lunedì 15 aprile 2024

In servizio su Castrolibero un nuovo autobus ad alimentazione 100% elettrica.

Nella mattinata odierna, fa sapere l'azienda Amaco Tpl Cosenza, sono stati immessi in servizio i due nuovi autobus ad alimentazione 100% elettrica destinati al servizio urbano della comunità cosentina.

Uno di questi due nuovi autobus - siamo felici di annunciarvi come Amministrazione di Castrolibero - è in servizio sul nostro Comune.

Ciccio Serra




sabato 13 aprile 2024

"Un defibrillatore per il Comune di Castrolibero".

In data odierna, l’Associazione Risorgimento G.O. I. Palazzo Giustiniani, ha inteso conferire alla Città di Castrolibero un defibrillatore, collocato in prossimità dell’anfiteatro V. Tieri, alla presenza del Sindaco Orlandino Greco, l’assessore Nicoletta Perrotti e il Presidente del Consiglio Comunale, Angelo Gangi.


Il piccolo ma nobile gesto, é da ritenersi come un atto d’amore verso la collettività tutta.

"L’uomo è una canna pensante".
Pascal









giovedì 21 marzo 2024

Castrolibero: nasce il progetto sulla "digitalizzazione dei beni culturali e librari antichi e membranacei".


È stato presentato, presso la sede del Comune di Castrolibero, il progetto sulla "digitalizzazione dei beni culturali e librari antichi e membranacei", che ospiterà anche il Museo Digitale della Calabria: "CALABRIA EXCELSA".

Il Polo, fanno sapere dall'Amministrazione, sarà gestito dal Centro di Alta Competenza Connessioni e avrà un ruolo importante nella didattica, sia all'interno della propria sede che nelle scuole. Nel corso della conferenza è stato sottolineato che, il progetto di digitalizzazione, è finanziato dal Ministero dell'Istruzione e il Comune di Castrolibero risulta essere partner istituzionale ed attuatore.

L'obiettivo è quello di offrire agli studenti calabresi l'opportunità di arricchire il proprio bagaglio formativo aprendosi verso le frontiere del futuro, fatte di competenza, conoscenza e modernità applicate alla valorizzazione e divulgazione della storia, dell'arte e della cultura più specificatamente calabrese.

A introdurre la conferenza è stato Fabio Gallo - fondatore di ItaliaExcelsa -.

<<Il progetto si digitalizzazione è frutto di sinergia coordinata tra Comune di Castrolibero e Fondazione Culturale "Paolo di Tarso"; il Polo sposa il futuro e, oltre a svolgere il proprio ruolo nel mondo del patrimonio culturale, sarà anche prima sede fisica del museo digitale della Calabria: CALABRIAEXCELSA recentemente presentato presso la Camera dei Deputati. L'Amministrazione di Castrolibero è stata molto attenta a determinate dinamiche dando così la possibilità, a tante persone, di usufruire di servizi all'avanguardia e regalando anche una sede a costo zero>>.

Ha espresso poi il suo entusiasmo per il progetto, Raffaella Ricchio - Assessore alla pubblica istruzione, ai servizi demografici, al contenzioso e alle Pari opportunità -.

<<La nascita del Polo sarà proprio vicino alla sede del Comune. Un progetto che prevede la realizzazione di alcuni laboratori digitali dedicati agli studenti ma anche al personale docente>>.

Andando avanti con questo slancio emotivo.

<<La mia responsabilità è tanta, perché so di avere un ruolo molto importante e delicato nei rapporti tra il Ministero e le scuole. Con il solito entusiasmo che mi contraddistingue, inizio questa nuova sfida in nome di un progresso che, finalmente, possa porgere la mano al futuro ma tenendo forti le radici del nostro passato>>.

Si unisce alla soddisfazione di Raffaella Ricchio, il Presidente del Consiglio Comunale di Castrolibero, Angelo Gangi.

<<Da Castrolibero nasce un'opportunità per tanti studenti: una sfida di modernità che porta il nostro territorio ad essere punto di riferimento per le nuove tecniche di digitalizzazione. Formare le nuove generazioni è fondamentale per avere più professionalità e competenza>>.

E c'è spazio anche per una stoccata verso la "città unica".

