martedì 4 luglio 2017

Le pensioni: un privilegio per pochi?





Le politiche pensionistiche sono tra i pilastri fondanti il cosiddetto “Welfare State” più importanti, insieme a quelle proprie dell'assistenza sociale e quelle riguardanti la sanità.

Ampiamente trattate negli ultimi 25 anni dalla Legislatura Italiana, in questi giorni si sta discutendo molto su queste ultime, per quanto riguarda il provvedimento che darà la possibilità, a più di 4 milioni di cittadini italiani, di accedere alla famosa “quattordicesima”.

Ma in cosa consiste? In breve, possiamo dire che avranno diritto a tale “premio” tutti i pensionati da lavoro privato, pubblico e autonomo che abbiano compiuto 64 anni di età e il cui reddito personale annuo complessivo non superi i 13.049,14 euro.

Andando, invece, nello specifico, vediamo che gli interessati con redditi fino a 9.786,86 euro annui avranno diritto ad un aumento dell'importo di circa 450 euro se si hanno fino a 15 anni di contributi, di 546 euro se si hanno da 15 a 25 anni di contributi e di 655 euro se si hanno oltre 25 anni di contributi. 

Quindi, in base alla fascia di reddito e ai contributi versati, la quattordicesima oscillerà tra i 400 e i 655 euro.
Un bel regalo, dunque, per chi, anche con una pensione media, ha difficoltà ad arrivare a fine mese.


                         



È risaputo infatti che, con l'aumento delle imposte su ogni cosa all'interno del sistema italiano, risultano essere molte le famiglie esasperate nel cercare di condurre una vita più dignitosa possibile. Soprattutto, ci riferiamo agli anziani che, dopo aver trascorso il tempo a lavorare per migliorare la qualità della loro vita, hanno visto negli anni continui cambiamenti all'interno delle politiche pensionistiche, che hanno portato a dei veri squilibri nell'erogazione della pensione.

Si pensi al 1992 con la Riforma Amato, poi Dini nel 1995, Prodi nel 1997 e Berlusconi nel 2001, per citare le più importanti, senza tener conto della Riforma “disastrosa” della Fornero del 2011 (dichiarata poi illegittima dalla Corte Costituzionale in alcuni dei suoi punti).

Dunque, il contributo pensionistico è un vero e proprio enigma in Italia, per non parlare del fatto che ormai è diventato un miraggio per i giovani.

Possiamo, in conclusione, affermare che la pensione, in senso ampio del termine, è un privilegio per pochi “eletti”, visto che solo nel momento in cui un italiano riesce a trovare un'occupazione in modo dignitoso dovrà spendere più di 40 anni di contributi per potersi “godere” il meritato riposo dal lavoro.


Giorgia Tagarelli



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