martedì 24 settembre 2019

"Altro che leghisti e fascisti! Ieri ha vinto la democrazia!"


Ieri ha vinto la città di Cosenza! Altro che leghisti e fascisti; altro che Centro Sociali e comunisti! Ieri a manifestare contro Salvini, c'erano ragazzi e ragazze, famiglie e anziani. Un fiume pacifico di protesta verso un tipo di politica che per molti risulta essere pericolosa. 

Ecco perché non serve sapere se sei d'accordo o meno, l'importante è sapere che Cosenza ieri non è sprofondata nella violenza e negli scontri che molti auspicavano per mettere benzina sul fuoco. 

E invece tutto è rimasto all'interno della democrazia, facendo parlare anche i giornali nazionali per la riuscita della protesta, a prescindere dalle proprie idee politiche. 

Per una volta ci si può sentire fieri di essere cosentini, senza macchia e senza paura. Sperando che questa sia solo una delle prime iniziative di protesta. 

La prossima? Magari quella che ci spingerà a manifestare a favore dei commercianti, schiavi purtroppo del pizzo e rimasti in solitudine a vivere questo calvario. 

È ora di far qualcosa per il futuro della gente onesta, e ieri, Cosenza ha dimostrato di essere all'altezza della parola democrazia. 

Altro che leghisti e fascisti.
Altro che Centro Sociali!!!

Davide Beltrano 
IlFolle

"IL COMITATO DI ORTO MATERA PERDE I PEZZI!"


-Orto Matera 25.09.2019-

Il Comitato di Quartiere di Orto Matera, denominato POLIS 10, perde letteralmente i pezzi. 

Dopo le defezioni di Davide Beltrano, Franco Scaglione e Natale Mandarino, esce dal Comitato anche uno dei volti noti della contrada: Ermanno Tronco. 

Insieme a Tronco si dimettono pure Mariafrancesca Brogno, Francesco Figliuzzi e Aldo Bruno. 

Una diaspora vera e propria che porta il Comitato a dimezzarsi, con ora l'assenza di under 30 e under 35, e la presenza di una sola donna. 

A breve i comunicati di Ermanno Tronco e Mariafrancesca Brogno.

martedì 17 settembre 2019

"Il vero motivo dello scioglimento dei Thegiornalisti..."



Boom nel mondo della musica italiana. A sorpresa, o forse non tanto, Tommaso Paradiso lascia i Thegiornalisti. 

Così dal nulla, senza preavviso, arrivano le sue dimissioni da membro del gruppo. Il tutto tramite il suo canale Instagram. In maniera fugace e veemente. 

Molti si chiedono il perché ma Paradiso decide di fare melina, dà appuntamento ai prossimi singoli e chiude tutto nel cassetto. 

Ma le informazioni giornalistiche si gonfiano. Alcune delle quali dicono che l'azienda Thegiornalisti abbia guadagnato in totale 20 milioni di euro circa, di cui, solo 100 mila euro circa, a testa, finiti nelle tasche degli altri due membri del gruppo, Marco Rissa e Marco Primavera. 

Sarà questo il vero motivo della scissione? Perché non far sapere a tutti da cosa è dipesa la scelta, prima che inizino a ruota le mille congetture? 

Non si tratta quindi di motivazioni, di percorso artistico indipendente, ma di problemi economici all'interno della band?

Noi abbiamo mille domande ma sappiamo bene che Paradiso non risponderà a nessuno, o almeno... così pare. Ma la storia, è appena cominciata....

lunedì 16 settembre 2019

L'emaginato: il giornale non scontato!!!

L’Emarginato online è un giornale ideato e progettato da Davide Beltrano IlFolle desideroso di prestar voce alle diverse questioni della vita. Si tratta di un giornale sciolto, senza vincoli e prese di posizione.

Non è solo il mezzo per la diffusione dei libri pubblicati dallo scrittore calabrese ma anche un mezzo importante di denuncia sociale che si evolve accanto alla gioia del parlar di musica insieme. 

Non consta di pubblicazione pianificata che porta scritti poco interessanti in scena solo per mantenere costante l’attività. È senza regole, spregiudicato, gioioso, spensierato, artistico e soprattutto libero.


Non manca la vena polemica del Beltrano che si evince maggiormente in articoli rivolti al suo paese, Castrolibero che ama immensamente e spinge affinché cresca sempre di più.

