sabato 21 novembre 2020

CALA IL SIPARIO SUL PALCO DELL’ARISTON?

E’ ormai noto a tutti che da circa nove mesi a questa parte la nostra vita non è più la stessa, il Covid-19 l’ha stravolta, ci ha soggiogati, rinchiusi, allontanati. Molti dicono che ci ha tolto la nostra libertà di cittadini, ma cos’è la libertà di fronte alla salute di milioni di persone, davanti al malessere dei nostri cari e dei nostri affetti vicini o lontani che essi siano? Allora abbiamo represso le polemiche sterili, ci siamo chiusi in un silenzio totale, o almeno la maggior parte di noi lo ha fatto, abbiamo, per una volta tentato di essere cittadini modello, noi italiani, da sempre criticati per questa educazione civica un po’ inesistente.

Ogni fascia di età ha subito le conseguenze del non vedere nient’altro se non le mura di casa propria, del sentire niente che non fossero numeri, annunci di morte devastanti, “bollettini” perché questa è una vera e propria guerra. Ci siamo abituati a non parlare con nessuno se non con la nostra famiglia –per chi è stato fortunato ad averla nella stessa casa- e con lo schermo di un oggetto elettronico qualsiasi. E abbiamo avuto paura. Ci siamo sentiti soli, persi. Cosa fa dunque la gente quando prova tali sensazioni? Si rifugia negli angoli belli della mente, gli angoli belli dei giornali e dell’internet: quelli che riguardano l’arte. Musei, dipinti, mostre, biblioteche, film, spettacoli teatrali e musicali sono stati la cura di ognuno di noi durante il difficile periodo del lockdown. Ma ora pare ci stiano dividendo anche su questo fronte. Ci vogliono divisi? Ci vogliono esseri senza la capacità di emozionarci? Queste le domande che sorgono spontanee dopo le ultime dichiarazioni riguardo il Festival di Sanremo 2021, che pare essere a rischio: potrebbe essere spostato o addirittura cancellato.

Il Festival di Sanremo è un’istituzione nella cultura italiana, ci contraddistingue nel mondo e sì, come ogni evento pubblico appartenente al mondo dello spettacolo è rischioso. Eppure, il dubbio è sorto solo per quanto riguarda questo programma, perché per il resto il palinsesto annuale non è variato, ogni programma televisivo autunnale e/o estivo si è adeguato a dovere per andare avanti, ma addirittura programmi dove le persone, i partecipanti e concorrenti sono molto più vicini di ciò che le misure di sicurezza prevedono. E allora perché non organizzarsi al meglio anche per quanto riguarda Sanremo? Fare tamponi a tutti: orchestra, giornalisti, concorrenti, ospiti e pubblico, ridurre le categorie che possono essere ridotte (radio, giornali, pubblico) ed andare avanti: questa è diventata la richiesta degli amanti del Festival che subito si sono scagliati sui social contro questa dura decisione. Mai l’Italia è così unita, così patriottica come durante il Festival di Sanremo, è una settimana dedicata solo all’arte e alla musica che, in questo difficile momento serve più che mai agli italiani per cambiare prospettiva ed intravedere ancora bellezza, perché è alla bellezza che dobbiamo educare le generazioni del domani.

E allora, in un mondo dove ormai siamo distanti in ogni forma possibile, lasciateci il diritto di sognare e di emozionarci, lasciate ai giovani talenti la possibilità di trovare un trampolino di lancio per il loro sogno, lasciate fare, a chi lavora nella musica, il loro lavoro. Se Sanremo 2021 viene annullato o rinviato i danni saranno gravi anche per quel settore musicale già completamente in crisi, sia per i nostri veterani della musica, sia per i giovani che vedono in essa il sogno di una vita, con una menzione speciale a produttori, case discografiche, musicisti e tutti oloro che stanno dietro la produzione di album e concerti dal vivo. Il virus uccide la gente, non uccidiamo anche la cultura, ultima cosa rimasta a darci una parvenza di umanità.

Giovanna Leccadito

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