<<Siamo, in questo senso, l'Amministrazione dei sì, escluso però quello alla città unica, non per partito preso ma perché crediamo che ogni decisione debba essere presa attraverso la volontà dei cittadini: questo è un passaggio imprescindibile per ogni paese democratico>>.

Presente alla conferenza anche Mariano Zinno - dirigente del Comune di Castrolibero -.

<<L'ufficio comunale si è messo subito a disposizione fornendo un locale per questo innovativo progetto. Un progetto che, voglio ricordare, non è fondamentale solo per Castrolibero ma per tutta la regione Calabria>>.

In chiusura l'intervento del Sindaco di Castrolibero, Orlandino Greco, da sempre attento a determinate dinamiche.

<<L'Amministrazione da subito ha voluto investire su questo progetto perché bisogna prevenire gli eventi che verranno e la digitalizzazione è il futuro del nostro mondo. Un museo multimediale è un'apertura alle nuove tecnologie, rendendo, in questo modo, un territorio all'avanguardia. Dedicare a tutto questo, una sede nel Centro Storico, è significativo in quanto stiamo lavorando per far diventare il nostro borgo a vocazione turistica e altamente legato alla modernità>>.

martedì 19 marzo 2024

"Noi, agenti di polizia penitenziaria, trattati senza rispetto".

Succede che nei giorni della Fiera di San Giuseppe, per tutelare l'ordine cittadino, si arrivi a diverbi accesi anche tra forze dell'ordine.

<<Nella giornata di domenica è scoppiata una situazione molto spiacevole, che ha reso protagonista, in negativo, la polizia municipale di Cosenza>>.

Ce lo racconta Roberto Falvo - agente di polizia penitenziaria -.

<<Come sempre, noi agenti della polizia penitenziaria, ci rechiamo nei pressi del carcere di Cosenza per adempiere alle nostri funzioni. Nella giornata di domenica, invece, ci siamo visti bloccati dalla polizia provinciale che ha negato l'accesso ai nostri parcheggi adiacenti alla struttura>>.

E continua.

<<La strada in questi giorni di fiera è stata chiusa per tutti ma naturalmente non per noi che abbiamo l'accesso per poter così svolgere il nostro lavoro>>.

E prosegue con un pizzico di amaro in bocca per ciò che è avvenuto dopo.

<<Domenica ci siamo visti umiliati da alcuni colleghi della polizia municipale che non ci hanno fatto assolutamente entrare nell'area, in quanto, secondo loro, potevano entrare solo chi lavorava. Ma in quell'area noi abbiamo gli alloggi, decidiamo i turni da fare e anche se fosse solo per il parcheggio, quello è un nostro diritto, in quanto c'è proprio il parcheggio custodito dedicato alla polizia penitenziaria. Un diverbio che ci ha spiazzato perché la polizia provinciale, nella figura dei suoi funzionari presenti domenica, ha attuato un vero e proprio abuso di potere oltrepassando i nostri diritti>>.

E conclude.

<<Questa spiacevole situazione ha creato poi numerosi disservizi all'interno del carcere con ritardi nell'ordine quotidiano delle varie funzioni all'interno dell'istituto.

Queste situazioni, in una città che vuole creare eventi ed essere all'altezza delle grandi metropoli, non dovrebbero mai accadere e invece, purtroppo, siamo qui a raccontare una pagina triste e che può diventare un pericoloso precedente>>.

Cronaca di un giorno qualunque che è diventato un battibecco tra due forze di sicurezza, le quali, dovrebbero garantire serenità e ordine nei loro specifici ambiti.

La testimonianza di Falvo è da intendere come voce comune di tutta la polizia penitenziaria di Cosenza.

mercoledì 6 marzo 2024

"Tifare Cosenza e i ragioni di un obbligo identitario".

 


Ora più che mai sostenere i colori rossoblu è una sorta di obbligo identitario per tutto quello che è successo.

Al di là di ogni facile campanilismo, da queste pagine voglio essere molto chiaro e obiettivo.

Il campo ha detto che il Catanzaro, come squadra, è nella sua totalità superiore rispetto al Cosenza.

Lo è per come gestisce la partita ogni volta; per come gesfisce il vantaggio e per una maturità a livello di organico sorprendente.

Detto questo, l'episodio arbitrale della rete annullata a Calò, desta qualche dubbio su come sarebbe potuta finire la gara. Ma di errori arbitrali ne è pieno il mondo è per questo non bisogna fossilizzarsi su di essi per giustificare una sconfitta alquanto giusta.