Non solo articoli firmati dal Beltrano ma redatti anche da Anna Ciardullo, Simona Pasqua, Mariapia Cozzolino, Giovanni Braile, Maddalena de Lucia, Isabella Olimpo, Enza Gala e Gabriella Zuccaroli che insieme cooperano per la ricerca del materiale da cui partire per elaborare un testo ricco e curato.

Anna Ciardullo

sabato 14 settembre 2019

INTERVISTA A PINO APRILE!

Pino Aprile prima che un giornalista, prima che uno scrittore di successo, è un combattente del Sud! Non è nostra intenzione fare un introduzione logorroica e scontata del personaggio, oppure scrivervi la sua biografia: quella la trovate sul web in ogni dove. In questo giornale niente sarà mai scontato, come questa intervista nella quale Pino Aprile si espone con la sua solita sincerità e semplicità.

Pino Aprile ha rotto il silenzio sul Risorgimento italiano con il libro “Terroni”, e poi ha continuato in questa direzione scoprendo un Sud un po’ diverso da come falsi intellettuali di turno vogliono far apparire all’Italia intera. Pino Aprile è un Uomo incazzato come il resto della popolazione meridionale, popolazione ormai alla mercé di saggi con verità calate dall’alto e di un passato, troppo spesso, rubato!
Ma ora no, ora, anche grazie al web, è cambiato tutto… sta cambiando tutto! Ma lo dicevamo in apertura, le nostre interviste non mirano a promuovere il lavoro di turno dell’intervistato, o a fare quattro chiacchiere buttate là, per fare solo rumore. Le nostre interviste sono mirate e fatte a persone che prima di tutto, stimiamo immensamente! Pino è una di quelle, è un grandissimo onore per noi avergli potuto fare un paio di domande, siamo onorati veramente e lo ringraziamo di cuore!!
Ora vi lasciamo con le parole di Pino Aprile, vi lasciamo con dubbi, domande e qualche risposta… di un combattente del Sud… uno dei tanti… dei troppi, per qualcuno!



INTERVISTA



Salve Pino, crede che si siano fatti dei passi in avanti per il riconoscimento reale della verità storica sul Risorgimento italiano?

Sì. Forse, stiamo svoltando il punto di non ritorno. I dubbi sulla vulgata ufficiale del Risorgimento sono ormai tanti e diffusi. Abbiamo persino potuto leggere, su una rivista di storia, un docente universitario spiegare che gli storici italiani si sarebbero premurati non di raccontare come sono andate davvero le cose, ma di presentarle (e magari sceglierle) in modo da educare all'amor patrio. Eravamo convinti che il loro compito fosse un altro… Naturalmente, non bisogna generalizzare. Un esempio importante del contrario è l'ottimo libro del professor Eugenio Di Rienzo, Il Regno delle Due Sicilie e le Potenze europee, in cui si leggono documenti finora inediti sulla politica britannica, per distruggere lo Stato borbonico: altro che epopea dei Mille! La produzione editoriale non accademica su questi temi è fertilissima; e, in occasione del 150simo anniversario dell'Unità, è divenuta dominante.


Lei crede che Garibaldi sia più una vittima o un carnefice?

Né l'una né l'altro. Non credo si possa dubitare del suo sincero desiderio di vedere l'Italia unita, l'ossessione e il programma di una vita. Ma non so dire quanto lui fosse consapevole di essere usato; la costruzione del suo mito è stata una delle più riuscite operazioni di marketing di sempre. E il personaggio si prestava: vita avventurosa, il poncho, marinaio nei mari del Sud… Quello che rende un po' patetica la figura di Garibaldi, agli occhi di alcuni, è il sospetto, non infondato, che alla fine, lui stesso finì per prendere sul serio il suo mito. La pronipote ha detto che si sarebbe alleato anche il diavolo, per raggiungere il suo obiettivo. Lui, poi, ringraziò la Massoneria e la Gran Bretagna; ma, più onesto di tanti altri, denunciò pubblicamente quello che i piemontesi stavano facendo al Sud; suo figlio combatté con i “briganti” meridionali, quando vide lo scempio spacciato per fraterno abbraccio. A posteriori, si tende a vedere gli eventi come un percorso lineare, mentre bisogna ricordarsi che sono frutto di progetti, interessi, ideali, circostanze impreviste che cambiano le carte in tavola e portano a scelte che potranno essere riviste… Io credo che Garibaldi, spogliato del suo mito, resti una figura molto interessante, non “nonostante”, ma proprio a causa delle sue incredibili contraddizioni: si pensi a quello che combinò in Sud America, ai rapporti con i latifondisti.


