giovedì 26 gennaio 2017

Rocco Schiavone vince su I Bastardi di Pizzofalcone. Ecco i perché?


Rocco Schiavone e I Bastardi di Pizzofalcone hanno risollevato la Rai da quel mediocre impasto di fiction che spesso, soprattutto negli ultimi tempi, ha occupato una posizione di prim'ordine nel palinsesto settimanale. Infatti, le due fiction risultano essere raggruppate nella stessa categoria, gialli polizieschi, ma rispetto a tante altre rivisitazioni del genere, hanno quella marcia in più che fanno di loro due ottime produzioni.

C'è da dire subito che Bastardi di Pizzofalcone, però, pur nella sua buona sceneggiatura e trama, non è ai livelli di Rocco Schiavone, e in pochi punti ecco i perché.

Rocco Schiavone ha dalla sua una sceneggiatura più ispirata grazie ai romanzi di Manzini, ma non è solo quello a farla da padrone. In Schiavone c'è una sorta di imperfezione reale; Schiavone incarna il prototipo dell'italiano medio, pronto ad infrangere le regole e a chiamare "rotture di coglioni" tutte le varie cose che possano portare ad un impegno assiduo nel proprio lavoro. Schiavone è un antieroe moderno che a volte ruba ai ricchi per dare ai poveri, che ci lascia sempre con il brivido perché per avere legge, a volte, in questo mondo, è giusto aggirare la legge.

In Bastardi di Pizzofalcone, l'Ispettore Lo Iacono, ha lo stesso grado di solitudine interiore di Schiavone, ma sul lavoro è diverso: è più concentrato, rispetta sempre le regole, o quasi, ha dei principi saldi e non cede alla pigrizia. I due protagonisti nella realtà si troverebbero ad odiarsi completamente, lo capiamo subito da una delle prime scene de I Bastardi di Pizzofalcone, quando Lo Iacono, arriva nel nuovo commissariato e riprende i vari poliziotti sbadati e con un alto livello di superficialità. A Schiavone invece questo non importa un cazzo, vorrebbe solo esser lasciato in pace da tutto e tutti.

In Bastardi di Pizzofalcone, però, c'è un punto a favore: i personaggi di contorno. Questi sono curati con più attenzione e risultano essere dei protagonisti secondari con le loro storie contorte e particolari. Quello che non succede alla fiction Rocco Schiavone dove i comprimari, sono messi lì per esaltare la scena del protagonista. 

Ma questo unico punto a favore non riesce ad elevare I Bastardi rispetto a Schiavone. Quest'ultimo è imperfetto, sbagliato, illegale, ed è questo che attrae, oltre alla qualità dei casi risolti che sono strutturati in miglior modo rispetto al competitor televisivo.

Da una parte abbiamo un Gassman forse troppo bloccato dal personaggio che non esprime a meglio le sue doti da attore: manca l'ironia, la battuta sferzante, doti tipiche del bravissimo attore romano. Dall'altra abbiamo Giallini, propriamente a suo agio in un personaggio così fuori le righe e che fonde la sua complicata personalità, con una sottile ironia di fondo che viene fuori alla grande in determinate scene: vi ricordate  per esempio quando per scappare al ringraziamento di fine indagine di una coppia, scappa dalla finestra??

In ottica ascolti, Pizzofalcone spopola per il suo carattere pop che lo pone vicino al giallo alla "Don Matteo", pur avendo delle notevoli differenze con quest'ultimo, e grazie a Dio potremmo dire. Schiavone sulla seconda rete della Rai ha fatto miracoli, ma è purtroppo legato alla scrittura di altri romanzi da parte di Manzini, che può essere anche un pregio, come detto già all'inizio, perché non c'è il rischio di vederlo sotto il pattume delle sceneggiature televisive che dopo le prime serie, finiscono con il ripetersi solamente.

Insomma, I Bastardi di Pizzofalcone e Rocco Schiavone... rilanciano la RAI!

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