GLI SPALTI

E invece sugli spalti come è andata? È andata come non doveva andare, perché se invece di 800 tifosi se ne presentano 1400, è davvero un altro conto; pensate se a Catanzaro fossero andati in 1400, certamente avrebbe avuto tutto un altro sapore.

Poi, altro elemento: si parla molto del tifo organizzato del Cosenza che non è stato all'altezza ma anche qui ci sono tantissime cose da chiarire.

L'inizio del match ha visto un'atmosfera incredibile tanto che anche i cronisti di Sky e di Dazn hanno sottolineato il clima stupendo che c'era, con i cori della Nord che magicamente invadevano l'audio nei primi minuti della telecronaca.

Poi cosa succede? Entrano i tifosi del Catanzaro, ma la Nord regge l'urto del loro naturale entusiasmo.

Dopo pochi minuti segna però il Catanzaro e come spesso accade, la forza di un tifo cede sempre il passo al risultato che la partita si trascina. L'entusiasmo dei giallorossi ha fatto centro, trascinato da una partita positiva, e credo sia più che naturale: pensate, infatti, a cosa sarebbe successo a parte invertite.

Ciò non toglie il grande impatto dei tifosi del Catanzaro che, lo dico obiettivamente e sinceramente, sono stati fra i più incisivi fra tutte le tifoserie ospiti arrivate quest'anno al San Vito.

Lo hanno detto dei tifosi del Cosenza a Bari e in tante altre trasferte, tessendo tutti le lodi del nostro popolo, non vedo perché non bisogna dirlo degli altri.

POST PARTITA

Una falla assurda quella dell'organizzazione che già aveva visto qualche avvertimento prima del match, con la fuga di notizie dei biglietti non autorizzati ai tifosi del Catanzaro. Già lì si doveva pensare ad un piano di contrasto per evitare il peggio.

Poi se fra tifoserie c'è stato lancio di fumogeni quello è un altro aspetto che però, nei limiti, rimane sempre nel contrasto tra tifoserie per di più, così vicine al San Vito nei loro settori.

Ciò che invece si dovrà approfondire ancora, è ciò che è successo dopo ma io sintetizzerei cosi: alcuni tifosi cosentini, senza razionalità, tirano sassi e fumogeni contro i pullman dei tifosi del Catanzaro. È successo a tutte le tifoserie ospiti, tante volte, anche a quelli di Cosenza nell'ultimo derby col Catanzaro in serie C. Vetri spaccati e grande paura. Robe sempre da condannare ma mai nessun tifoso è sceso dal pullman; mai a nessuno gli è stato permesso di scendere dal mezzo e farsi vendetta. Pensate se ogni volta succedesse così.

Ecco perché una parte dei tifosi del Catanzaro non può essere giustificata per aver portato il caos in una zona così vicina ad un centro commerciale, con famiglie al seguito. In questo sto cercando di essere più che mai obiettivo, tifando Cosenza ma rimanendo lucido, da una parte e dall'altra.

Poi il resto è sano sfottò, perché ora la Calabria è giallorossa ma il calcio è bello perché un anno ti sembra di toccare il cielo con un dito e l'altro sei già all'inferno; attenzione però, io non auguro il peggio al Catanzaro, anzi, perché da chi tifa Cosenza vorrei sempre una mentalità più matura, cioè, ci sta magari che un tifoso possa gioire per una sconfitta di un'avversaria così "sentita" ma sarebbe più opportuno pensare ai risultati della propria squadra senza sperare nel fallimento degli altri.

Il Catanzaro merita dove sta in classifica, ampiamente, come la nostra bestia nera, Iemmelo, merita gli elogi che arrivano dagli addetti ai lavori. Non si fanno 11 gol per caso in serie B.

Ma più è grande la sconfitta più aumenta l'amore verso i colori rossoblu.

Non saremmo mai stati in A; non saremmo in vantaggio negli scontri diretti; ma proprio per questo l'amore verso questa maglia è ancora più grande e folle.

Ho tessuto le lodi del tifo del Catanzaro e della squadra ma non ho visto purtroppo nessuno elogiare quella cornice stupenda del San Vito: le coreografie; l'affluenza di pubblico; l'organizzazione; le tante famiglie; i tanti bambini.