Perché c'è bisogno di far conoscere ai giovani meridionali la verità sull'Unità d'Italia? Non c'è il pericolo di un ulteriore spaccatura?

Alcuni sono convinti, in buona fede, che la verità sul Risorgimento, possa spaccare questo Paese mai davvero unito; e si comportano di conseguenza. Io sostengo il contrario. Si consideri la vicenda di Pontelandolfo e Casalduni, i paesi del Beneventano rasi al suolo dai bersaglieri nel 1861, per rappresaglia; con fucilazioni in massa, i paesi incendiati con la gente imprigionata nelle case, stupri, torture, saccheggio… Un massacro di cui non c'è traccia nei libri di storia, in un secolo e mezzo. Per oltre cinquant'anni, a partire dal Centenario dell'Unità, i sindaci di Pontelandolfo hanno chiesto di essere almeno liberati dalla taccia di “paese di briganti”, mentre i sindaci di Vicenza deponevano ogni anno una corona d'alloro dinanzi alla lapide in onore del colonnello vicentino che guidò la strage. Quando testi non accademici hanno resa di dominio pubblico la mattanza di Pontelandolfo, il sindaco di Vicenza ha portato al paese del Beneventano le scuse della sua città e dedicato una strada a Pontelandolfo; e il presidente della Repubblica ha chiesto perdono a nome dell'Italia. Per la prima volta, dopo 150 anni, pontelandolfesi e vicentini sono stati italiani uniti.

Perché non esiste una Lega per il Sud che si preoccupi dei veri problemi del meridione italiano? Cosa manca al Sud per una spinta politica epocale?

La Lega Sud, intesa come uguale e contraria a quella Nord, è almeno improbabile, mancando un dato fondante di quella bossian-maroniana: il razzismo. La nascita di un movimento politico forte che rappresenti gli interessi calpestati del Sud indurrebbe tutti i partiti a prendere atto di un bisogno vero, pena l'emarginazione. Il risultato migliore, a mio parere, sarebbe una acquisizione di consapevolezza da parte di tutti, comunque la pensino. L'equità dovrebbe essere nel patrimonio ideale di tutti. Mentre a destra, i parlamentari meridionali votavano (e votano) con la Lega Nord contro il Sud; e quelli di sinistra, meridionali e no, fingevano di non poterlo impedire.


Lei crede che i giovani oggi siano più rassegnati o invece il problema è che siano troppo comodi?

Non credo proprio che i giovani siano rassegnati: inventano, si sfidano, cercano nuove strade. Poi ci sono quelli che aspettano e, nel frattempo, si lasciano vivere. Ma questo è sempre stato. Si badi solo a un dato che dice quanto siano colpevoli i padri italiani rispetto ai propri figli: in nessun Paese occidentale c'è un tale accanimento contro le nuove generazioni: nessun salario sociale, tagli feroci alla scuola e alla ricerca, precarietà assoluta, mentre la gerontocrazia dominante (da nessuna parte i vecchi hanno tanto potere quanto da noi) si appropria di risorse, garanzie, rendite, pensioni e assistenza intoccabili e non lascia i posti di comando: qualche anno fa si calcolò che 75 gerontocrati avevano in mano la quasi totalità delle leve del potere; uno solo aveva oltre un centinaio di incarichi!

Cosa pensa dei tanti giovani che abbandonano il Sud per emigrare nel settentrione italiano? Secondo lei bisogna resistere o scappare via?

Io non posso e non devo dare consigli o giudizi sulla vita degli altri. Non intendo dire che non abbia opinioni, e non le nascondo, ma  posso decidere della vita degli altri. Sono un giornalista: osservo e riferisco. E nei miei libri più recenti ho invitato a riflettere su un fenomeno nuovo, interessante e in poderosa crescita: mentre decine di migliaia di giovani vanno via ogni anno, un sorprendente flusso di ritorno riporta a casa migliaia di giovani che pure hanno situazioni, non solo di lavoro, invidiabili al Nord o all'estero. E tantissimi altri rifiutano offerte allettanti altrove, per restare nei propri paesi, convinti che sia possibile costruirsi un futuro a casa e che il poco (almeno all'inizio) che possono ottenere al Sud valga più del tanto che avrebbero altrove. In “Mai più terroni” racconto cosa riescono a fare, grazie alle possibilità della Rete web, che si rende all'istante contemporanei di chiunque, ovunque. In pochi anni, da ultima, la Puglia è divenuta una delle prime regioni italiane per incremento della nascita di aziende dell'innovazione e, in questo campo, il Sud, con oltre 30mila ricercatori, produce già più di un terzo delle esportazioni italiane. Il flusso di giovani “di ritorno” o decisi a non andarsene è divenuto così imponente, che uno dei migliori etnografi italiani, Vito Teti, dell'università di Arcavacata, Cosenza, li studia come una inedita tribù e ha ideato, per questo, una nuova branca dell'antropologia, che ha chiamato “La Restanza”.

