giovedì 19 luglio 2018

“Fermi con le mani”: tra canzone ed associazione.



“Atlantico Live” è il primo album live di Fabrizio Moro, composto dal DVD del concerto tenutosi all’Atlantico di Roma e da due CD di brani live arricchiti da due inediti “Respiro” e “Fermi con le mani”.

“Fermi con le mani” è un brano che denuncia la misteriosa morte di Stefano Cucchi avvenuta il 22 ottobre 2009. Il testo è forte. Le parole sono crude, decise, taglienti. Racconta la storia di un uomo morto da solo in una stanza che puzza di piscio, parafrasando una delle frasi più toccanti di questa canzone dove traspare la sete di giustizia e di verità. 
Da questa canzone e soprattutto dal titolo nasce un’associazione di Promozione Sociale, con l'obiettivo di prevenire la violenza in ogni sua forma. Alberto Zabatta è un avvocato barese che mosso dalla volontà e dal desidero di aiutare il prossimo, ha proposto a psicologi, criminologi, colleghi avvocati e assistenti sociali di costituire questa associazione. Dopo aver spiegato loro l’idea di questo progetto, Alberto, fan storico di Fabrizio Moro, propone come nome dell’associazione proprio il titolo di quel brano che tanto l’aveva colpito.

“Fermi con le mani” si occupa di prevenzione e lotta alla violenza nelle carceri, nei confronti delle donne e dei bambini, del bullismo e del cyberbullismo e anche della lotta contro le sette occulte. Per sensibilizzare ai diversi problemi trattati vengono organizzati dei convegni in tutta Italia, prediligendo soprattutto le scuole.

Le diverse figure specializzate che collaborano e cooperano nell'associazione propongono un’assistenza psicologica e legale. Varie attività sono promosse e tra le più importanti abbiamo la nascita di un punto d’ascolto perché la comunicazione è un elemento essenziale per spingere le vittime alla denuncia infatti è proprio questo supporto ad infondere coraggio a chi molto spesso si è piegato alla paura. Validi psicologi tra cui la Dott.ssa Maddalena Mesto e il Dott. Marco Magliozzi si impegnano a fornire l’aiuto richiesto. Collaborano anche validi avvocati penalisti come l'Avv. Tiziana Cecere (vicepresidente dell'associazione) che ha condiviso appieno l'idea di Alberto.

È un’associazione apolitica e apartitica senza fini di lucro che si sostiene con donazioni e contributi volontari.

Fabrizio Moro durante la sua carriera ha portato la sua musica sui palchi di tutta Italia ubicati spesso in paesini sperduti quasi abbandonati e dimenticati da Dio. Questa associazione sta affrontando lo stesso percorso pur di lasciare un segno nella coscienza di chi ascolta, portando i loro convegni in lungo e in largo per l’Italia toccando paesini lontani e sconosciuti. La loro speranza è quella di lasciare un frammento del loro pensiero perciò non temono le distanze anzi sperano di andare sempre più lontano augurandosi di giungere anche in Parlamento per far valere le loro proposte di Legge a beneficio di chi soffre e subisce violenza.

“A chi lotta a pugni nudi contro un muro di cemento ed è convinto che insistendo prima o poi cadrà” è il motto di Alberto che ancora una volta ricorre alle parole di Fabrizio per esprimere al meglio l’intento di questa associazione che lotta ogni giorno con impegno, costanza, dedizione e perseveranza per proporsi come un grande aiuto per chi sfortunatamente si trova ad affrontare situazioni dolorose nel silenzio più assordante.
La sede principale si trova a Bari ma operano anche in sedi dislocate che si trovano a Roma e a Torino.

“Fermi con le mani” è un’associazione che fa della solidarietà sociale la sua unica finalità.
Bisogna divulgare il più possibile l’esistenza di queste associazioni che spesso si sostituiscono ad uno Stato inadempiente prestando assistenza a chi ha bisogno e vive di stenti. A volte, anche un semplice sorriso può dar conforto a chi ha smesso ormai di farlo.

Alberto Zabatta termina così questo interessante ed importante racconto: << Sono diventato avvocato perché in una società che esclude e abbatte i diritti dei più deboli e dei più poveri, io volevo invece difenderli. Questa è la mia toga, intrisa di quella rabbia sociale che porto con me nei Tribunali, nelle piazze e nelle vene. >>


Anna Ciardullo.

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