Al Sud, non tutti sono tifosi fanatici, molti simpatizzano anche per le squadre del Nord, io stesso tengo tanto anche ai colori nerazzurri, non c'è niente di male in fondo, ma partite come quella contro il Catanzaro oppure come quella contro la Sampdoria, entrambe andate male, fanno capire la forza di questa città che è racchiusa nei tanti tifosi della provincia e dei tanti paesi dell'hinterland innamorati di questi colori.

Bisogna far crescere questa mentalità che purtroppo a Cosenza viene fuori poche volte ma quando lo fa, ha una potenza e un impatto come pochi.

Buon campionato a tutti.
Per sempre dalla parte rossoblu.

"Ti seguo sempre anche se perdi sempre".

Davide Beltrano

"Orlandino Greco: fenomenologia di un vincente".


La storia politica di Orlandino Greco è viva di episodi, battaglie, sconfitte e vittorie. Come qualsiasi politico che si rispetti ci sono luci ed ombre che avvolgono il percorso.

E, appunto, Orlandino Greco non fa eccezioni, provocato verbalmente nelle ultime ore, per una scelta - il patto con la Lega - che viene vista con grande riluttanza da alcuni media.

Una scelta che, però, distoglie lo sguardo dalla sua vera essenza politica che intinge le mani in una certa e spassosa genialità.

Solo una mente navigata e pronta ai cambiamenti, come quella di Orlandino Greco, poteva arrivare ad un accordo politico che sembra, al di là del paradosso, una naturale dinamica politica.

Due movimenti che diventano partiti autonomi e che, con il passare del tempo, diventano nazionalisti progredendo la loro identità verso un'unione d'intenti che tenga a cuore, e con maggiore enfasi, le zone geografiche di propria competenza.

Due partiti, Lega e Italia del Meridione, che partono lontani ma che racchiudono in esse le stesse e identiche ragioni.

Un legame più che naturale che forse sancisce il definitivo abbattimento di ogni divisione politica, perché non solo Italia del Meridione scende a patti con la Lega ma anche quest'ultima fa lo stesso, esaudendo quel bisogno primario di trovare terreno fertile al Sud, dove, soprattutto in Calabria, non fa scandalo che Forza Italia sia il primo partito, e dove, per l'appunto, la Lega, già da tempo riesce ad avere un seguito importante con un'ascesa costante.

Orlandino Greco ha così cavalcato l'onda di questo cambiamento portando avanti un patto politico che ha avuto già il suo primo atto durante le provinciali, a dicembre, e che ora vede un partito del Sud arrivare ad un accordo storico e che perché no, utile per tenere a bada scelte di poco conto per il Meridione.

Se Lega vuole agire sempre di più al Sud, allora che agisca con qualcuno al suo fianco che faccia le ragioni del Sud. E in un'epoca dove non esistono più schieramenti politici e dove ognuno ha trascorsi da una parte e dall'altra, rappresentare le ragioni della propria Terra è quanto di più necessario possa esserci.

E per Orlandino parlano i risultati, basti vedere Castrolibero come sia cresciuta in 20 anni passando da comune limitrofo a territorio fondamentale per tutta l'area urbana di Cosenza, non cadendo in baratri finanziari come Rende o la stessa Cosenza; facendo crescere la propria popolazione con nuove infrastrutture, palazzi, servizi e zone verdi per bambini.

Riuscendo sempre ad accontentare la maggior parte dei cittadini che, anche nell'ultima campagna elettorale, hanno strapremiato la compagine politica di Orlandino. E, anche in questa battaglia amministrativa, l'opposizione nei suoi confronti è stata forte ma, a conti fatti, nulla ha potuto per fermare la riconferma del Greco.

Naturalmente ci sono anche tanti elementi che fanno da contraltare all'operato di Orlandino Greco, tante volte lo abbiamo segnalato, come la poca attenzione su alcune aree del territorio, ma sempre in un dibattito aperto e che lo vede presente ad ogni attacco, senza mai risparmiarsi ed essendoci per una risposta nel bene e nel male.

È forse l'unico politico che è stato condannato da alcuni media prima di una sentenza; dichiarato sconfitto prima di una sconfitta; morto politicamente prima della sua fine; vincitore senza opposizioni; e nonostante tutto rimane ancora sulla cresta dell'onda essendo libero e così scevro da ogni condizione puntata dall'alto, scegliendo in autonomia - insieme al suo partito naturalmente -  il suo percorso.