I suoi progetti futuri. Quale sarà il prossimo libro?

Sempre Sud, sulla capacità, poco raccontata, di costruire un tessuto sociale sano. (Davide, “progetti futuri” contiene una ripetizione, perché i progetti possono riguardare solo il futuro; quelli del passato sono ricordi; quelli del presente non sono più progetti).

Ultima domanda. Che suggerimento vorrebbe dare a tutti i ragazzi che formano questo giornale di denuncia online senza profitti e senza sponsor? Qual è la via da seguire?

Quella che seguite. Ma cercando di fare in modo che questo lavoro renda. Le imprese su base volontaria sono encomiabili, seminano buoni esempi, ma muoiono con la morte dei volontari (o il loro allontanamento, per tantissimi e giustificati motivi). Quindi, va bene cominciare così, ma mirando a fare in modo che questa iniziativa divenga economicamente corretta: produca reddito da distribuire a chi lo produce. Fosse anche poco, molto poco, ma si tratta di una educazione alla corretta funzione del lavoro.

IlFolle Betrano

lunedì 2 settembre 2019

La mia favola vasconvolta!


Son quasi le due e combatto ad armi pari con i miei pensieri. 

Iniziano forse i 13 giorni più difficili del mio percorso. Gia, perché il 16 settembre inizierà la prevendita del mio ultimo libro dedicato a Vasco. 

Immaginate un po', quasi come nel film più bello della vostra vita, di avere un sogno, un sogno più grande di qualsiasi altra cosa e che per questo sogno, abbiate rinunciato a tutto. 

Un sogno per il quale non tutti vi hanno seguito, capito, anzi, qualcuno è proprio scappato via perché la sensibilità fa paura in questo mondo cinico e che va troppo di fretta. 

E, al fianco di questo grande sogno, un punto di riferimento massimo al quale aggrapparsi sempre, in ogni momento buio. Un cantante che racconta la vostra vita, un poster sopra la testa e mille canzoni che diventano uno stile di vita. 

Andare oltre la puzza della propria città cantando, volando via scrivendo pur rimanendo dentro l'urbana veemenza del tuo posto. 

Un'ispirazione e un sogno grande che è quello di scrivere, comunicare.

E poi, ve l'ho detto, chiudete gli occhi e immaginatevi in questo grande sogno, proprio quel punto di riferimento, scende dall'Olimpo ed è proprio lui, sì, in carne e ossa a spingervi ad andare avanti, donandovi possibilità uniche e lanciandovi nel mondo della scrittura, facendovi conoscere al mondo intero.

Una sceneggiatura da film Oscar eh?, ma già, è stata proprio la mia vita! Qualcosa che non baratterei con nessuna ricchezza al mondo. 

Un film reale, un sogno al di là del sogno!

E dopo 9 anni, tanti libri dedicati a questa mia fonte d'ispirazione, il 16 settembre sarà la prevendita del mio ultimo libro su Vasco. Una scelta frutto di un percorso coerente e fatto di tappe, ognuna a suo modo, speciale. 

Per me è la chiusura naturale di un periodo che ha cambiato tutta la mia vita. L'ha radicata in un sogno prendendo il buono ma anche il peggio che questo mondo può riservarti. 

Sarà un libro che aprirà una nuova fase della mia vita. Poi ci sarà il libro su Ermal Meta e poi su Ultimo, che sarà invece, eh già, il mio ultimo libro dedicato alla musica!!!

Poi si alzerà il sipario solo su chi sono, su cosa cerco e su poesie rock che hanno plasmato la mia esistenza... come volevo, ancora una volta... come sognavo! 

Ho vissuto come se il presente facesse a botte con il futuro. 

Ho lottato. 
Vinto. 
Perso. 
Ho fatto di me un uomo sbagliando e agendo solo attraverso le mie intenzioni. 

Comunque vada, ne è valsa la pena.

Ci vediamo il 16 settembre, e anche nei libri che verranno, troverete sempre una parte di me, fra musica e fonti d'ispirazione. 

Fra sogni e cadute. 
Fra me... e voi! Q

IlFolle