venerdì 13 luglio 2018

ANTONIO ESPOSITO: UNA LEZIONE DI VITA!

Intervista - Prima parte


E' stata un susseguirsi di sorprese e di stupore l'intervista ad Antonio Esposito, cantautore materano di soli 24 anni (compiuti ieri), con la facoltà straordinaria, innata, di tradurre in musica e in parole la sua anima, il suo essere, le sue esperienze, le sue emozioni e la sua interiorità. Lui definisce questa attitudine: "un composto speciale che mi scorre nelle vene da sempre e alimenta il mio cuore".

Durante le esecuzioni mostra tutta la sua grinta, la sua forza, la sua energia, il suo trasporto, sia nella veste di interprete che in quella di cantautore e compositore. I suoi brani? Non potrei trovare parole più azzeccate delle sue per definirli: "sono delle fotografie di vita, di me e del mondo, ma matrici iniziali, non prodotti finiti. Sono macerie, pezzi di puzzle ancora confusi, dai quali forse un giorno vedremo maestose città e…”quadri finiti” e in ogni caso mi sono ripromesso di non mentire… Una fotografia vera in fondo, non mente mai…". E ancora: "La musica non è "prestazione" ma espressione".

Antonio ha dovuto giocare d'azzardo, sin dalla nascita, con la sua sorte senza ricorrere a bluff né tantomeno a stategie. E' sempre riuscito a "sbancare" il destino con il solo ausilio del suo coraggio e della sua determinazione.

Nell'intervista ho solo esposto le mie semplici e banali domande... Antonio Esposito è riuscito, con le sue risposte, a trasformarla in poesia, in una lezione di vita che, personalmente, "ho imparato bene!"...

Quando sei nato, puoi dirci qualcosa della tua terra e delle tue origini?

Sarà un caso che tu me lo chieda!...ma ieri è stato il mio compleanno! Sono "ben" 24 anni e 1 giorno (di sopportazione da parte degli altri 😜!).

Sono nato e vivo in una terra bellissima e in una delle città più belle del mondo: Matera. Il suo fascino e la sua storia sono ormai noti in tutto il mondo e oltre ad essere già città patrimonio Unesco, fra qualche mese si appresta a diventare la Città Capitale Europea della Cultura, un riconoscimento importante non solo per il suo patrimonio ma anche per la capacità di proiettarsi verso il futuro in modo innovativo e responsabile e che oggi celebra il suo riscatto grazie all’impegno di tutta la cittadinanza.

Chi o cosa ti ha fatto avvicinare alla musica o meglio, innamorare della musica?

Nulla penso. Semplicemente perché credo che, sin dal primo istante di vita, la mia anima fosse già "musicante" o "musicata". Credo di esserci nato con la musica, come se fosse una gemella siamese invisibile o un composto speciale che mi scorre nelle vene da sempre e alimenta il mio cuore. Questa particolare simbiosi la noto sempre e in ogni situazione della mia vita. Ogni volta che cado c'è sempre la musica a salvarmi.

Quali sono i tuoi artisti preferiti nel panorama nazionale? 

Ascolto da sempre artisti come De Andrè, De Gregori, Battisti, Battiato, Vasco, Rino Gaetano, Guccini, Gaber, Dalla e tanti altri noti cantautori italiani che oggi, probabilmente, di questi tempi difficili per la musica (quella vera) non sarebbero mai esistiti.

Quali sono i tuoi artisti preferiti nel panorama internazionale?

Sicuramente colossi e monumenti internazionali come: Queen, Rolling Stones, Led Zeppelin, ACDC, Metallica, Beatles, U2, Gunse's Roses...

Cosa pensi della musica contemporanea?

È difficile pensare che rimanga qualcosa di ciò che si ascolta di questa "musica spazzatura" che ci viene proposta oggi. Le radio, i media, le case discografiche, stanno educando in modo terribile le nuove generazioni, le stanno abituando alla basicità, all’assenza totale di ogni forma artistica. Non si da voce e non si valorizzano più artisti che hanno bisogno di tempo per sfondare, per essere compresi, ma che magari hanno davvero talento, hanno qualcosa da dire ed emozioni da donare. Ormai si da spazio a questi squallidi talent show che divertono solo qualche teeneger esaltata/o. Siamo rovinati!!!

Perché hai scelto il pianoforte come strumento muscicale? Suoni anche altri strumenti?