Se ne possono dire tante su Orlandino, e tante volte lo abbiamo fatto anche noi, ma non che sia schiavo di partiti o poteri calati dall'alto: questa scelta autonoma a favore della Lega dimostra la sua capacità di saper leggere i tempi che arriveranno e la sua competenza politica che vede, in Castrolibero, la sua massima espressione.

venerdì 1 marzo 2024

"La città di Mendicino avrà a disposizione un'altra offerta politica che vedrà il Prof. Raffaele Vena come candidato a Sindaco".

 

Docente in un importante Liceo della città, ricopre la carica di consigliere comunale da 23 anni ed ha ricoperto incarichi governo nella cittadina delle Serre.

Già Vice Sindaco e assessore è considerato un amministratore fattivo e competente e a lui è legato l'avvio di importanti opere pubbliche quali il centro di raccolta, il parco fluviale e il piano di gestione forestale.

Nelle scorse due consiliature è stato fra i banchi della minoranza, distinguendosi per la pertinenza e la compostezza dell'azione politica improntata ad un confronto duro ma sempre costruttivo e rispettoso dei ruoli consiliari.

"È con un forte senso di responsabilità - continua la nota - che accolgo e faccio propri il sentimento di riscatto e la voglia di cambiamento che viene dalla comunità mendicinese e raccolgo, con serenità e fiducia, le sfide che ci aspettano con la consapevolezza che l'energia da mettere in campo per risanare il tessuto della nostra cittadina, sofferente come mai prima, non sarà di poco conto.

Lavorerò fin da subito alla creazione ad un contesto di squadra che esalti le professionalità, i saperi, la creatività, la competenza e il talento che è in grado di offrire la nostra comunità.

L'invito e l'augurio è quello di una riflessione nel segno della rimozione dei contrasti e delle difficoltà al confronto che caratterizzano l'attuale discussione politica a favore del superamento dei personalismi ideologici della ricerca di una maturità politica che spinga oltre il recinto dell'appartenenza.

Si tratta - continua la nota - di instaurare un clima distensivo e di collaborazione nellinteresse del paese e dei suoi abitanti. Mendicino è di tutti noi e, unendo le migliori forze, possiamo dare un contributo utile alla crescita dell'intera comunità.

La buona politica deve uscire dal chiuso per aprirsi al territorio, deve guardare al futuro della città, deve misurarsi con i problemi dei cittadini, ridando centralità al paese, alla persona, con i suoi diritti e i suoi bisogni.

Chi ambisce alla carica di sindaco deve farsi garante e portatore di giustizia sociale che miri a realizzare quanto è necessario per i nostri giovani, per le tante famiglie che vivono in condizione di disagio sociale ed economico, per i fragilie gli anziani, suscitando legittime speranze fra i propri amministrati.

Il programma che andremo a realizzare e che sarà frutto di uno sforzo collettivo e di condivisione metterà al centro la persona umana e il territorio che dovrà ritornare a standard di decoro urbano dignitosi e la cui promozione avverrà attraverso l'esaltazione delle eccellenze di cui è ricca la nostra città, dalla storia, ai mestieri, all'arte, alle tradizioni, allenogastronomia e all'associazionismo.

La nostra proposta avrà un un punto cardine nella cultura intesa come valorizzazione della nostra identità e della nostra storia e terremo alta l'attenzione verso il mondo della scuola istaurando una costante collaborazione con gli istituti cittadini, proprio perché le nuove generazioni rappresentano il propulsore, l'anima e e l'essenza più vitale del paese ltalia e la cui cura rappresenta il vero investimento per prevenire forme di devianza e violenza che stanno minando la tenuta della nostra società sempre più fluida, individualista e distratta.

Nei prossimi giorni, apriremo una serie di tavoli di trattativa nella convinzione di rappresentare un punto di riferimento politico qualificato e dotato delle competenze necessarie a vincere le complesse sfide del futuro e capace di assicurare una guida non solo politica ma soprattutto culturale in grado di interpretare le dinamiche contemporanee che le città del nuovo millennio dovranno fronteggiare".

martedì 6 febbraio 2024

Cos'è Sanremo 20-24?


