serve
ho imparato anche a incassare bene
forse un giorno diventerò padre
e gli dirò di cambiare le stelle
e gli dirò che un cazzotto fa male
e che una parola a volte ti uccide
e quando sulla schiena hai cicatrici
è lì che ci attacchi le ali."


Dal titolo sembrerebbe una normalissima canzone di un figlio per il proprio padre ma non è così. Quello di Ermal è un papà "cattivo". Picchia il proprio figlio. È un papà al quale il figlio non vuole somigliare se non per qualche "ruga di espressione" e quel cognome che, comunque sia, gli ricorda sempre di essere diverso da lui. "Lettera a mio padre" presenta il testo più bello dell'album "Umano", se non il migliore. Attraverso le sue parole possiamo immaginare il rapporto turbolento con la figura paterna, descritta come una bestia. Nonostante l'esperienza, nel testo, Ermal afferma che non c'è più paura in lui e che ha imparato a trasformare le sue ferite in qualcosa di buono e positivo. Il culmine viene raggiunto nel finale dove il cantante si promette che nel suo futuro, se avrà un figlio, sarà un padre diverso, sarà un padre che insegnerà dei valori.
Ora passiamo a "Vietato morire", che inizialmente doveva intitolarsi "Lettera a mia madre":

Ricordo quegli occhi pieni di vita
E il tuo sorriso ferito dai pugni in faccia
Ricordo la notte con poche luci
Ma almeno là fuori non c'erano i lupi
Ricordo il primo giorno di scuola
29 bambini e la maestra Margherita
Tutti mi chiedevano in coro
C mai avessi un occhio nero

La tua collana con la pietra magica
Io la stringevo per portarti via di là
E la paura frantumava i pensieri
Che alle ossa ci pensavano gli altri

E la fatica che hai dovuto fare
Da un libro di odio ad insegnarmi l'amore
Hai smesso di sognare per farmi sognare
Le tue parole sono adesso una canzone

Cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai
E ricorda che l'amore non colpisce in faccia mai
Figlio mio ricorda
L'uomo che tu diventerai
Non sarà mai più grande dell'amore che dai

Non ho dimenticato l'istante
In cui mi sono fatto grande
Per difenderti da quelle mani
Anche se portavo i pantaloncini

La tua collana con la pietra magica

Io la stringevo per portarti via di là
Ma la magia era finita
Restava solo da prendere a morsi la vita

Cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai
E ricorda che l'amore non colpisce in faccia mai
Figlio mio ricorda
L'uomo che tu diventerai
Non sarà mai più grande dell'amore che dai

Lo sai che una ferita si chiude e dentro non si vede
Che cosa ti aspettavi da grande, non è tardi per ricominciare
E scegli una strada diversa e ricorda che l'amore non è violenza
Ricorda di disobbedire e ricorda che è vietato morire, vietato morire

Cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai
E ricorda che l'amore non ti spara in faccia mai
Figlio mio ricorda bene che
La vita che avrai
Non sarà mai distante dell'amore che dai

Ricorda di disobbedire
Perché è vietato morire
Ricorda di disobbedire

Perché è vietato morire
Perché è vietato morire
Vietato morire


La canzone è stata presentata a Sanremo 2017, ottenendo il terzo posto. La storia raccontata è quella di una famiglia dove la madre è vittima delle violenze del marito e il figlio non vedo l'ora di essere abbastanza grande da poterla difendere e portarla via da quella vita. Per tutta la canzone il figlio ricorda gli insegnamenti ricevuti dalla madre, qui una delle frasi più belle: "FIGLIO MIO RICORDA: L'UOMO CHE TU DIVENTERAI NON SARÀ MAI PIÙ GRANDE DELL'AMORE CHE DAI", ciò a significare che è l'amore a fare grande un uomo e non tanto le sue azioni, tantomeno se violente. La frase chiave del testo rimane: "RICORDA DI DISOBBEDIRE PERCHÉ È VIETATO MORIRE". Il significato è stato spiegato più volte dall'artista stesso in varie interviste: bisogna rifiutare la violenza, sempre!
"A differenza di quello che si può pensare dal titolo, Vietato morire è un inno alla vita, ma anche una canzone di protesta nei confronti di chi la vita cerca di annientarla in nome di un amore che tutto è tranne quello. Parla di una violenza. L’amore vero non lascia lividi in faccia, al massimo sul cuore. Imparare a disobbedire è il primo passo per allontanarsi dalla solitudine che questa violenza genera" (Ermal Meta)
Sono due canzoni molto significative che trattano un tema molto importante che non deve essere sottovalutato. A volte, con una canzone si può diffondere un messaggio importante e far sì che arrivi a più persone possibili.

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