Sin da piccolino mi affascinava qualsiasi cosa emettesse un suono…un campanellino, una posata su un bicchiere, un elastico, persino un pacco di legumi! Fino a quando nella vetrina di un negozio scorsi un piccolo pianino a giocattolo! Ricordo di averlo desiderato con tutto me stesso. Da li in poi nessuno ha potuto più staccarmi da quel giochino, e presto, nonostante le sue minuscole dimensioni, riuscii a tirare fuori delle piccole melodie, che magari avevo ascoltato poco prima in TV.
Da li a poco con il pianoforte, quello vero, è stato un grande amore, di quelli indistruttibili, che non spengono mai il fuoco della passione e delle emozioni. Con il piano sono sempre riuscito a comunicare e tirar fuori emozioni e sensazioni che a parole non riuscivo a esternare, neanche a me stesso.

Hai cominciato subito anche a cantare oppure hai scoperto questa uleriore dote comunicativa in un secondo momento?

È arrivato in un secondo momento, ma in maniera così imprevista quanto fisiologica e naturale. Per me la musica è linguaggio, confronto, è scambio di emozioni, amore ed energia. Un mezzo per arrivare all’anima e al cuore dell’ascoltatore attraverso l’empatia che va ad instaurarsi. Vedo la musica (e la mia vita) come un percorso di conoscenza personale e del mondo, una strada che possa portare alla conquista della pace e della serenità interiore, la ricchezza e la virtù più grande a cui ogni uomo può aspirare. La mia non è mai stata una vita facile, sicuramente è stata diversa dalle altre. Col tempo ho conosciuto le fragilità che sono nascoste nella mia anima e che credevo di non avere, non per presunzione, ma perché il ritenermi “forte e invincibile” (e trasformare ciò in consapevolezza) era l’unico modo per chiudere gli occhi, prender un bel respiro e riuscire a scalare la montagna che mi toccava da scalare. Non che non sia stato un ragazzo forte, anzi, ma forse ero più coraggioso che forte, ed essere coraggiosi non vuol dire necessariamente essere forti. Essere forti è avere piena conoscenza e padronanza di sé, delle proprie emozioni, sensazioni e azioni. Poi quando cresci tante consapevolezze costruite forse su castelli di sabbia iniziano a crollare e ti accorgi che eroi non si è, ma lo si può diventare. E, per diventarlo, dovevo necessariamente fare qualche passo indietro, guardare negli occhi quelle paure e quelle insicurezze che avevo nascosto sotto il tappeto. Sicuramente oggi sono una persona che ha bisogno di una pacca sulla spalla in più e sentire costantemente dimostrazioni di affetto della gente. Ho chi mi vuole bene e mi sta vicino. Ho conosciuto spesso le cadute, quelle intime, personali. Volevo e dovevo capirne il motivo, da dove esse nascessero. Ho ripreso la vecchia abitudine che avevo sin da bambino: scrivere interi fogli, mettermi a nudo, confessarmi davanti a me stesso, leggermi dentro con la sincerità e il coraggio di guardarmi negli occhi senza paura, controllando l’istinto di “nascondere” ciò che non volevo vedere. Trovare delle risposte veritiere. E’ da questo piccolo passo che una fragilità può trasformarsi in punto di forza. La musica come ho detto prima c’è sempre stata, con le sue braccia forti, a prendermi, sempre prima che cadessi a terra. Così capisci da solo che lo "scrivere", non poteva essere una cosa a sé stante dalla musica. Scrivere e allo stesso tempo suonare, lasciarmi andare fra testi e note, come uno spirito libero e coinvolto dalle mie stesse emozioni, mi ha aiutato molto. Non a caso da qui sono nate le prime canzoni, dove ci ho messo tutte le emozioni incomunicabili con sole note o con sole parole. Proprio perché forse, a un certo punto della mia vita, mi ero accorto che da sola la musica non bastava, non riuscivo ad arrivare a tutti in maniera diretta e disinvolta.

Continua...

Laura Caccia (Elle)

Dove trovare altre informazioni su Antonio Esposito:
https://www.facebook.com/antonio.esposito.11111
http://www.dinovitola.net/category/il-folle-team/antonio-esposito/
https://www.facebook.com/groups/ilfolleteam/
https://www.facebook.com/davidebeltranoilfolle/

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