È Irama che porta la canzone più bella del Festival ma che non vincerà sicuramente.

È la Mannoia che provoca le coscienze dei maschilisti e la Bertè che si racconta in un brano forte e divertente.

Sono Emma e Annalisa che si divertono senza pressioni di classifiche con brani che spopoleranno in radio e che puntano alla forza dei loro incisi.

È Alessandra Amoroso che si cuce addosso un brano "furbetto", creato ad hoc per la vittoria.

Sono i Negramaro che, insieme ad Irama, hanno la canzone più bella del Festival, ma sbagliano i volumi fra voce e strumenti e in molti non si accorgono appieno della bellezza del loro brano.

Sono i The Kolors che ci prendono gusto con i ritmi che trascinano in radio. Il Volo che provano a giocarsela sulla melodia ma che non sfondano proprio stavolta; Diodato che porta un brano lontano dalla sua qualità cantautorale.

Nek e Renga che cantano forse la canzone peggiore della loro carriera; sono i Ricchi e Poveri quasi imbarazzanti. È Angelina Mango che fa Madame in un pezzo che funziona, però, di Madame, gusto personale in quanto la adoro, ce n'è solo una.

È Gazzelle che fa il Gazzelle, e menomale; Mahmood che riprova il colpa da 90 ma stavolta ci va lontano; è Sangiovanni che boh... Geolier perché!? Alfa che almeno indossa un bel paio di Jordan. 

È un Festival così così, senza grandissimi acuti ma con tanti tormentoni radiofonici. Perché la musica ormai va in tre minuti. Non ascolta più nessuno, esclusi i "fan" veri, un album intero.

Più canzoni per entrare in sigle su Tik Tok piuttosto che brani con testi importanti.

Salviamo la musica da questo futuro imbarazzante.

Viva il Festival, comunque vada... e ovunque vada!!

IlFolle

giovedì 11 gennaio 2024

Serena Viapiana: “Ascoltare gli adolescenti nel loro malessere. Suicidio e problematiche giovanili nel mondo di oggi”.


Quella della cultura della prevenzione al suicidio è un tema delicato e che sta avendo una sua importanza primaria proprio nell’ultimo periodo. 

È una sorta di barriera pericolosa da far crollare per comprendere meglio i nostri giovani, per andare a fondo di alcune tematiche che troppo spesso, magari per reticenza, vengono omesse soprattutto in famiglia. 

<<Parlare del malessere dei giovani è il primo passo per abbattere questo muro d’incomunicabilità fra la nuova generazione e il resto del mondo circostante>>, ci spiega la dottoressa Serena Viapiana, pioniera di questo nuovo processo educativo. 

<<A volte, non sentirsi sbagliati per un pensiero negativo può rendere queste fragilità meno aliene, ma come parte di un processo di maturazione che ogni persona compie nella propria vita>>. E continua: <<Non abbassiamo la guardia, ma cerchiamo i segnali di questo disagio concentrandoci di più sugli affetti e spingendo al minimo la frettolosità delle nostre azioni quotidiane>>.

Dettami e un focus finalmente importante per capire più a fondo gli adolescenti per i quali, la percentuale di suicidio è aumentata vertiginosamente negli ultimi anni, arrivando ad essere un vero e proprio problema all’interno della nostra società. 

Farsi delle domande secondo la dottoressa Viapiana, è di grande priorità per non sottovalutare la questione: <<Cosa posso fare di più per aiutare mio figlio?; “Perché si isola spesso?; Ma forse dovrei avere meno vergogna e portarlo da uno psicologo come primo passo?. Tutto questo renderà la fragilità non più una chimera ma un punto di partenza per migliorare e ovviare a qualsiasi problematica>>.

Dinamiche giovanili che rendono l’invito alla riflessione come unico snodo cruciale per andare più a fondo alla questione, tra dibattiti e azioni concrete mirate esclusivamente al bene collettivo che mai come in questo caso, diventa elemento imprescindibile per salvare il futuro delle nuove generazioni. 

Basta pregiudizi e paure: la rivoluzione personale si fa sempre partendo da un atto di coraggio. Anche l’ultima notizia, del suicidio di un 45enne all’Unical, deve far pensare che questo è un problema non solo dei giovani ma di una e più generazioni risucchiate da questo mondo così “pesante”.